Sin da bambini il passaggio da un anno all'altro era un momento di buoni propositi, speranze e impegni, il più delle volte disattesi dalla realtà.
Oggi, personalmente, mi sento di non dover promettere o impegnarmi più di quanto già non faccia, consapevole di stare bene, di aver ottenuto forse più di quanto mi sia guadagnato e comunque di continuare, come sempre, con impegno nel mio quotidiano.
Ma la natura umana impone di non accontentarsi, guai se ci sedessimo sul passato, consumando senza produrre.
E se a livello personale troverei difficile chiedere più di quel che ho avuto e di quel che sono stato negli ultimi anni, continuo a sognare un mondo migliore, più affine a quell'Ideale che ho in testa e che è diametralmente opposto a quello di tanti chiacchieroni del web e non solo del web.
Il 2016 mi ha portato soddisfazioni e delusioni in questo campo.
La Brexit, l'elezione di Trump (vanamente avvelenata dagli ultimi giorni di un patetico e fallimentare Obama l'Africano che ci dice come sia un male eleggere in uno stato occidentale un presidente estraneo alla sua Storia, Identità, Cultura) e infine il referendum in Italia sono state soddisfazioni, mentre la mancata elezione in Austria e molte altre cose personali le delusioni.
Dovremo ancora combattere, quindi, senza arrenderci mai.
Nel 2017 spero nel voto in Francia, in Germania e in Italia.
Vorrei che si costituisse una federazione del Centro Destra tra la parte migliore di Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia.
Una federazione che vorrei prendesse il nome di Partito Nazionalista Federale, per rimarcare la natura Nazionale e l'Identità anche delle piccole comunità locali che si uniscono tra simili, "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor".
Vorrei che si smettesse di obbedire ad una entità oscura come il soviet europeo, riprendendo possesso della piena Sovranità che trova il suo compimento nel battere una moneta nazionale.
Vorrei che la Marina Militare fosse impiegata per difendere i confini della Patria, respingendo i clandestini invasori, invece di dare loro trasporto, vitto e alloggio a spese nostre e a danno degli Italiani bisognosi.
Vorrei che le nostre città siano messe in Sicurezza, ripulendole da elementi equivoci ed estranei arrivati per colpa dei predicozzi dei Bergoglio e delle Boldrine e confidando nello squallido opportunismo piacione dei Renzi e degli Alfano.
Vorrei che lo stato abbandonasse gradualmente ma con decisione, ogni interferenza nella nostra vita e ritirasse le sue dita adunche dalle nostre tasche.
Vorrei che si riuscisse a ritrovare il senso dei Valori Morali oggi esiliati da esempi inqualificabili elevati a miti per una generazione perduta, ricordando che la morte obbliga al rispetto della persona ma non ne cancella gli spregevoli comportamenti tenuti in vita, sopratutto quando questi hanno avuto una malvagia influenza sui più deboli.
Io vorrei e non vorrei ... tanto altro ancora, ma penso che l'agenda per un domani migliore sia già abbastanza consistente.
Buon Anno!
sabato 31 dicembre 2016
mercoledì 28 dicembre 2016
"Povero" Gentiloni !
Se non fosse correo con il suo predecessore, Gentiloni mi indurrebbe alla compassione.
Tocca a lui, infatti, raccogliere i cocci di tre anni disastrosi, centrati su un arrogante ronzino che credeva di essere un purosangue e, colpito dalla più classica delle ubris , ha promesso e sottoscritto accordi, senza poterli mantenere, che oggi vengono reclamati.
Non mi ricordo se in una trasmissione radiofonica o in Sky tg 24 hanno fatto l'elenco di tutto ciò che è rimasto in sospeso con le dimissioni di Renzi.
Praticamente tutto ciò che aveva iniziato e poi lasciato andare per dedicarsi ad un nuovo titolo da annunciare a reti unificate.
L'elenco è lunghissimo e non me lo ricordo (anche perchè "recitato" a mitraglia) ma mi sono rimaste impresse le problematiche relative alle pensioni, con l'Ape che sarà un fallimento perchè solo un disperato accetterebbe di anticipare di tre la anni la pensione, indebitandosi con banche e assicurazioni.
Il contratto del pubblico impiego, affannosamente siglato come pre intesa o intesa quadro a ridosso del voto referendario, senza alcun riguardo per le casse delle stato e per l'efficienza della pubblica amministrazione.
La riduzione dell'irpef che, promessa per il 2018, dovrebbe entrare nella legge di bilancio del 2017, quindi entro un anno.
E lasciando perdere quei provvedimenti ideologici che, unici, è un bene che restino fermi (come la cittadinanza per gli immigrati) ecco le banche da salvare.
Una eredità che già ha costretto Gentiloni ad aumentare di 20 miliardi il già cospicuo ed accresciuto debito pubbblico, ma che proprio in questi giorni assume dimensioni inquietanti se si pensa che nel giro di una settimana l'aumento di capitale richiesto al Monte dei Paschi di Siena e che lo stato si è praticamente impegnato ad assorbire, è lievitato da cinque a quasi nove miliardi.
Per parlare in termini di vecchie lire, con un tratto di penna Gentiloni ha aumentato, per salvare la banca amica di Siena, il debito pubblico (cioè di tutti noi) di 40mila miliardi delle vecchie lire, l'equivalente di una di quelle manovre lacrime e sangue che, però avvenivano ogni dieci anni.
E solo per il Monte dei Paschi lo stato (sempre noi: non crederete mica che Gentiloni, Padoan, Mattarella e soci si grattino in tasca !) pagherà 12-18 mila miliardi di vecchie lire, l'equivalente della "manovra di aggiustamento" annuale della prima repubblica.
Tutto in una sola banca.
Allora se Gentiloni non fosse già di suo compromesso con il precedente governo, sarebbe da compatire.
Poichè però è corresponsabile di quel che è stato fatto da Renzi, allora non possiamo pensare che sappia e voglia risolvere i problemi a vantaggio nostro, quindi l'unica alternativa sono le sue dimissioni e nuove elezioni, perchè solo un governo eletto ha il diritto di gestire le rovine chiedendo altri sacrifici a noi Italiani.
Non certo un governo di nominati.
#VotoSubito
Tocca a lui, infatti, raccogliere i cocci di tre anni disastrosi, centrati su un arrogante ronzino che credeva di essere un purosangue e, colpito dalla più classica delle ubris , ha promesso e sottoscritto accordi, senza poterli mantenere, che oggi vengono reclamati.
Non mi ricordo se in una trasmissione radiofonica o in Sky tg 24 hanno fatto l'elenco di tutto ciò che è rimasto in sospeso con le dimissioni di Renzi.
Praticamente tutto ciò che aveva iniziato e poi lasciato andare per dedicarsi ad un nuovo titolo da annunciare a reti unificate.
L'elenco è lunghissimo e non me lo ricordo (anche perchè "recitato" a mitraglia) ma mi sono rimaste impresse le problematiche relative alle pensioni, con l'Ape che sarà un fallimento perchè solo un disperato accetterebbe di anticipare di tre la anni la pensione, indebitandosi con banche e assicurazioni.
Il contratto del pubblico impiego, affannosamente siglato come pre intesa o intesa quadro a ridosso del voto referendario, senza alcun riguardo per le casse delle stato e per l'efficienza della pubblica amministrazione.
La riduzione dell'irpef che, promessa per il 2018, dovrebbe entrare nella legge di bilancio del 2017, quindi entro un anno.
E lasciando perdere quei provvedimenti ideologici che, unici, è un bene che restino fermi (come la cittadinanza per gli immigrati) ecco le banche da salvare.
Una eredità che già ha costretto Gentiloni ad aumentare di 20 miliardi il già cospicuo ed accresciuto debito pubbblico, ma che proprio in questi giorni assume dimensioni inquietanti se si pensa che nel giro di una settimana l'aumento di capitale richiesto al Monte dei Paschi di Siena e che lo stato si è praticamente impegnato ad assorbire, è lievitato da cinque a quasi nove miliardi.
Per parlare in termini di vecchie lire, con un tratto di penna Gentiloni ha aumentato, per salvare la banca amica di Siena, il debito pubblico (cioè di tutti noi) di 40mila miliardi delle vecchie lire, l'equivalente di una di quelle manovre lacrime e sangue che, però avvenivano ogni dieci anni.
E solo per il Monte dei Paschi lo stato (sempre noi: non crederete mica che Gentiloni, Padoan, Mattarella e soci si grattino in tasca !) pagherà 12-18 mila miliardi di vecchie lire, l'equivalente della "manovra di aggiustamento" annuale della prima repubblica.
Tutto in una sola banca.
Allora se Gentiloni non fosse già di suo compromesso con il precedente governo, sarebbe da compatire.
Poichè però è corresponsabile di quel che è stato fatto da Renzi, allora non possiamo pensare che sappia e voglia risolvere i problemi a vantaggio nostro, quindi l'unica alternativa sono le sue dimissioni e nuove elezioni, perchè solo un governo eletto ha il diritto di gestire le rovine chiedendo altri sacrifici a noi Italiani.
Non certo un governo di nominati.
#VotoSubito
sabato 24 dicembre 2016
Natale, come sempre, di speranza
È facile, per chi sta bene, esprimere pensieri elevati di bontà e fiducia.
Li ascoltiamo dai Bergoglio e dai Mattarella e, indubbiamente, sono di conforto per chi non ha.
Ma a ben guardare sono gli stessi dei loro predecessori.
E a cosa ci hanno portato ?
Ma qualche speranza resta, in questo Natale 2016, se pensiamo che, nonostante la massiccia propaganda e il tambureggiamento di penne e microfoni, nani e ballerine asserviti ai potenti, come nel Medio Evo, da cui ottengono gradite ricompense, il Popolo comincia a riprendersi il suo potere.
Lo hanno fatto gli Inglesi votando la Brexit.
Lo hanno fatto gli Statunitensi preferendo il cigno nero Trump alla moglie di Clinton prediletta delle consorterie affaristico finanziarie.
Lo abbiamo fatto noi Italiani votando massicciamente al referendum contro Renzi, l'uomo del soviet europeo.
C'è un vento di rivolta, anche in chi ancora vive bene, contro l'invasivita dello stato tiranno che si manifesta con l'uso spregiudicato delle tasse, delle leggi e della sua "giustizia".
C'è rabbia contro l'invasione degli immigrati favorita dalle solite consorterie che minaccia la nostra Sicurezza, il nostro Benessere e, ancor di più, la nostra Identità.
Non ci ingannano più coloro che vogliono trasferire altrove la nostra Sovranità svendendo la nostra Indipendenza di Popolo e di Nazione.
