mercoledì 21 novembre 2012

E se i missili arrivassero da noi? (da riflettere...)

                         IO STO CON ISRAELE SENZA SE E SENZA MA!


Basta, non ce la faccio più. Possibile che a nessuno importi di noi? A Trieste viviamo in una situazione impossibile da anni. Sono mesi che il lancio di missili dalla Slovenia si è intensificato. 


Ormai fatico a distinguere persino il giorno dalla notte. È più il tempo che passo nel bunker che all’esterno o a casa mia, se ancora può definirsi tale. Sono talmente stufa di aggiustare i vetri delle finestre che vanno i mille pericolosi pezzi ad ogni esplosione che li ho sostituiti con dei teli di plastica, che fanno passare la bora che è un piacere. Ho freddo, ho fame, ho paura. Ma è vita questa?


Non riusciamo più a lavorare, la nostra economia si sta esaurendo, i nostri figli non vanno più a scuola, non ho il coraggio di uscire a far la spesa e mi nutro di scatolette, non mi ricordo neppure più cosa significhi avere una vita sociale. Non sono forse anch’io degna di vivere la mia esistenza?Pace? Siamo noi che non abbiamo più pace da quando la Russia ha deciso di assecondare i sogni annessionistici degli sloveni. Continuano a rifornirli di missili, ormai si è perso il conto delle migliaia che ci hanno lanciato. Come fanno a non capire che li stanno solo sfruttando come carne da macello per i sogni imperialistici di Putin, deciso a usarci come pretesto per far scoppiare la terza guerra mondiale? Come fa a non capirlo il resto del mondo? 


Dobbiamo essere i soli a difenderci da una minaccia così aperta per l’intero Occidente? Ma cos’è ormai l’Occidente se non una manica di rammolliti? Ci stanno conquistando, esattamente come i barbari conquistarono l’impero romano, senza che neppure i romani se ne accorgessero. Tutti buoni solo a chiacchierare presi nelle loro utopie politicamente corrette non vedono che la guerra è contro tutti, non solo contro l’Italia.


Io capisco che in Slovenia si viva male, ma non è colpa mia. Ormai siamo divisi da 60 anni e trovo assurde queste continue rivendicazioni, totalmente anacronistiche. Lo so che Trieste in passato è stata slovena, o meglio austro-ungarica, ma se è per questo anche Fiume è stata italiana, così come l’Istria. E quindi?


Se ogni nazione al mondo dovesse rivendicare il territorio dei confinanti perché in passato faceva parte del proprio vivremmo in un perenne stato di conflitto. Quando si finirebbe? Quanto indietro nel tempo si potrebbe andare? Ben venga! Torniamo ai confini dell’impero romano, allora, e non se ne parli più.


Ma non ha nessun senso. Significherebbe solo la guerra continua fino al totale annientamento di tutto il genere umano, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a rivendicare il pezzetto di terra del vicino. Siamo animali bellicosi, portati istintivamente a cercare protezione all’interno di un territorio, ma siamo anche consapevoli, forse meno degli animali veri, che una volta definiti i confini è nell’interesse di tutti rispettare il territorio altrui. Territorio che non è e non potrà mai essere immutabile nei secoli, perché purtroppo legato alle brame di conquista di altri animali, da cui inevitabilmente ci si deve difendere, come stiamo cercando di fare noi.


Ebbene, ora mi chiedo a che caspita servono gli armistizi, i trattati di pace, le risoluzioni di quell’ente inutile chiamato Onu se non abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio? Il diritto internazionale non è stato creato proprio per regolamentare i rapporti tra Stati?


Se l’Onu se ne frega di noi, se il mondo ci odia, se siamo considerati un popolo indegno di essere nazione, chi ci deve proteggere? Dobbiamo forse suicidarci in massa per togliere il disturbo? O dobbiamo lasciare che siano i nostri confinanti slavi a sterminarci tutti per spartirsi le nostre spoglie?


Da qualche giorno finalmente il nostro governo ha deciso di difenderci, di reagire all’aggressione continua, alla pioggia di missili che ci sta distruggendo, ed ha contrattaccato. Lo so che la guerra è una brutta bestia e mi spiace sinceramente per i morti che provocherà, ma non avevamo altra scelta. Non è una guerra di attacco quella che stiamo muovendo, ma di difesa della nostra sopravvivenza.Siamo tutti italiani, per quanto siamo una nazione relativamente giovane il territorio su cui viviamo è nostro, ce lo siamo conquistato con il sangue dei nostri padri. Per questo la nostra Patria è sacra ed inviolabile esattamente come lo sono tutte le altre nazioni del mondo. 