Il Natale 2016 contiene i semi per la rinascita.
Spetta a noi farli germogliare e crescere forti e vincenti nel 2017.
Quindi che il Natale sia tranquillo e sereno per tutti, per prepararci alle future battaglie che dovranno garantire a noi, ai nostri figli e nipoti, Natali altrettanto e più sereni e tranquilli.
Auguri.
Li ascoltiamo dai Bergoglio e dai Mattarella e, indubbiamente, sono di conforto per chi non ha.
Ma a ben guardare sono gli stessi dei loro predecessori.
E a cosa ci hanno portato ?
Ma qualche speranza resta, in questo Natale 2016, se pensiamo che, nonostante la massiccia propaganda e il tambureggiamento di penne e microfoni, nani e ballerine asserviti ai potenti, come nel Medio Evo, da cui ottengono gradite ricompense, il Popolo comincia a riprendersi il suo potere.
Lo hanno fatto gli Inglesi votando la Brexit.
Lo hanno fatto gli Statunitensi preferendo il cigno nero Trump alla moglie di Clinton prediletta delle consorterie affaristico finanziarie.
Lo abbiamo fatto noi Italiani votando massicciamente al referendum contro Renzi, l'uomo del soviet europeo.
C'è un vento di rivolta, anche in chi ancora vive bene, contro l'invasivita dello stato tiranno che si manifesta con l'uso spregiudicato delle tasse, delle leggi e della sua "giustizia".
C'è rabbia contro l'invasione degli immigrati favorita dalle solite consorterie che minaccia la nostra Sicurezza, il nostro Benessere e, ancor di più, la nostra Identità.
Non ci ingannano più coloro che vogliono trasferire altrove la nostra Sovranità svendendo la nostra Indipendenza di Popolo e di Nazione.
Il Natale 2016 contiene i semi per la rinascita.
Spetta a noi farli germogliare e crescere forti e vincenti nel 2017.
Quindi che il Natale sia tranquillo e sereno per tutti, per prepararci alle future battaglie che dovranno garantire a noi, ai nostri figli e nipoti, Natali altrettanto e più sereni e tranquilli.
Auguri.
lunedì 19 dicembre 2016
Contano più le idee degli uomini
La sinistra è in crisi.
I grillini non stanno meglio.
L'occasione per un ritorno prepotente sulla scena politica del Centro Destra è ora.
Leggo però di quelli che insistono nel disquisire sulle "primarie" e che Berlusconi insiste nell'offrirsi per un accordo con il governo (a parole limitato alla legge elettorale).
Capisco il Cav che ha l'obbligo, morale prima di tutto, di difendere le sue aziende dall'aggressione francese e, pertanto, è giustificata la sua disponibilità anche a fare accordi con il Diavolo (che non è il Milan).
Lo capisco, lo giustifico e lo perdono.
Ma tutti gli altri no, non hanno aziende sotto attacco e non hanno bisogno di perdere tempo su questioni nominalistiche.
Gli altri devono, in questo momento, semplicemente sostenere quelle Idee che ci distinguono dalla sinistra e dai grillini e che rappresentano il sentimento profondo degli elettori del Centro Destra.
La riduzione delle tasse attraverso la flat tax, l'abolizione di ogni imposizione sulla casa e la riduzione delle tasse sui risparmi.
Il respingimento dei clandestini e la bonifica del territorio da quelli arrivati in questi anni (tanto più, adesso, con la liberazione di Aleppo anche i cosiddetti profughi siriani possono tranquillamente essere rispediti a casa loro) .
Ripensare le leggi di deriva morale approvate in questa legislatura e in alcune delle precedenti, per restaurare i Valori Tradizionali che fortificano anche l'animo dei cittadini.
Sono Idee semplici, le stesse che hanno dato la vittoria a Trump e che stanno diffondendosi in tutta Europa.
E' vero che le idee camminano sulle gambe degli uomini ma, oggi, non c'è bisogno di perdersi in vuote chiacchiere sulla leadership e sulle primarie.
Quando si tratterà di andare al voto, gli iscritti ai partiti della coalizione faranno presto ad individuare un candidato alla presidenza del consiglio che sia adeguato.
Non è necessario che sia il leader di un partito, potrebbe anche essere un soggetto affidabile, ma al momento non di prima fila.
#VotoSubito
#AlessioZanon
I grillini non stanno meglio.
L'occasione per un ritorno prepotente sulla scena politica del Centro Destra è ora.
Leggo però di quelli che insistono nel disquisire sulle "primarie" e che Berlusconi insiste nell'offrirsi per un accordo con il governo (a parole limitato alla legge elettorale).
Capisco il Cav che ha l'obbligo, morale prima di tutto, di difendere le sue aziende dall'aggressione francese e, pertanto, è giustificata la sua disponibilità anche a fare accordi con il Diavolo (che non è il Milan).
Lo capisco, lo giustifico e lo perdono.
Ma tutti gli altri no, non hanno aziende sotto attacco e non hanno bisogno di perdere tempo su questioni nominalistiche.
Gli altri devono, in questo momento, semplicemente sostenere quelle Idee che ci distinguono dalla sinistra e dai grillini e che rappresentano il sentimento profondo degli elettori del Centro Destra.
La riduzione delle tasse attraverso la flat tax, l'abolizione di ogni imposizione sulla casa e la riduzione delle tasse sui risparmi.
Il respingimento dei clandestini e la bonifica del territorio da quelli arrivati in questi anni (tanto più, adesso, con la liberazione di Aleppo anche i cosiddetti profughi siriani possono tranquillamente essere rispediti a casa loro) .
Ripensare le leggi di deriva morale approvate in questa legislatura e in alcune delle precedenti, per restaurare i Valori Tradizionali che fortificano anche l'animo dei cittadini.
Sono Idee semplici, le stesse che hanno dato la vittoria a Trump e che stanno diffondendosi in tutta Europa.
E' vero che le idee camminano sulle gambe degli uomini ma, oggi, non c'è bisogno di perdersi in vuote chiacchiere sulla leadership e sulle primarie.
Quando si tratterà di andare al voto, gli iscritti ai partiti della coalizione faranno presto ad individuare un candidato alla presidenza del consiglio che sia adeguato.
Non è necessario che sia il leader di un partito, potrebbe anche essere un soggetto affidabile, ma al momento non di prima fila.
#VotoSubito
#AlessioZanon
domenica 18 dicembre 2016
Chi la fa l'aspetti
Nel giro di quarantotto ore sono scoppiati una serie di bubboni, di natura differente tra loro, ma che hanno come denominatore comune la manifesta inesistenza di una "diversità" migliore di chi ha sempre aggredito il Centro Destra e i suoi uomini.
Anzi, non viene esplicitamente detto, ma il pensiero che, tutto sommato, i tanti piccoli uomini del Centro Destra fossero meglio dei Soloni della sinistra e dei grillini attraversa le menti, almeno quelle più lucide e coscienziose.
Sala, la Raggi e la Fedeli sono tre aspetti di quanto si possa sbagliare e, soprattutto, di quanto si sia sbagliato nel gettare la croce addosso al Centro Destra negli anni del suo governo.
Dal mio punto di vista il fatto più grave è quello di Milano, dove un neosindaco, eletto sull'onda di un presunto successo nella gestione dell'Expo, ora vede scoprire vicende non chiare di tale gestione.
Ed è grave che costui voglia ritirarsi sull'Aventino, cercando da un lato di "fare bella figura" con l'autosospensione, dall'altro di tenersi la porta aperta per un ritorno.
Ha mille ragioni Salvini nel dire che Sala, se è convinto di essere a posto, deve andare in ufficio a lavorare per i milanesi, e se, invece, ha qualche dubbio su quel che ha fatto, allora deve dimettersi.
Grave quasi quanto la vicenda di Sala è quella della Fedeli.
Ministro dell'istruzione nel nuovo governo, si scopre prima senza laurea, quindi senza maturità.
Non è una colpa essere senza laurea e neppure senza maturità (magari, però, il ruolo di ministro dell'istruzione appare un po' fuori luogo) ma quello di aver cercato di coprirlo, di aver giocato sull'equivoco.
E, soprattutto, di non pensare a dimettersi, cosa che farebbe acquisire alla Fedeli un nuova dignità.
Infine la Raggi.
Contrariamente a quello che viene strombazzato da penne e microfoni di regime, interessati a demolire i grillini per fare un favore al pci/pds/ds/pd, è la situazione meno grave.
Intanto la Raggi non è indagata e non ha mentito, al massimo può esserle imputata una ingenuità ripetuta, nulla più.
Ma sulla vicenda di Roma si innestano ben altre considerazioni.
Intanto il fatto che la Raggi, come Alemanno prima di lei, si è trovata a gestire una situazione ereditata da quaranta anni (meno i cinque di Alemanno che, a sua volta, si era trovato ad essere sindaco dopo oltre trenta anni di giunte cattosocialcomuniste) di metastasi provocata dalle giunte di sinistra, cattosocialcomuniste, che si sono succedute a cominciare da quella di Argan del 1975.
In quaranta anni sono cambiati tutti i dipendenti comunali e le varie giunte hanno potuto riempire i vari uffici con personale di loro gradimento e orientamento.
Non essendoci alcuna possibilità, per il nuovo sindaco, di sostituire il personale comunale, la Raggi (ma anche Alemanno prima di lei o a Bologna Guazzaloca nel 1999) è costretta a lavorare con uffici fondamentalmente ostili perchè legati alle passate giunte ed è gioco forza che si rivolga a quelle mosche bianche, come Marra, che sembravano, rappresentavano un qualcosa di differente.
In aggiunta abbiamo una magistratura che, brandendo come clave leggi e regolamenti (troppi !) e ricoprendo quell'incarico solo in virtù del superamento di un concorso pubblico e non di un'elezione a fronte della quale rispondere periodicamente agli elettori (come accade ai procuratori negli Stati Uniti) intervengono continuamente a fare le pulci a chiunque voglia lavorare e, per farlo, acceleri le procedure.
E' una evidente stortura del nostro sistema che, in sostanza, impone ai sindaci eletti dal Popolo di non fare nulla se non gli "atti dovuti", sennò rischiano di incappare nelle indagini di un magistrato non eletto ma che ha solo superato un concorso pubblico.
Probabilmente a Roma e Milano molti cittadini si staranno pentendo di non aver votato la Meloni e Parisi, perchè risulta sempre più chiaro che, nonostante la gravi lacune e l'improvvisazione spesso figlia di ignoranza, il Centro Destra di governo era molto meglio della sinistra di potere e dell'antipotere grillino.
Poi ci si domanda perchè c'è gran voglia di ruspe per fare tabula rasa di tutto e tutti ...