Forse qualche nostro avo ha sbagliato, forse non sarà stato giusto togliere Trieste al controllo di Tito, forse molti triestini di origine slovena avrebbero preferito vivere sotto quel simpatico regime, ma la storia è andata così e oggi noi siamo italiani, punto e basta. E come tutti gli italiani abbiamo diritto di vivere e di essere lasciati in pace.


Non è colpa mia se a Nova Gorica patiscono la fame. Non li ho votati io i loro capi che si sono intascati i miliardi di aiuti umanitari mandati da tutto il mondo o li hanno sprecati in armamenti. Quando la comunità internazionale ha deciso la suddivisione delle nostre terre, avevamo tutti due scelte: accettarla e costruire il nostro futuro, oppure rifiutarla e continuare a combattere per un passato ormai sepolto. Abbiamo sbagliato noi ad accettarla o gli sloveni a rifiutarla? Cosa hanno ottenuto? Solo guerra, fame e disperazione.Ecco, quello che più mi fa imbestialire sono quelli che non sanno niente di noi, che non provano neppure a mettersi nei nostri panni e continuano ad accusarci di essere i responsabili di una guerra in cui ci stiamo solo difendendo. Si sono mai chiesti i benpensanti cosa dovrebbe fare la Francia se la Germania le lanciasse missili per riprendersi l’Alsazia e la Lorena? Gli Stati Uniti dovrebbero forse accettare passivamente la rivendicazione armata dell’Alaska da parte della Russia? È forse giusto che il Libano accetti finalmente di tornare sotto la Grande Siria? Abbiamo, quindi, noi italiani il diritto di attaccare la Francia per riprenderci Nizza? 


Facile riempirsi la bocca di pace davanti al telegiornale seduti al calduccio nella propria poltrona.


Venite a trovarci nei nostri bunker a Trieste e poi ne discutiamo... tra una sirena e un’esplosione


sabato 3 novembre 2012

Il Popolo sentenzia:Tutti colpevoli..nessuno innocente!


Quando vengono rispolverate e usate a mo di deterrente e monito parole come populismo, anti politica  qualunquismo, dai riconosciuti capi bastone delle varie & eventuali fazioni che da decenni ammorbano l'agone politico, uccidono il dibattito politico mortificano le istituzioni lottano per consolidare il proprio potere personale o di parte, fuori e dentro il parlamento..altro non si fa.. che la solita demagogia e dietrologia nonché la solita patetica e finanche sterile difesa di ufficio. L'immobile, inerte,insolvente inetta e ladrona classe politica stigmatizza accusa lancia anatemi e intona i soliti melensi e stantii canti persuasivi..scaricando delegando le proprie responsabilità e colpe a terzi...additando chi ancora non ha messo piede in Parlamento. Ma in vino veritas io vi dico  invero che il tempo delle giustificazioni, e delle parole vuote per coloro che sono stati i protagonisti in negativo di questo inguardabile trentennio di storia "parlamentare" sta volgendo alla fine!
 Insomma basta scuse..che il governo in carica alla luce nevvero dei nuovi verificati eventi delittuosi perpetrati dalla casta delle caste commissari al più presto l'intero parlamento, istituisca un tribunale speciale e porti in giudizio l'intera enclave politica. Questo parlamento va esautorato prima delle elezioni processato e infine condannato. Il quadro clinico della nostra povera Italia è cosi compromesso..fosco,e corrotto che è necessario adottare una terapia d'urto, una cura definitiva che debelli sconfigga questa metastasi questo cancro.."i partiti"che senza vergogna e con grande prodigalità di boria ed arroganza in trent'anni sono riusciti con le proprie scelte dissennate a corrompere compromettere a uno a uno tutti i tessuti e gli organi vitali di questo paese!
Checcè ne dicano quella pala eolica di Pierferdinando Casini, D'Alema, Rosy Bindi, Bersani,Gianfranco Fini, Rutelli "tanto per citare" alcuni tra i piu noti trasformisti,sirene,falchi predatori finti paladini che più si sono spesi in questi anni nel sostenere il"proprio sistema partitico e a difendere il proprio modus operandi"..è giunta l'ora per l'intera classe dirigente politica di pagare il conto! E bene farebbero costoro..e tutti gli altri..responsabili a vario titolo di tale scempio a ritirarsi a vita monastica o migrare verso lidi più salubri...finchè sono ancora in tempo!


mercoledì 31 ottobre 2012

Troppo pochi due euro per le primarie PDL

I dirigenti del PdL hanno deciso le regole delle primarie.E' previsto il pagamento di soli due euro (caffè e brioches) per partecipare al voto.Troppo pochi.Così si alimentano il voto organizzato e le infiltrazioni ma, soprattutto, si insultano iscritti, militanti e sostenitori, tutti coloro cioè che negli anni hanno impiegato tempo e denaro e messo la propria faccia al servizio del partito.Consentendo il voto a tutti per soli due euro qualunque tizio si sia girato le dita in tutti questi anni, avrà la possibilità di determinare il Leader del Centro Destra con uno sforzo assolutamente minimale.



martedì 30 ottobre 2012

                                 il Furbetto Di Pietro ha le mani lunghe come altri sui soldi di tutti...
Grazie ai giudici ed a Casini torna il Porcellum

Ma perché tornare alla legge elettorale proporzionale? Solo per consentire a Casini, Fini, Pisanu, Bonanni di diventare i Ghino di Tacco della prossima legislatura e di una Terza Repubblica in tutto simile alla Prima con il concorso delle Acli, dei ministri tecnici Passera e Riccardi ed, eventualmente, di Montezemolo e della Marcegaglia?Se i magistrati di Milano non avessero dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio la volontà di certa magistratura corporativa o politicizzata di non accontentarsi del passo indietro di Berlusconi ma di perseguirlo “perinde ac cadaver”, il Cavaliere avrebbe applicato la logica della riduzione del danno accettando di favorire la formazione di un nuovo centro attraverso il ritorno al proporzionale. Ovviamente con l’obbiettivo di far rientrare comunque il Pdl nella grande coalizione che dovrebbe avere il compito di portare avanti dopo le elezioni e nei prossimi l’Agenda imposta dall’Europa della Merkel.



 Con Monti al Quirinale e con un qualsiasi altro tecnico a Palazzo Chigi.Ma la sentenza di Milano ha fatto capire a Berlusconi non solo che per lui non ci potrà mai essere alcuna tregua giudiziaria ma che, soprattutto, che il danno minore della partecipazione alla futura grande coalizione attraverso la legge proporzionale è un obbiettivo illusorio. Sarebbe stato Credibile se Casini avesse preso atto del suo passo indietro effettuato con la rinuncia alla candidatura a premier ed avesse accolto la proposta di Alfano di fare parte di un rassemblement unico del centro destra. Ma il leader dell’Udc ha respinto sdegnosamente l’ipotesi.Ed ha fatto chiaramente capire che il suo progetto non prevede affatto una grande coalizione con il Pdl ed il Pd ed il Monti bis ma solo lo sfaldamento del Pdl dopo la liquidazione per via giudiziaria del suo fondatore e la formazione di un grande centro, con i pezzi moderati del partito berlusconiano in disfacimento, destinato ad allearsi con il Pd.Per limitare il danno, quindi, non solo a Berlusconi ma all’interno Pdl, comprese le componenti che più hanno creduto alla possibilità di dare vita ad un Ppe italiano, non rimane altro che mandare all’aria definitivamente il ritorno al proporzionale, puntare sul maggioritario del Porcellum magari corretto con le preferenze ed un ritocco al premio di maggioranza e lanciare una campagna elettorale all’insegna del rilancio del bipolarismo e della contrapposizione frontale con la sinistra.È stata una scelta obbligata, quindi, quella di Berlusconi e del Pdl di aprire le ostilità contro il governo Monti all’insegna della protesta contro l’eccesso di pressione fiscale. Porta, probabilmente, alla sconfitta nelle prossime elezioni ed al ritorno all’opposizione. Ma non ha alternative possibili oltre quella della eliminazione del Cavaliere a colpi di nuove condanne giudiziarie e della conseguente scomparsa del Pdl come soggetto politico unitario.Se la prima conseguenza della nuova strategia berlusconiana sarà quella del mancato ritorno al proporzionale e del rilancio del bipolarismo, la prima conseguenza sarà la riduzione dello spazio politico per Casini ed i fautori del nuovo centro. Il leader dell’Udc, appesantito dalla zavorra rappresentata da Fini e Pisanu e penalizzato da un appiattimento passivo sul governo Monti , rischia la sorte dei vasi di coccio tra quelli di ferro. Con l’aggravante che il proliferare di liste civiche non arricchisce come erode il suo bacino elettorale e lo espone addirittura al pericolo di non superare la soglia dello sbarramento elettorale.Il tutto con la massima soddisfazione di Pierluigi Bersani. Che grazie ai giudici fondamentalisti ed ai centristi affetti da furbizia eccessiva può incominciare a prepararsi ad entrare da trionfatore a Palazzo Chigi!