Anzi, non viene esplicitamente detto, ma il pensiero che, tutto sommato, i tanti piccoli uomini del Centro Destra fossero meglio dei Soloni della sinistra e dei grillini attraversa le menti, almeno quelle più lucide e coscienziose.
Sala, la Raggi e la Fedeli sono tre aspetti di quanto si possa sbagliare e, soprattutto, di quanto si sia sbagliato nel gettare la croce addosso al Centro Destra negli anni del suo governo.
Dal mio punto di vista il fatto più grave è quello di Milano, dove un neosindaco, eletto sull'onda di un presunto successo nella gestione dell'Expo, ora vede scoprire vicende non chiare di tale gestione.
Ed è grave che costui voglia ritirarsi sull'Aventino, cercando da un lato di "fare bella figura" con l'autosospensione, dall'altro di tenersi la porta aperta per un ritorno.
Ha mille ragioni Salvini nel dire che Sala, se è convinto di essere a posto, deve andare in ufficio a lavorare per i milanesi, e se, invece, ha qualche dubbio su quel che ha fatto, allora deve dimettersi.
Grave quasi quanto la vicenda di Sala è quella della Fedeli.
Ministro dell'istruzione nel nuovo governo, si scopre prima senza laurea, quindi senza maturità.
Non è una colpa essere senza laurea e neppure senza maturità (magari, però, il ruolo di ministro dell'istruzione appare un po' fuori luogo) ma quello di aver cercato di coprirlo, di aver giocato sull'equivoco.
E, soprattutto, di non pensare a dimettersi, cosa che farebbe acquisire alla Fedeli un nuova dignità.
Infine la Raggi.
Contrariamente a quello che viene strombazzato da penne e microfoni di regime, interessati a demolire i grillini per fare un favore al pci/pds/ds/pd, è la situazione meno grave.
Intanto la Raggi non è indagata e non ha mentito, al massimo può esserle imputata una ingenuità ripetuta, nulla più.
Ma sulla vicenda di Roma si innestano ben altre considerazioni.
Intanto il fatto che la Raggi, come Alemanno prima di lei, si è trovata a gestire una situazione ereditata da quaranta anni (meno i cinque di Alemanno che, a sua volta, si era trovato ad essere sindaco dopo oltre trenta anni di giunte cattosocialcomuniste) di metastasi provocata dalle giunte di sinistra, cattosocialcomuniste, che si sono succedute a cominciare da quella di Argan del 1975.
In quaranta anni sono cambiati tutti i dipendenti comunali e le varie giunte hanno potuto riempire i vari uffici con personale di loro gradimento e orientamento.
Non essendoci alcuna possibilità, per il nuovo sindaco, di sostituire il personale comunale, la Raggi (ma anche Alemanno prima di lei o a Bologna Guazzaloca nel 1999) è costretta a lavorare con uffici fondamentalmente ostili perchè legati alle passate giunte ed è gioco forza che si rivolga a quelle mosche bianche, come Marra, che sembravano, rappresentavano un qualcosa di differente.
In aggiunta abbiamo una magistratura che, brandendo come clave leggi e regolamenti (troppi !) e ricoprendo quell'incarico solo in virtù del superamento di un concorso pubblico e non di un'elezione a fronte della quale rispondere periodicamente agli elettori (come accade ai procuratori negli Stati Uniti) intervengono continuamente a fare le pulci a chiunque voglia lavorare e, per farlo, acceleri le procedure.
E' una evidente stortura del nostro sistema che, in sostanza, impone ai sindaci eletti dal Popolo di non fare nulla se non gli "atti dovuti", sennò rischiano di incappare nelle indagini di un magistrato non eletto ma che ha solo superato un concorso pubblico.
Probabilmente a Roma e Milano molti cittadini si staranno pentendo di non aver votato la Meloni e Parisi, perchè risulta sempre più chiaro che, nonostante la gravi lacune e l'improvvisazione spesso figlia di ignoranza, il Centro Destra di governo era molto meglio della sinistra di potere e dell'antipotere grillino.
Poi ci si domanda perchè c'è gran voglia di ruspe per fare tabula rasa di tutto e tutti ...
martedì 13 dicembre 2016
Azzannare Gentiloni finchè non si vota
Hanno fatto male Fratelli d'Italia e Forza Italia a partecipare alle consultazioni di Gentiloni, legittimandolo.
Hanno fatto bene Lega e grillini a non legittimarlo declinando l'invito a celebrare assieme un triste e trito rito, quando tutto è già predeterminato.
Ho sentito Lupi "volare alto", parlando di programmi e di emergenze, pur di non dar corso alla stesura di una nuova legge elettorale cui farebbe seguito un voto che spazzerebbe via tutti i voltagabbana che non riuscissero a trovare rapidamente un riposizionamento (come hanno tempestivamente fatto la De Girolamo e Schifani).
Gentiloni ci accollerà anche il "salvataggio" della rossa banca senese e si inginocchierà davanti al soviet europeo che gli imporrà di imporci nuovi sacrifici economici.
Mi ricordo nel passato un altro nulla assurto alla presidenza del consiglio, Giovanni Goria, che assicurava che non avrebbe mai tassato i titoli di stato e uno dei primo provvedimenti fu quello di tassarli.
Lui si difese dicendo che non tassava i titoli esistenti, ma solo gli interessi futuri, ma la realtà è davanti ai nostri occhi.
Ormai ascolto in tutte le trasmissioni, persino rai e sky, le più ossequiose verso il vecchio padroncino di Rignano, frasi tipo: Renzi aveva detto che avrebbe considerata conclusa la sua attività politica se avesse perso il referendum, perchè allora non se ne va invece di continuare a fare danni ? Oppure: Renzi è congenitamente incapace di mantenere la parola.
Gentiloni è stato messo lì per tenere in caldo il posto di Renzi, ma uno che diventa presidente del consiglio non è detto che rinunci a prebende e onori tanto facilmente, anche se pedoni, alfieri, cavalli e anche la regina, sono tutti del re in esilio.
Ma Gentiloni può contare su una massa di parlamentari che, se terminasse ora la legislatura, non maturerebbero il diritto alla pensione e dovrebbero tornare a lavorare (se mai hanno lavorato in vita loro).
Il Centro Destra deve riprendere la rotta, con decisione a lasciando indietro chi manifestasse titubanze o cedimenti alla trattativa.
Non ci può essere trattativa.
Male che vada fra poco più di un anno saranno obbligati a farci votare e allora noi elettori decideremo chi è stato coerente e chi è inaffidabile.
I temi sono sempre quelli: tasse, immigrazione, europa, deriva morale.
Le risposte sono sempre quelle: flat tax, respingimento ed espulsioni, ritorno alla lira e alla Sovranità, ripristinare, anche manu militari, il Mos Maiorum.
I Gentiloni di turno, ossequiosi verso il soviet europeo, non risolveranno mai i nostri problemi perchè saranno sempre sudditi di Bruxelles e Berlino.
L'unica scelta è continuare ad azzannare i Gentiloni di turno, su ogni singolo provvedimento, su ogni singolo articolo, finchè non saremo chiamati a votare.
"Opposizione dura, senza se e senza ma".
E soprattutto senza legittimare la scelta del quarto governo nato nel Palazzo in spregio alla volontà popolare e che si regge solo grazie al voto dei voltagabbana.
Ultima annotazione.
La viltà di Alfano, uomo sempre più senza quid, che è scappato anche dal ministero dell'interno dopo aver fatto danni, ha consegnato alla sinistra tutti, tranne la commisisone parlamentare, gli organi direttivi sui servizi segreti e le forze di polizia e armate: ministero della difesa (Pinotti) e degli interni (Minniti).
Potremo aspettarci una stagione dei dossier ?
Non vorrei che per accorciare la vita del governo Gentiloni dovessimo sperare in Verdini che non ha ricevuto, almeno a livello ministeriale, la ricompensa sperata.
Hanno fatto bene Lega e grillini a non legittimarlo declinando l'invito a celebrare assieme un triste e trito rito, quando tutto è già predeterminato.
Ho sentito Lupi "volare alto", parlando di programmi e di emergenze, pur di non dar corso alla stesura di una nuova legge elettorale cui farebbe seguito un voto che spazzerebbe via tutti i voltagabbana che non riuscissero a trovare rapidamente un riposizionamento (come hanno tempestivamente fatto la De Girolamo e Schifani).
Gentiloni ci accollerà anche il "salvataggio" della rossa banca senese e si inginocchierà davanti al soviet europeo che gli imporrà di imporci nuovi sacrifici economici.
Mi ricordo nel passato un altro nulla assurto alla presidenza del consiglio, Giovanni Goria, che assicurava che non avrebbe mai tassato i titoli di stato e uno dei primo provvedimenti fu quello di tassarli.
Lui si difese dicendo che non tassava i titoli esistenti, ma solo gli interessi futuri, ma la realtà è davanti ai nostri occhi.
Ormai ascolto in tutte le trasmissioni, persino rai e sky, le più ossequiose verso il vecchio padroncino di Rignano, frasi tipo: Renzi aveva detto che avrebbe considerata conclusa la sua attività politica se avesse perso il referendum, perchè allora non se ne va invece di continuare a fare danni ? Oppure: Renzi è congenitamente incapace di mantenere la parola.
Gentiloni è stato messo lì per tenere in caldo il posto di Renzi, ma uno che diventa presidente del consiglio non è detto che rinunci a prebende e onori tanto facilmente, anche se pedoni, alfieri, cavalli e anche la regina, sono tutti del re in esilio.
Ma Gentiloni può contare su una massa di parlamentari che, se terminasse ora la legislatura, non maturerebbero il diritto alla pensione e dovrebbero tornare a lavorare (se mai hanno lavorato in vita loro).
Il Centro Destra deve riprendere la rotta, con decisione a lasciando indietro chi manifestasse titubanze o cedimenti alla trattativa.
Non ci può essere trattativa.
Male che vada fra poco più di un anno saranno obbligati a farci votare e allora noi elettori decideremo chi è stato coerente e chi è inaffidabile.
I temi sono sempre quelli: tasse, immigrazione, europa, deriva morale.
Le risposte sono sempre quelle: flat tax, respingimento ed espulsioni, ritorno alla lira e alla Sovranità, ripristinare, anche manu militari, il Mos Maiorum.
I Gentiloni di turno, ossequiosi verso il soviet europeo, non risolveranno mai i nostri problemi perchè saranno sempre sudditi di Bruxelles e Berlino.
L'unica scelta è continuare ad azzannare i Gentiloni di turno, su ogni singolo provvedimento, su ogni singolo articolo, finchè non saremo chiamati a votare.
"Opposizione dura, senza se e senza ma".
E soprattutto senza legittimare la scelta del quarto governo nato nel Palazzo in spregio alla volontà popolare e che si regge solo grazie al voto dei voltagabbana.
Ultima annotazione.
La viltà di Alfano, uomo sempre più senza quid, che è scappato anche dal ministero dell'interno dopo aver fatto danni, ha consegnato alla sinistra tutti, tranne la commisisone parlamentare, gli organi direttivi sui servizi segreti e le forze di polizia e armate: ministero della difesa (Pinotti) e degli interni (Minniti).
Potremo aspettarci una stagione dei dossier ?
Non vorrei che per accorciare la vita del governo Gentiloni dovessimo sperare in Verdini che non ha ricevuto, almeno a livello ministeriale, la ricompensa sperata.
domenica 11 dicembre 2016
No al poker di nominati
Se Renzi fosse un uomo d'onore la cui parola avesse valore, non staremmo qui a pendere dalle elucubrazioni di Mattarella.
Renzi resterebbe presidente del consiglio fino ad un voto ravvicinato a febbraio.
Potrebbe farlo perché, abbandonando la politica dopo la sconfitta come più volte dichiarato e spergiurato perché lui sarebbe diverso dagli altri politici, garantirebbe imparzialità nel guidare il parlamento verso la nuova legge elettorale e nella campagna elettorale.
Ma Renzi sembra proprio che non voglia dimostrarsi uomo d'onore e, quindi, la sua parola, se non si ritira dalla politica, non vale nulla.
Lui vuole ripresentarsi quindi non può restare a Palazzo Chigi.
Ma non può neppure pensare di imporre il suo Gul o Medvedev come sarebbero Gentiloni o Padoan o Delrio o simili.
Le soluzioni di cui si parla, con Alfano e Verdini che dichiarano di essere a favore di qualsiasi governo purché ci sia posto per loro, sono tutte di parte e inaffidabili per garantire una corretta campagna elettorale.
Soprattutto se si dovesse pensare a porre a carico dei contribuenti i debiti della banca rossa per eccellenza, il Monte dei Paschi, che ci costerebbe molto meno se lo stato pagasse il pensionamento anticipato per 26mila lavoratori del credito per far posto a quelli di Mps una volta dichiarato il fallimento della banca e chiuse le filiali.
E non è accettabile il quarto presidente del consiglio di nomina quirinalizia, senza il voto popolare, al quale affidare questioni rilevanti come l'invasione degli immigrati, le tasse, la permanenza in europa.
Meglio nessun governo, come è accaduto per oltre un anno al Belgio e quasi un anno alla Spagna.
Non occorre un governo perché il parlamento voti una legge elettorale e Mattarella convochi i comizi per febbraio.
Basta un generale che gestisca l'ordinaria amministrazione.
Renzi resterebbe presidente del consiglio fino ad un voto ravvicinato a febbraio.
Potrebbe farlo perché, abbandonando la politica dopo la sconfitta come più volte dichiarato e spergiurato perché lui sarebbe diverso dagli altri politici, garantirebbe imparzialità nel guidare il parlamento verso la nuova legge elettorale e nella campagna elettorale.
Ma Renzi sembra proprio che non voglia dimostrarsi uomo d'onore e, quindi, la sua parola, se non si ritira dalla politica, non vale nulla.
Lui vuole ripresentarsi quindi non può restare a Palazzo Chigi.
Ma non può neppure pensare di imporre il suo Gul o Medvedev come sarebbero Gentiloni o Padoan o Delrio o simili.
Le soluzioni di cui si parla, con Alfano e Verdini che dichiarano di essere a favore di qualsiasi governo purché ci sia posto per loro, sono tutte di parte e inaffidabili per garantire una corretta campagna elettorale.
Soprattutto se si dovesse pensare a porre a carico dei contribuenti i debiti della banca rossa per eccellenza, il Monte dei Paschi, che ci costerebbe molto meno se lo stato pagasse il pensionamento anticipato per 26mila lavoratori del credito per far posto a quelli di Mps una volta dichiarato il fallimento della banca e chiuse le filiali.
E non è accettabile il quarto presidente del consiglio di nomina quirinalizia, senza il voto popolare, al quale affidare questioni rilevanti come l'invasione degli immigrati, le tasse, la permanenza in europa.
Meglio nessun governo, come è accaduto per oltre un anno al Belgio e quasi un anno alla Spagna.
Non occorre un governo perché il parlamento voti una legge elettorale e Mattarella convochi i comizi per febbraio.
Basta un generale che gestisca l'ordinaria amministrazione.
martedì 6 dicembre 2016
Non vanificare il risultato
Se Renzi avesse anche solo un dieci per cento della dignità di Cameron, non solo si dimetterebbe ma si ritirerebbe a vita privata per cominciare (e sarebbe ora, a quaranta anni !) a lavorare.
Poichè Renzi da una dozzina e più di anni sa solo chiacchierare dal pulpito di presidente della provincia, di sindaco, di segretario del pci/pds/ds/pd o di presidente non eletto del consiglio, forse si dimetterà (non giurerei che lui e Mattarella non si accordino per propinarci un'ammuina e così ce lo ritroviamo a galleggiare con Alfano e Verdini) ma sicuramente si ripresenterà con l'intenzione di fare altri danni.
Quindi i nostri rappresentanti, che non sono altri che la parte migliore di Forza Italiala, la Lega e Fratelli d'Italia, devono battere il ferro finchè è caldo.
Organizzare, presto, un sistema di consultazione interna (io preferirei i vecchi congressi cui siano ammessi solo gli iscritti da almeno 1 anno ed eleggibili solo gli iscritti da almeno 2 anni) per definire programma e candidature per elezioni che, al più tardi nel 2018, saranno un Armageddon.
Ci sarà infatti da una parte Renzi con tutta la sinistra più o meno unita, poi Grillo con degli arrabbiati senza prospettive e, infine, il Centro Destra possibilmente su posizione nette e chiare sulle principali questioni sul tappeto come le tasse, il soviet europeo, l'immigrazione, i Valori morali.
Il momento per prepararsi all'Armageddon, all'ordalia elettorale è ORA.
Perchè non si può escludere che cerchino di sfruttare un momento di rilassamento per convocare elezioni anticipate.
Non dobbiamo perdete tempo in chiacchiere, in consultazioni.
Soprattutto non perdete tempo in trattative e compromessi.
#SiAlCentrodestra
Poichè Renzi da una dozzina e più di anni sa solo chiacchierare dal pulpito di presidente della provincia, di sindaco, di segretario del pci/pds/ds/pd o di presidente non eletto del consiglio, forse si dimetterà (non giurerei che lui e Mattarella non si accordino per propinarci un'ammuina e così ce lo ritroviamo a galleggiare con Alfano e Verdini) ma sicuramente si ripresenterà con l'intenzione di fare altri danni.
Quindi i nostri rappresentanti, che non sono altri che la parte migliore di Forza Italiala, la Lega e Fratelli d'Italia, devono battere il ferro finchè è caldo.
Organizzare, presto, un sistema di consultazione interna (io preferirei i vecchi congressi cui siano ammessi solo gli iscritti da almeno 1 anno ed eleggibili solo gli iscritti da almeno 2 anni) per definire programma e candidature per elezioni che, al più tardi nel 2018, saranno un Armageddon.
Ci sarà infatti da una parte Renzi con tutta la sinistra più o meno unita, poi Grillo con degli arrabbiati senza prospettive e, infine, il Centro Destra possibilmente su posizione nette e chiare sulle principali questioni sul tappeto come le tasse, il soviet europeo, l'immigrazione, i Valori morali.
Il momento per prepararsi all'Armageddon, all'ordalia elettorale è ORA.
Perchè non si può escludere che cerchino di sfruttare un momento di rilassamento per convocare elezioni anticipate.
Non dobbiamo perdete tempo in chiacchiere, in consultazioni.
Soprattutto non perdete tempo in trattative e compromessi.
#SiAlCentrodestra
sabato 3 dicembre 2016
Perchè è giusto votare NO
Renzi ha ragione su una sola cosa: con il voto di domenica 4 dicembre ci giochiamo una larga fetta del nostro futuro.
Però il nostro futuro sarà compromesso dal sì, mentre avremo la possibilità di renderlo migliore con un NO.
Renzi ha voluto fare una pesante modifica costituzionale perchè i suoi referenti possano imporre una sovranità limitata al Popolo Italiano.
Ne abbiamo traccia nel richiamo all'Unione Europea (cioè al soviet affaristico finanziario che vorrebbe comandare in europa) dell'art. 55 e trova la sua sublimazione nella trasformazione del senato da camera alta, con pari dignità e diritti di quella bassa ma, soprattutto, eletta direttamente dai cittadini e dove chiunque potrebbe essere eletto, in un sinedrio di oligarchi, nominati dai partiti, all'interno dei partiti e dove l'accesso è consentito solo a sindaci, consiglieri regionali e cinque favoriti del presidente della repubblica.
Un senato che diventerebbe custode dello status quo, perchè senza la sua approvazione, nulla potrà più cambiare.
L'esproprio della nostra sovranità viene quindi perfezionato con l'abbandono del timido federalismo che aveva portato nel 2001 ad una sia pur timida riforma a favore delle autonomie locali.
E' quella la linea portante della schiforma di Renzi: l'esproprio della Sovranità Popolare per condurci ad una sovranità limitata di brezneviana memoria.
C'è forse qualcuno che possa credere, come cerca di bischerare Renzi, che i vari Financial Time e Wall Stree Journal, Ocse e Fondo Monetario Internazionale, Juncker e Moscovici, Schauble e Schultz, Napolitano e Prodi, siano interessati al bene dell'Italia e degli Italiani ?
Impossibile che simili personaggi ed organismo si preoccupino altro che degli interessi e dei privilegi loro personali e della loro casta.
Renzi è solo il terzo che hanno nominato presidente del consiglio, dopo Monti e Letta, perchè portasse l'Italia in ginocchio da loro, realizzando, come accadrebbe se vincessero i sì, lo scippo della nostra Indipendenza Nazionale.
Votare NO è quindi non solo giusto, ma doveroso sia per il contenuto della schiforma che toglie anzichè aggiungere (Sovranità) , sia per ragioni strettamente politiche per sconfiggere le forze del Male che si nascondono dietro a Renzi.
Nella consapevolezza che, comunque, la guerra non finirà il 4 dicembre.
#IoVotoNo
Però il nostro futuro sarà compromesso dal sì, mentre avremo la possibilità di renderlo migliore con un NO.