lunedì 29 ottobre 2012

domenica 28 ottobre 2012

Silvio sempre
BERLUSCONI VA ALLA GUERRA!


(zdf) Fini, Casini e molti altri — che fin’ora stanno nascosti tra le sottane di Monti — sono semplicemente terrorizzati e stanno pen­sando di offrire sacrifici umani agli dei (tanto Rossi o la Perina fanno solo danni). Alcuni nel PDL non hanno ancora ben compreso il discorso ed hanno consumato 3 cellulari per cercare di chiamare Berlusconi, che non risponde. Bersani fa il tifo per il nano per­ché intravede la possibilità che gli eventi gli levino le castagne o i Renzi dal fuoco.


Maroni sembrava delirasse quando affermava che il governo non sarebbe arrivato a mangiare il panettone, ora è passato di grado: da malato di mente a preveggente. Ovunque cori da stadio: “Porcellum forever!“ Napolitano pare abbia sciorinato una caterva di improperi all’indirizzo dell'uomo di Arcore; era convinto di averlo incartato e messo in soffitta, quando questo gli ha fatto di nuovo cucù. Ed ora, che dire alla Merkel che da ieri sera lo sta cercando? Grillo ha già perso 5 punti e sta pensando di fare la risalita del Po.


Nel tribunale di Milano lo smarrimento è palpabile, ma si spera in una accelerazione del processo Ruby. Al Parlamento c’è già un disegno di legge per chi crede che una marocchina possa essere la nipote di Mubarak. La pena — almeno vent’anni -, sarà da scontarsi a Guantanamo.


I peones tutti, colpiti dalla sciagurata notizia in pieno week-end, non sanno più che pesci prendere: prevarrà l’istinto di conser­vazione della poltrona o porteranno dieci vergini a testa ad Arcore, sicuro investimento sul futuro?


Goldman Sachs, Bilderberg, i poteri forti, quelli meno forti, quelli con la scagarella, hanno deciso di partire lancia in resta lunedì, appena apriranno i mercati per vendere titoli di Stato italiani, la Panda della figlia, pizze e mandolini. Lo scopo è di infla­zionare i mercati dei mandolini (la Panda l’avrebbero venduta comunque). Mario Monti è in fibrillazione e sta cercando di scongiurare l’operazione di finanza internazionale: “Così facendo colpite me! Sono ancora io al governo! Rischiate di farmi uno spread così!”.


Il clamore è talmente clamore, il chiasso talmente chiasso, che oggi stiamo assistendo ad una cosa rara: la politica segreta di Palazzo, con i suoi retroscena, trabocca dal Transatlantico e viene raccontata a tutti. Ma gli italiani non si scompongono affatto: sanno già che — comunque vada — il destino sarà quello della Costa Concordia.

venerdì 26 ottobre 2012

Ora tutti indovini...