Renzi ha voluto fare una pesante modifica costituzionale perchè i suoi referenti possano imporre una sovranità limitata al Popolo Italiano.
Ne abbiamo traccia nel richiamo all'Unione Europea (cioè al soviet affaristico finanziario che vorrebbe comandare in europa) dell'art. 55 e trova la sua sublimazione nella trasformazione del senato da camera alta, con pari dignità e diritti di quella bassa ma, soprattutto, eletta direttamente dai cittadini e dove chiunque potrebbe essere eletto, in un sinedrio di oligarchi, nominati dai partiti, all'interno dei partiti e dove l'accesso è consentito solo a sindaci, consiglieri regionali e cinque favoriti del presidente della repubblica.
Un senato che diventerebbe custode dello status quo, perchè senza la sua approvazione, nulla potrà più cambiare.
L'esproprio della nostra sovranità viene quindi perfezionato con l'abbandono del timido federalismo che aveva portato nel 2001 ad una sia pur timida riforma a favore delle autonomie locali.
E' quella la linea portante della schiforma di Renzi: l'esproprio della Sovranità Popolare per condurci ad una sovranità limitata di brezneviana memoria.
C'è forse qualcuno che possa credere, come cerca di bischerare Renzi, che i vari Financial Time e Wall Stree Journal, Ocse e Fondo Monetario Internazionale, Juncker e Moscovici, Schauble e Schultz, Napolitano e Prodi, siano interessati al bene dell'Italia e degli Italiani ?
Impossibile che simili personaggi ed organismo si preoccupino altro che degli interessi e dei privilegi loro personali e della loro casta.
Renzi è solo il terzo che hanno nominato presidente del consiglio, dopo Monti e Letta, perchè portasse l'Italia in ginocchio da loro, realizzando, come accadrebbe se vincessero i sì, lo scippo della nostra Indipendenza Nazionale.
Votare NO è quindi non solo giusto, ma doveroso sia per il contenuto della schiforma che toglie anzichè aggiungere (Sovranità) , sia per ragioni strettamente politiche per sconfiggere le forze del Male che si nascondono dietro a Renzi.
Nella consapevolezza che, comunque, la guerra non finirà il 4 dicembre.
#IoVotoNo
giovedì 1 dicembre 2016
Basta un sì e ci ruberanno il futuro
Credo non sia sfuggita a nessuno la frenetica attività di Renzi per la campagna elettorale referendaria.
Un simile attivismo non ha precedenti se non nella sfortunata battaglia di Fanfani nel 1974 contro il divorzio.
Renzi, praticamente, è in ogni televisione, giornale radio, quotidiano, in internet, dove ripete sempre le sue battute che, una volta sono penetranti, ma due, tre, quattro, dieci volte, rappresentano un lavaggio del cervelloasfissiante.
Dopo il richiamo di Juncker ("non possiamo lasciare Renzi da solo") ecco che sono scesi in campo gli altri loschi figuri delle consorterie e del soviet.
Da Schauble che "se fossi italiano voterei sì" al Fondo Monetario Internazionale e all'Ocse che esaltano le schiforme di Renzi.
Stampa, radio e televisione in Italia (e non solo viste le intemerate del Financial Times, del Wall Street Journal e dell'Economist) sono allineate e coperte dietro l'ordine di scuderia che, evidentemente, è quello di far vincere i sì a tutti i costi.
Sembra che il soviet sia più preoccupato per la vittoria del NO in Italia che per quella di Hofer in Austria, dove non si assiste ad una tale invasione di campo.
La potenza di fuoco mediatico e non che è stata messa in campo è spaventosa.
I debiti che Renzi sta contraendo con i suoi padrini dovrebbe esserlo, per lui, ancora di più.
Le promesse di elargizione ormai non si contano più.
Soldi agli statali, soldi ai pensionati, soldi agli studenti e ai professori, ai metalmeccanici e agli immigrati, ai banchieri e agli industriali ... soprattutto ai banchieri e agli industriali, NOSTRI soldi.
La paura che l'Italia segua l'esempio del Regno Unito è tale che Juncker, Schauble e gli altri Scrooge del soviet accettano persino di essere dileggiati dal fiorentino che, da parte sua, le prova tutte per cercare di convincere gli Italiani a votare per il sì.
Cerca voti nel Centro Destra, cerca voti tra i grillini, ovunque pur di far passare una modifica costituzionale che esproprierebbe il Popolo della sua Sovranità per cederla a quegli Scrooge del soviet europeo.
Costoro sono preoccupati non per l'unione europea, ma per i loro affari, perchè se l'Italia si ribella, sarebbe solo la prima di una lunga serie di "NO" che ariverebbero a compromettere la loro ricchezza e, soprattutto il loro potere dietro le quinte delle varie consorterie.
La posta in gioco è altissima, perchè, come ha scritto un giornalista renziano riprendendo e omaggiando le parole del suo idolo, se ci hanno rubato il passato ed il presente, per il futuro basta un sì.
Certo, basta un sì perchè ci rubino anche il futuro.
#IoVotoNo
Un simile attivismo non ha precedenti se non nella sfortunata battaglia di Fanfani nel 1974 contro il divorzio.
Renzi, praticamente, è in ogni televisione, giornale radio, quotidiano, in internet, dove ripete sempre le sue battute che, una volta sono penetranti, ma due, tre, quattro, dieci volte, rappresentano un lavaggio del cervelloasfissiante.
Dopo il richiamo di Juncker ("non possiamo lasciare Renzi da solo") ecco che sono scesi in campo gli altri loschi figuri delle consorterie e del soviet.
Da Schauble che "se fossi italiano voterei sì" al Fondo Monetario Internazionale e all'Ocse che esaltano le schiforme di Renzi.
Stampa, radio e televisione in Italia (e non solo viste le intemerate del Financial Times, del Wall Street Journal e dell'Economist) sono allineate e coperte dietro l'ordine di scuderia che, evidentemente, è quello di far vincere i sì a tutti i costi.
Sembra che il soviet sia più preoccupato per la vittoria del NO in Italia che per quella di Hofer in Austria, dove non si assiste ad una tale invasione di campo.
La potenza di fuoco mediatico e non che è stata messa in campo è spaventosa.
I debiti che Renzi sta contraendo con i suoi padrini dovrebbe esserlo, per lui, ancora di più.
Le promesse di elargizione ormai non si contano più.
Soldi agli statali, soldi ai pensionati, soldi agli studenti e ai professori, ai metalmeccanici e agli immigrati, ai banchieri e agli industriali ... soprattutto ai banchieri e agli industriali, NOSTRI soldi.
La paura che l'Italia segua l'esempio del Regno Unito è tale che Juncker, Schauble e gli altri Scrooge del soviet accettano persino di essere dileggiati dal fiorentino che, da parte sua, le prova tutte per cercare di convincere gli Italiani a votare per il sì.
Cerca voti nel Centro Destra, cerca voti tra i grillini, ovunque pur di far passare una modifica costituzionale che esproprierebbe il Popolo della sua Sovranità per cederla a quegli Scrooge del soviet europeo.
Costoro sono preoccupati non per l'unione europea, ma per i loro affari, perchè se l'Italia si ribella, sarebbe solo la prima di una lunga serie di "NO" che ariverebbero a compromettere la loro ricchezza e, soprattutto il loro potere dietro le quinte delle varie consorterie.
La posta in gioco è altissima, perchè, come ha scritto un giornalista renziano riprendendo e omaggiando le parole del suo idolo, se ci hanno rubato il passato ed il presente, per il futuro basta un sì.
Certo, basta un sì perchè ci rubino anche il futuro.
#IoVotoNo
lunedì 28 novembre 2016
NO alla costituzione immodificabile che vorrebbe Renzi
Tra le tante perversioni legislative e masturbazioni mentali che la "riforma" costituzionale che vorrebbe Renzi propone, ve n'è una, gravissima, che lede il diritto del Popolo a modificare la costituzione stessa.
La carta del 1948 è pessima perchè scritta da un connubio di socialisti, cattolici e comunisti e la loro ideologica pervade l'intera struttura.
La carta del 1948 è rigida, perchè la procedura di modifica costituzionale, come possiamo vedere in questi giorni, è complessa e richiede un lungo tempo di gestazione.
Ma, almeno, la riforma della carta è teoricamente possibile.
Con le modifiche proposte da Renzi la carta diverrebbe sostanzialmente immodificabile.
Abbiamo infatti visto come lungi dall'essere abolito, come nelle favole raccontate dai sostenitori di Renzi, il senato resta, con proprie competenze, tra le quali, come recita il proposto articolo 70 "per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali".
Questo significa che i cento nominati (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 quirinalizi) potrebbero bloccare qualunque proposta di revisione costituzionale fosse approvata, anche a maggioranza debordante, dalla camera pur eletta dal Popolo.
Senza il voto favorevole del senato, infatti, non passerebbe alcuna modifica costituzionale, non ci sarebbe alcun referendum confermativo e la volontà del Popolo sarebbe calpestata.
E possiamo tutti immaginare come i nominati, dovendo il loro incarico e la loro stessa immunità, ad un sistema che con una revisione costituzionale verrebbe cambiato, mai e poi mai accetterebbero di "sacrificarsi", annientando il potere della casta di cui sarebbero chiamati a difendere i privilegi.
Del resto, la stessa farraginosa procedura di nomina dei senatori, slegata dal momento in cui viene eletta la camera, quindi priva di rappresentatività popolare, è indice di una volontà di bloccare sul nascere ogni rinnovamento ed ogni movimento che se ne faccia interprete.
Un senato di nominati, posti in quello scranno di privilegio, da una consorteria di politici magari sconfitti alle politiche, ma in grado, poichè non ci sono contemporanee elezioni e rinnovamento delle regioni e dei sindaci, di mantenere il controllo di una camera, bloccherebbe ogni modifica costituzionale.
Lungi dal voler snellire e sburocratizzare, la "riforma" di Renzi costruisce un regime ingessato e immodificabile, ponendovi a guardia i propri pretoriani nominati al senato.
Il NO del 4 dicembre sarà utile anche per impedire che l'Italia veda una pessima costituzione rigida trasformarsi un una pessima costituzione rigida e immodificabile.
#IoVotoNo
La carta del 1948 è pessima perchè scritta da un connubio di socialisti, cattolici e comunisti e la loro ideologica pervade l'intera struttura.
La carta del 1948 è rigida, perchè la procedura di modifica costituzionale, come possiamo vedere in questi giorni, è complessa e richiede un lungo tempo di gestazione.
Ma, almeno, la riforma della carta è teoricamente possibile.
Con le modifiche proposte da Renzi la carta diverrebbe sostanzialmente immodificabile.
Abbiamo infatti visto come lungi dall'essere abolito, come nelle favole raccontate dai sostenitori di Renzi, il senato resta, con proprie competenze, tra le quali, come recita il proposto articolo 70 "per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali".
Questo significa che i cento nominati (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 quirinalizi) potrebbero bloccare qualunque proposta di revisione costituzionale fosse approvata, anche a maggioranza debordante, dalla camera pur eletta dal Popolo.
Senza il voto favorevole del senato, infatti, non passerebbe alcuna modifica costituzionale, non ci sarebbe alcun referendum confermativo e la volontà del Popolo sarebbe calpestata.
E possiamo tutti immaginare come i nominati, dovendo il loro incarico e la loro stessa immunità, ad un sistema che con una revisione costituzionale verrebbe cambiato, mai e poi mai accetterebbero di "sacrificarsi", annientando il potere della casta di cui sarebbero chiamati a difendere i privilegi.
Del resto, la stessa farraginosa procedura di nomina dei senatori, slegata dal momento in cui viene eletta la camera, quindi priva di rappresentatività popolare, è indice di una volontà di bloccare sul nascere ogni rinnovamento ed ogni movimento che se ne faccia interprete.
Un senato di nominati, posti in quello scranno di privilegio, da una consorteria di politici magari sconfitti alle politiche, ma in grado, poichè non ci sono contemporanee elezioni e rinnovamento delle regioni e dei sindaci, di mantenere il controllo di una camera, bloccherebbe ogni modifica costituzionale.
Lungi dal voler snellire e sburocratizzare, la "riforma" di Renzi costruisce un regime ingessato e immodificabile, ponendovi a guardia i propri pretoriani nominati al senato.
Il NO del 4 dicembre sarà utile anche per impedire che l'Italia veda una pessima costituzione rigida trasformarsi un una pessima costituzione rigida e immodificabile.
#IoVotoNo
lunedì 21 novembre 2016
NO ai sindaci senatori
Tra i tanti motivi per rigettare con un bel NO la "riforma" di Renzi c'è il ... senato.
Sì, perchè non è vero, come cerca di far credere una propaganda fraudolenta, che "viene abolito il senato", il senato resta, ha delle specifiche funzioni (anche se sballate, visto che si torna al centralismo della prima repubblica invece di procedere verso un sistema di autonomie federaliste) e può rimandare alla camera ogni legge, previa delibera nei quindici giorni dalla pubblicazione.
Quindi non vi è alcuno snellimento, non vi è soppressione del senato e, soprattutto, il senato dovrebbe svolgere una funzione di controllo che richiederebbe tempo e impegno.
Ma, c'è un ma, la composizione del senato che si inventato Renzi (rectius : i suoi consiglieri, perchè non credo che Renzi sia in grado di elaborare alcunchè) prevede ben 21 sindaci.
Abbiamo visto nei giorni drammatici del terremoto quanto siano coinvolti i sindaci delle piccole comunità nella vita locale e abbiamo visto quanto sia stata impegnata una incolpevole Raggi nel provare (senza finora riuscirci) a sistemare le devastazioni di quaranta anni (meno cinque) di giunte cattosocialcomuniste a Roma.
Ognuno di noi può stilare una lista di desiderata che il proprio sindaco non è in grado di soddisfare, dal traffico alla pulizia e riparazione delle strade, dai trasporti al degrado notturno e non solo.
La nomina di sindaci senatori è l'esempio più calzante di come Renzi (i suoi consiglieri) intendono mettere sotto tutela al nostra democrazia, nominando un organismo espressione esclusiva della casta burocratica, che si regge esclusivamente sui favori reciproci, perchè la nomina a senatore dipende dalla benevolenza del partito di espressione e quella dipende dalla vicinanza e dalla funzionalità del soggetto nei confronti di chi comanda nel partito.
Quindi senatori proni al volere del segretario del partito di turno e totalmente avulsi dalla "pancia", dalle esigenze e dalle aspettative del Popolo.
Con un meraviglioso premio per tradire la volontà popolare: l'immunità concessa ai sindaci-senatori.
Perchè mai non dovremmo votare NO ed impedire un simile regalo alla casta ?
#IoVotoNo
Sì, perchè non è vero, come cerca di far credere una propaganda fraudolenta, che "viene abolito il senato", il senato resta, ha delle specifiche funzioni (anche se sballate, visto che si torna al centralismo della prima repubblica invece di procedere verso un sistema di autonomie federaliste) e può rimandare alla camera ogni legge, previa delibera nei quindici giorni dalla pubblicazione.
Quindi non vi è alcuno snellimento, non vi è soppressione del senato e, soprattutto, il senato dovrebbe svolgere una funzione di controllo che richiederebbe tempo e impegno.
Ma, c'è un ma, la composizione del senato che si inventato Renzi (rectius : i suoi consiglieri, perchè non credo che Renzi sia in grado di elaborare alcunchè) prevede ben 21 sindaci.
Abbiamo visto nei giorni drammatici del terremoto quanto siano coinvolti i sindaci delle piccole comunità nella vita locale e abbiamo visto quanto sia stata impegnata una incolpevole Raggi nel provare (senza finora riuscirci) a sistemare le devastazioni di quaranta anni (meno cinque) di giunte cattosocialcomuniste a Roma.
Ognuno di noi può stilare una lista di desiderata che il proprio sindaco non è in grado di soddisfare, dal traffico alla pulizia e riparazione delle strade, dai trasporti al degrado notturno e non solo.
La nomina di sindaci senatori è l'esempio più calzante di come Renzi (i suoi consiglieri) intendono mettere sotto tutela al nostra democrazia, nominando un organismo espressione esclusiva della casta burocratica, che si regge esclusivamente sui favori reciproci, perchè la nomina a senatore dipende dalla benevolenza del partito di espressione e quella dipende dalla vicinanza e dalla funzionalità del soggetto nei confronti di chi comanda nel partito.
Quindi senatori proni al volere del segretario del partito di turno e totalmente avulsi dalla "pancia", dalle esigenze e dalle aspettative del Popolo.
Con un meraviglioso premio per tradire la volontà popolare: l'immunità concessa ai sindaci-senatori.
Perchè mai non dovremmo votare NO ed impedire un simile regalo alla casta ?
#IoVotoNo
lunedì 14 novembre 2016
Noi di Destra siamo bravissimi a vanificare le nostre vittorie
Il nostro eccesso di individualismo, unito ad una naturale ritrosia per l'impegno pubblico, preferendo occuparci dei fatti nostri, consegnano sistematicamente le leve di governo a chi non ha simili scrupoli e, anzi, trova, per suoi limiti naturali di carattere culturale e caratteriale, gratificante belare con la massa.
Lo abbiamo visto nel passato remoto e recente (dalla caduta della Repubblica Romana per fare spazio ad un dittatore che formò l'Impero e che pure, a parole, era dalla parte del Popolo, fino alla divisione del 1996 che consegnò a Prodì la vittoria alle elezioni, del 2008 che tolse a Berlusconi quei voti de La Destra che avrebbero fatto comodo per rintuzzare il tradimento dei finioti) nazionale ma anche internazionale (basti pensare alla candidatura di Ross Perot nel 1992 che tolse voti a Buish padre per favorire l'elezione di Bill Clinton o alla "puzza sotto il naso" fino a dichiarazioni di non voto per Trump da parte di alcuni esponenti del partito Repubblicano).
Adesso ci sono alcuni "Tizi", la cui unica impresa politica è stata quella di perdere contro la sinistra, che continua ad ostacolare la nascita di una vera Destra Italiana contro l'immigrazione, contro le tasse, contro la deriva morale, millantando una modalità di far politica "moderata".
Infatti abbiamo visto dove sono finiti i "moderati" già di Forza Italia come Alfano, Verdini, Lupi, la Lorenzin o di altro genere come Casini: tutti alla corte di Renzi.
Forse è il percorso sul quale vogliono incamminarsi quando non si riconosce nel voto subito in caso di vittoria del NO e, anzi, chi dice non è "quella roba lì" riferendosi alle idee di Lega, Fratelli d'Italia e della parte migliore di Forza Italia.
Questi Signori sono già pronti a supportare un nuovo compromesso storico nel nome del Nazareno di infausta memoria, quello stesso patto che ha portato tanto male a Berlusconi, fino a ridurre il partito a percentuali insignificanti.
Se però le elezioni americane (ma anche la Brexit) hanno insegnato qualcosa, è che i popoli sono pronti a votare per chi esprime concetti chiari e netti infischiandosene se sono moderati o estremisti.
Non esiste una terza via tra respingimento e accoglienza degli immigrati, come non ne esiste una terza tra l'invadenza dello stato nelle nostre tasche e la valorizzazione delle qualità personali, individuali e private.
Nel lontano 2008 dissi che "moderato era sinonimo di modesto".
Avevo ragione.
Cosa vuol dire essere moderato ?
Difendo i confini ma .. con moderazione, fino ad un certo punto?
Sono moderatamente per l'Identità e la Sovranità Nazionale e sono per una Europa moderata ?
Te lo metto in quel posto ma ... moderatamente (così non te ne accorgi se non quando è troppo tardi)?
Appare evidente, soprattutto dopo il suicidio di Padova, che certi Politicanti non solo non sono affidabili, ma fanno solo perdere tempo.
Quindi: o dentro o fuori.
Se si chiamano fuori, andiamo avanti senza di loro, come sono andati avanti Farage nel Regno Unito senza i conservatori o Le Pen in Francia senza i gaullisti o i Liberalnazionali in Austria senza i popolari.
O Trump negli Stati Uniti senza McCain, Romney e Bush.
Si può vincere nella chiarezza e senza portarsi serpi in seno, pronte a tradire.
Lo abbiamo visto nel passato remoto e recente (dalla caduta della Repubblica Romana per fare spazio ad un dittatore che formò l'Impero e che pure, a parole, era dalla parte del Popolo, fino alla divisione del 1996 che consegnò a Prodì la vittoria alle elezioni, del 2008 che tolse a Berlusconi quei voti de La Destra che avrebbero fatto comodo per rintuzzare il tradimento dei finioti) nazionale ma anche internazionale (basti pensare alla candidatura di Ross Perot nel 1992 che tolse voti a Buish padre per favorire l'elezione di Bill Clinton o alla "puzza sotto il naso" fino a dichiarazioni di non voto per Trump da parte di alcuni esponenti del partito Repubblicano).
Adesso ci sono alcuni "Tizi", la cui unica impresa politica è stata quella di perdere contro la sinistra, che continua ad ostacolare la nascita di una vera Destra Italiana contro l'immigrazione, contro le tasse, contro la deriva morale, millantando una modalità di far politica "moderata".