Ora in questo momento tutti hanno la ricetta x il Partito...tutti invocano le " Primarie" anche quelli che se ne sono sempre fregati del territorio. Ora tutti a fare i moderati, a candidarsi a questo nuovo giochino per il PDL, senza tenere 
conto che i voti...non ci sono più o almeno sono pochi quelli rimasti. mai sono andati per il territorio, mai si sono interessati delle sezioni, non conoscono neanche i militanti, quelli che per conto loro e del partito sono sempre sulle strade a cercare voti e tenere i contatti con la gente. Ora si vuole passare da una " Lobby di nominati a una di eletti?" si incominci coll'azzerare tutto, i coordinamenti, le assemblee si ridiscuta tutto. Ma sopratutto si apra alla base, se no le " Primarie" o quello che secondo me sara un grande Bluff ve lo fate da soli. La base e gli elettori hanno ben presente cosa ci vuole....e magari andiamo da soli senza di voi! con che criterio si scelgono i candidati?...chi scrive le regole? e queste sono discutibili da tutti?...Attendiamo con Fiducia che il segretario Alfano incontri tutti!!!
Berlusconi e le primarie che uniscono tutti...


(Alessio Zanon l/o)  Le primarie come strumento d’unità. Non solo del Pdl ma dell’intera area del centro destra. La genialità della decisione di Silvio Berlusconi di non ripresentare la sua candidatura a premier e di promuovere una consultazione popolare “aperta” per la scelta del leader dell’area moderata, è proprio nella scelta di usare le primarie per ricompattare lo schieramento alternativo a quello della sinistra.Inevitabile? Scontato? Obbligatorio? Niente affatto. Perché se era scontato, inevitabile, obbligatorio che il Cavaliere facesse il passo indietro tante volte annunciato nei mesi scorsi, non era affatto così ovvio che lo facesse per riunire e non per dividere la maggioranza degli elettori che non vuole essere governata da Bersani, Vendola e Di Pietro.Nel Pd, dove le primarie sono state usate inizialmente per organizzare plebisciti per i leader già designati dai gruppi dirigenti (da Prodi a Veltroni), la consultazione popolare per la scelta del candidato premier è diventata la cartina di tornasole della spaccatura profonda esistente nella sinistra tra i post-comunisti alla Bersani ed i neo-democrats alla Renzi. A sinistra, in altri termini, le primarie  stanno mettendo in luce l’esistenza di due concezioni politiche incredibilmente diverse destinate, presto o tardi, a passare dalla competizione al conflitto ed a prendere strade diverse ed alternative. Non a caso Massimo D’Alema ha annunciato che in caso di vittoria di Renzi non avrebbe alcuna esitazione a fare un nuovo partito (cioè il vecchio Pci) con Vendola! A destra, invece, Berlusconi ha puntato sulle primarie per ottenere l’effetto esattamente contrario.In alternativa, netta ed esplicita, all’ipotesi del cosiddetto “spacchettamento”. Niente polverizzazione del Pdl in tante liste tra loro in lotta feroce (quella delle “amazzoni”, degli ex An, dei lib-lab, dei cattolici di Comunione e Liberazione, dei neo-popolari , dei formattatori e di ogni dilettante in libertà). Ma invito a tutte le più diverse componenti del centrodestra a partecipare a primarie aperte non solo per scegliere il leader ma per segnare in maniera aperta e trasparente i rapporti di forza tra le varie anime dentro uno schieramento necessariamente unitario.Grazie alla mossa di Berlusconi, quindi, il Pdl evita la polverizzazione e può puntare addirittura ad allargare il perimetro del proprio territorio. La Destra di Francesco Storace, ad esempio, potrebbe diventare l’equivalente del Sel di Nichi Vendola per un candidato naturale alle leadership come Angelino Alfano. E quest’ultimo, grazie alle primarie aperte, potrebbe anche tentare di inserire nel progetto della grande alleanza moderata i neo-liberali di Luca di Montezemolo e quelli di Oscar Giannino. Qualcuno ipotizza che in questo disegno potrebbe rientrare anche l’Udc di Pierferdinando Casini. Ma chi prospetta questa eventualità sbaglia. Perché Casini non sarà mai disponibile ad uno schema bipolare ma persegue con coerenza il disegno di restaurare il sistema politico della Prima Repubblica incentrato sulla possibilità del centro di realizzare sempre e comunque la politica dei “due forni” tra destra e sinistra. Con Casini, dunque, non si può dialogare e fissare alleanze prima delle elezioni. Ma sempre e comunque dopo i risultati elettorali. E sempre a patto di essere un “forno” in grado di offrirgli il “pane” da lui desiderato. Ma questo è un altro film. Quello di adesso è che il Cavaliere è uscito dal campo. E con la sua decisione ha prodotto lo stesso effetto di quando decise di entrarci.