Infatti abbiamo visto dove sono finiti i "moderati" già di Forza Italia come Alfano, Verdini, Lupi, la Lorenzin o di altro genere come Casini: tutti alla corte di Renzi.
Forse è il percorso sul quale vogliono incamminarsi quando non si riconosce nel voto subito in caso di vittoria del NO e, anzi, chi dice non è "quella roba lì" riferendosi alle idee di Lega, Fratelli d'Italia e della parte migliore di Forza Italia.
Questi Signori sono già pronti a supportare un nuovo compromesso storico nel nome del Nazareno di infausta memoria, quello stesso patto che ha portato tanto male a Berlusconi, fino a ridurre il partito a percentuali insignificanti.
Se però le elezioni americane (ma anche la Brexit) hanno insegnato qualcosa, è che i popoli sono pronti a votare per chi esprime concetti chiari e netti infischiandosene se sono moderati o estremisti.
Non esiste una terza via tra respingimento e accoglienza degli immigrati, come non ne esiste una terza tra l'invadenza dello stato nelle nostre tasche e la valorizzazione delle qualità personali, individuali e private.
Nel lontano 2008 dissi che "moderato era sinonimo di modesto".
Avevo ragione.
Cosa vuol dire essere moderato ?
Difendo i confini ma .. con moderazione, fino ad un certo punto?
Sono moderatamente per l'Identità e la Sovranità Nazionale e sono per una Europa moderata ?
Te lo metto in quel posto ma ... moderatamente (così non te ne accorgi se non quando è troppo tardi)?
Appare evidente, soprattutto dopo il suicidio di Padova, che certi Politicanti non solo non sono affidabili, ma fanno solo perdere tempo.
Quindi: o dentro o fuori.
Se si chiamano fuori, andiamo avanti senza di loro, come sono andati avanti Farage nel Regno Unito senza i conservatori o Le Pen in Francia senza i gaullisti o i Liberalnazionali in Austria senza i popolari.
O Trump negli Stati Uniti senza McCain, Romney e Bush.
Si può vincere nella chiarezza e senza portarsi serpi in seno, pronte a tradire.
lunedì 7 novembre 2016
Secondo quanto sostengono Renzi e i suoi adepti, la presunta "riforma" (che in realtà peggiora una costituzione pessima di suo ab origine) servirebbe a snellire le procedure legislative con l'abolizione del bicameralismo paritario.
Non è vero.
Lo abbiamo visto sul senato, sul decreto legge e lo vediamo adesso con l'articolo 73 che riguarda la promulgazione delle leggi.
La pessima costituzione cattocomunista esistente dice:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione
Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Renzi la peggiora così:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione.
Le leggi che disciplinano l'elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale, su ricorso motivato presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o da almeno un terzo dei componenti del Senato della Repubblica entro dieci giorni dall'approvazione della legge, prima dei quali la legge non può essere promulgata. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni e, fino ad allora, resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata. Se la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, ne dichiara l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Oltre alla solita mania logorroica che raddoppia il testo, vediamo che Renzi introduce un esame preventivo della corte costituzionale, in pratica mettendo nelle mani di un gruppo di parrucconi non eletti, ma nominati dalla casta nelle sue varie branche, la decisione se una legge possa o meno essere promulgata.
Un appesantimento della procedura e non uno snellimento ma, ancora di più, una sottrazione alla Sovranità Popolare del diritto a veder promulgata una legge approvata dai rappresentanti del Popolo.
Al convegno fiorentino dei renziani la Boschi, senza contraddittorio, ha sproloquiato in difesa delle modifiche, ma come possiamo vedere, praticamente leggendo ogni singolo articolo, il NO è dovuto non solo per archiviare Renzi, ma anche nel merito stretto del provvedimento.
Non è vero.
Lo abbiamo visto sul senato, sul decreto legge e lo vediamo adesso con l'articolo 73 che riguarda la promulgazione delle leggi.
La pessima costituzione cattocomunista esistente dice:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione
Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Renzi la peggiora così:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione.
Le leggi che disciplinano l'elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale, su ricorso motivato presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o da almeno un terzo dei componenti del Senato della Repubblica entro dieci giorni dall'approvazione della legge, prima dei quali la legge non può essere promulgata. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni e, fino ad allora, resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata. Se la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, ne dichiara l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Oltre alla solita mania logorroica che raddoppia il testo, vediamo che Renzi introduce un esame preventivo della corte costituzionale, in pratica mettendo nelle mani di un gruppo di parrucconi non eletti, ma nominati dalla casta nelle sue varie branche, la decisione se una legge possa o meno essere promulgata.
Un appesantimento della procedura e non uno snellimento ma, ancora di più, una sottrazione alla Sovranità Popolare del diritto a veder promulgata una legge approvata dai rappresentanti del Popolo.
Al convegno fiorentino dei renziani la Boschi, senza contraddittorio, ha sproloquiato in difesa delle modifiche, ma come possiamo vedere, praticamente leggendo ogni singolo articolo, il NO è dovuto non solo per archiviare Renzi, ma anche nel merito stretto del provvedimento.
mercoledì 2 novembre 2016
Il NO è anche nel merito della presunta riforma
Se il NO del 4 dicembre è utile per far abbassare la cresta al bulletto fiorentino alla cui parola non possiamo credere (Letta "Enrico stai sereno" docet) non dobbiamo dimenticare che è anche un NO nel merito di una "riforma" che peggiora un testo di suo pessimo perchè frutto, lo voglio sempre ricordare, di un innaturale connubio tra cattolici e marxisti, oggi uniti nel pci/pds/ds/pd che, infatti, ci ha propinato, tra le altre, anche la legge sui matrimoni omosessuali.
Abbiamo già visto l'imbroglio della modifica dell'art. 55 rivisto (complicato e reso più permeabile agli imbrogli) in base ai torrenziali sproloqui di Renzi e adesso ecco un altro esempio della prosa renziana, l'art. 77 che non è poco importante, visto che tratta la decretazione d'urgenza, i famigerati decreti legge.
Non riporto (lo farò dopo con l'art. 70) i testi dell'articolo esistente (relativamente breve) e quello logorroico, tipicamente renziano, proposto, ma evidenzio come anche in un settore importante come è la decretazione d'urgenza, Renzi abbia voluto complicare la procedura, fornendo elencazioni di materie (quindi sicuramente dimenticando qualcosa, volutamente o meno) e trasformando la semplice emanazione di un decreto, con sua presentazione e obbligo di conversione in legge nei successivi sessanta giorni, in un gergo burocratese, con varie eccezioni, con una serie di passaggi, proposte modificative che chiamano in causa anche il senato, alla faccia della presunta semplificazione.
"I decreti recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.
L'esame, a norma dell'articolo 70, terzo e quarto comma, dei disegni di legge di conversione dei decreti è disposto dal Senato della Repubblica entro trenta giorni dalla loro presentazione alla Camera dei deputati.
Le proposte di modificazione possono essere deliberate entro dieci giorni dalla data di trasmissione del disegno di legge di conversione, che deve avvenire non oltre quaranta giorni dalla presentazione.".
E qui arriviamo all'art. 70 che sbugiarda la prima grande frottola dei presunti "riformatori", cioè la semplificazione della formazione delle leggi.
Il testo attuale è di una sola riga:
"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere."
Ecco il testo partorito secondo gli schemi mentali (che si traducono nella sua ormai proverbiale torrenziale chiacchiera) di Renzi:
**"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme
generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente
decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo
pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal
Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati."**
Secondo gli schemi mentali di Renzi questa è una semplificazione.
Chiunque leggesse lo sproloquio che dovrebbe entrare nella carta costituzionale, ne uscirebbe solo con la consapevolezza che sono stati aumentati i passaggi, aumentate le possibilità di manipolazione delle informazioni, aumentate le possibilità di contestazione, senza alcun reale beneficio pratico.
Perchè se si abbandona il bicameralismo perfetto, le materie affidate a ciascuna camera, non devono essere soggette a revisione e neppure ad esame dall'altra, soprattutto perchè sarebbe una revisione ed esame finalizzato al nulla, chiacchiere solo per fare delle chiacchiere, visto che non ci sarebbe alcuna possibilità di modifica, ma solo di proposta.
Renzi si vanta di abolire il Cnel organo inutilmente consultivo, ma ha attribuito le medesime funzione al senato di nominati, concedendo loro anche l'immunità parlamentare.
Abbiamo già visto l'imbroglio della modifica dell'art. 55 rivisto (complicato e reso più permeabile agli imbrogli) in base ai torrenziali sproloqui di Renzi e adesso ecco un altro esempio della prosa renziana, l'art. 77 che non è poco importante, visto che tratta la decretazione d'urgenza, i famigerati decreti legge.
Non riporto (lo farò dopo con l'art. 70) i testi dell'articolo esistente (relativamente breve) e quello logorroico, tipicamente renziano, proposto, ma evidenzio come anche in un settore importante come è la decretazione d'urgenza, Renzi abbia voluto complicare la procedura, fornendo elencazioni di materie (quindi sicuramente dimenticando qualcosa, volutamente o meno) e trasformando la semplice emanazione di un decreto, con sua presentazione e obbligo di conversione in legge nei successivi sessanta giorni, in un gergo burocratese, con varie eccezioni, con una serie di passaggi, proposte modificative che chiamano in causa anche il senato, alla faccia della presunta semplificazione.
"I decreti recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.
L'esame, a norma dell'articolo 70, terzo e quarto comma, dei disegni di legge di conversione dei decreti è disposto dal Senato della Repubblica entro trenta giorni dalla loro presentazione alla Camera dei deputati.
Le proposte di modificazione possono essere deliberate entro dieci giorni dalla data di trasmissione del disegno di legge di conversione, che deve avvenire non oltre quaranta giorni dalla presentazione.".
E qui arriviamo all'art. 70 che sbugiarda la prima grande frottola dei presunti "riformatori", cioè la semplificazione della formazione delle leggi.
Il testo attuale è di una sola riga:
"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere."
Ecco il testo partorito secondo gli schemi mentali (che si traducono nella sua ormai proverbiale torrenziale chiacchiera) di Renzi:
**"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme
generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente
decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo
pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal
Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati."**
Secondo gli schemi mentali di Renzi questa è una semplificazione.
Chiunque leggesse lo sproloquio che dovrebbe entrare nella carta costituzionale, ne uscirebbe solo con la consapevolezza che sono stati aumentati i passaggi, aumentate le possibilità di manipolazione delle informazioni, aumentate le possibilità di contestazione, senza alcun reale beneficio pratico.
Perchè se si abbandona il bicameralismo perfetto, le materie affidate a ciascuna camera, non devono essere soggette a revisione e neppure ad esame dall'altra, soprattutto perchè sarebbe una revisione ed esame finalizzato al nulla, chiacchiere solo per fare delle chiacchiere, visto che non ci sarebbe alcuna possibilità di modifica, ma solo di proposta.
Renzi si vanta di abolire il Cnel organo inutilmente consultivo, ma ha attribuito le medesime funzione al senato di nominati, concedendo loro anche l'immunità parlamentare.
sabato 29 ottobre 2016
NO ai debiti per gli immigrati
Renzi non perde tempo e, come un avvoltoio, si butta sul nuovo terremoto per ottenere il via libera europeo al suo bilancio fatto di spese clientelari e nuovi debiti a carico degli Italiani.
E'bene ricordare che la flessibilità richiesta non significa che il soviet europeo, benevolmente, immette denaro nelle nostre casse, ma vuol dire aumentare il debito pubblico che noi Italiani dovremo rimborsare.
Ed è bene ricordare che il primo compito dei governi e tutelare i cittadini, quindi i nostri connazionali colpiti dal terremoto vanno aiutati, anche facendo debiti, ma molto meglio spostando le voci di spesa.
E se per la raccolta e l'accoglienza degli immigrati si spendoni tre miliardi, non siamo noi Italiani a doverci indebitare.
Renzi, quindi, a nome di noi Italiani presenti il conto a Bergoglio che, come lui, fa tante chiacchiere ma non si gratta mai tasca, tipico personaggio dell' "armiamoci e partite" organizzando quindi un bel convoglio per spostare, a spese del vaticano, tutti clandestini tanto amati dal vescovo pro tempore di Roma, a casa sua che non è la Città del Vaticano (sempre Italia è) ma l'Argentina.
Il No del 4 dicembre sarà anche un NO secco a fare debiti per i solipsismi dei Bergoglio e delle Boldrine, buoni solo a chiedere sacrifici al prossimo, senza rischiare del loro.
E'bene ricordare che la flessibilità richiesta non significa che il soviet europeo, benevolmente, immette denaro nelle nostre casse, ma vuol dire aumentare il debito pubblico che noi Italiani dovremo rimborsare.
Ed è bene ricordare che il primo compito dei governi e tutelare i cittadini, quindi i nostri connazionali colpiti dal terremoto vanno aiutati, anche facendo debiti, ma molto meglio spostando le voci di spesa.
E se per la raccolta e l'accoglienza degli immigrati si spendoni tre miliardi, non siamo noi Italiani a doverci indebitare.
Renzi, quindi, a nome di noi Italiani presenti il conto a Bergoglio che, come lui, fa tante chiacchiere ma non si gratta mai tasca, tipico personaggio dell' "armiamoci e partite" organizzando quindi un bel convoglio per spostare, a spese del vaticano, tutti clandestini tanto amati dal vescovo pro tempore di Roma, a casa sua che non è la Città del Vaticano (sempre Italia è) ma l'Argentina.
Il No del 4 dicembre sarà anche un NO secco a fare debiti per i solipsismi dei Bergoglio e delle Boldrine, buoni solo a chiedere sacrifici al prossimo, senza rischiare del loro.
lunedì 24 ottobre 2016
Trump e il referendum italiano del 4 dicembre
Cosa c'entra Donald Trump con il referendum costituzionale del 4 dicembre in Italia ?
Nulla, apparentemente.
C'entrano invece, con ogni chiarezza, le consorterie (o mafie, se preferite) affaristico finanziarie che sostengono in America la vecchia strega democratica e in Italia Renzi che, infatti, ha detto di sperare che vinca costei.
Ma non è tanto quello che pensa (se pensa ...) Renzi che ha importanza, quanto lo schieramento che lo sostiene.
Come contro Trump in America le consorterie finanziarie hanno dato fuoco a tutte le loro (immense) batterie mediatiche per inquinare il voto.
Non c'è giornale, non c'è televisione, non c'è nano o ballerina che non abbia esposto le sue opinioni contro Trump e, in Italia, a favore delle presunte riforme di Renzi.
Persino la pubblicità, in onda, guarda caso, proprio in questi giorni di una nota carta di credito straniera, è impostata su una ossessiva ripetizione del "sì".
Giornali e televisioni servi, danno largo spazio alle ragioni del "sì" mettendo in primo piano le facce accattivanti di Renzi e della Boschi, tacendo su Alfano, Casini, Lupi, Gentiloni, Boldrini.
Al contrario quando si tratta delle ragioni del "NO" espongono la faccia di D'alema, Monti, Fini, Berlusconi, guardandosi bene dal dare spazio a chi lotta x il NO.
Non potendo vincere nel merito (perchè , come la chiama Nessie, è una autentica "schiforma", una sòla disgustosa !) cercano di personalizzare.
E non potendo più personalizzare su Renzi (grave errore di presunzione e delirio di onnipotenza da parte del bulletto fiorentino all'inizio della campagna) personalizzano cercando di inculcare nelle teste degli elettori che il "NO" voglia dire D'alema, Berlusconi, Monti, Fini, cioè i personaggi più odiati (D'alema, Fini e Monti dal Centro Destra, Berlusconi dalla sinistra) ... fino all'avvento del putto di Rignano.
E' esattamente quello che accade negli Stati Uniti.
Non potendo tessere le lodi di un personaggio spregevole e con gli armadi pieni di scheletri, incompetente, borioso e fondamentalmente asservito ai poteri forti come la moglie di Clinton, sono tutti a bombardare l'opinione pubblico cercando di rappresentare al peggio Donald Trump, tra l'altro resuscitando episodi di dieci, venti, trenta anni fa, tutti da verificare e, quando anche veri, di gran lunga meno gravi anche del solo scandalo delle mail della vecchia strega quando era segretaria di stato.
Ma c'è di più.
In Italia gruppi che si definiscono di "Centro Destra", sostengono le ragioni di Renzi, come negli Stati Uniti le consorterie finanziarie sono riuscite a spaccare il Partito Repubblicano, inducendone la dirigenza al suicidio elettorale pur di non sostenere Trump.
Ecco cosa c'è in comunque tra le elezioni americane e il nostro referendum.
Sono due, distinti ma collegati episodi del tentativo delle consorterie affaristico finanziarie mondiali di tappare la bocca al Popolo, esautorandolo dal decidere (veggasi il senato di nominati in Italia sottratto quindi al voto popolare) per lasciare che tutto sia deciso da personaggi oscuri che agiscono attraverso le loro personali marionette (la moglie di Clinton in America, Renzi in Italia).
Esattamente come in precedenza il voto nel Regno Unito a favore della Brexit ha segnato un punto a favore del Popolo, con gli Inglesi che hanno bastonato gli Scrooge delle consorterie finanziarie e come il giorno stesso del nostro referendum accadrà in Austria, dove le consorterie finanziarie alleate del soviet europeo sostengono un candidato verde pur di sbarrare la strada ad Hofer, candidato della Destra "populista, razzista, xenofoba, omofoba, islamofoba etc." come piace loro definirci.
Ecco perchè rivendicare il diritto del Popolo a decidere sul proprio futuro, perchè si possa sperare in un futuro migliore, se non abbiamo potuto votare - se non con il cuore - a favore della Brexit, se non possiamo votare - se non con il cuore - Trump a novembre od Hofer in Austria il 4 dicembre, da Italiani veri possiamo votare NO quello stesso 4 dicembre, auspicando che il nostro NO si aggiunga ad altrettanti schiaffoni che, dopo quelli inglesi, gli elettori americani ed austriaci hanno la possibilità di infliggere a chi li e ci vorrebbe solo servi silenziosi.
Nulla, apparentemente.
C'entrano invece, con ogni chiarezza, le consorterie (o mafie, se preferite) affaristico finanziarie che sostengono in America la vecchia strega democratica e in Italia Renzi che, infatti, ha detto di sperare che vinca costei.
Ma non è tanto quello che pensa (se pensa ...) Renzi che ha importanza, quanto lo schieramento che lo sostiene.
Come contro Trump in America le consorterie finanziarie hanno dato fuoco a tutte le loro (immense) batterie mediatiche per inquinare il voto.
Non c'è giornale, non c'è televisione, non c'è nano o ballerina che non abbia esposto le sue opinioni contro Trump e, in Italia, a favore delle presunte riforme di Renzi.
Persino la pubblicità, in onda, guarda caso, proprio in questi giorni di una nota carta di credito straniera, è impostata su una ossessiva ripetizione del "sì".
Giornali e televisioni servi, danno largo spazio alle ragioni del "sì" mettendo in primo piano le facce accattivanti di Renzi e della Boschi, tacendo su Alfano, Casini, Lupi, Gentiloni, Boldrini.
Al contrario quando si tratta delle ragioni del "NO" espongono la faccia di D'alema, Monti, Fini, Berlusconi, guardandosi bene dal dare spazio a chi lotta x il NO.
Non potendo vincere nel merito (perchè , come la chiama Nessie, è una autentica "schiforma", una sòla disgustosa !) cercano di personalizzare.
E non potendo più personalizzare su Renzi (grave errore di presunzione e delirio di onnipotenza da parte del bulletto fiorentino all'inizio della campagna) personalizzano cercando di inculcare nelle teste degli elettori che il "NO" voglia dire D'alema, Berlusconi, Monti, Fini, cioè i personaggi più odiati (D'alema, Fini e Monti dal Centro Destra, Berlusconi dalla sinistra) ... fino all'avvento del putto di Rignano.
E' esattamente quello che accade negli Stati Uniti.
Non potendo tessere le lodi di un personaggio spregevole e con gli armadi pieni di scheletri, incompetente, borioso e fondamentalmente asservito ai poteri forti come la moglie di Clinton, sono tutti a bombardare l'opinione pubblico cercando di rappresentare al peggio Donald Trump, tra l'altro resuscitando episodi di dieci, venti, trenta anni fa, tutti da verificare e, quando anche veri, di gran lunga meno gravi anche del solo scandalo delle mail della vecchia strega quando era segretaria di stato.
Ma c'è di più.
In Italia gruppi che si definiscono di "Centro Destra", sostengono le ragioni di Renzi, come negli Stati Uniti le consorterie finanziarie sono riuscite a spaccare il Partito Repubblicano, inducendone la dirigenza al suicidio elettorale pur di non sostenere Trump.
Ecco cosa c'è in comunque tra le elezioni americane e il nostro referendum.
Sono due, distinti ma collegati episodi del tentativo delle consorterie affaristico finanziarie mondiali di tappare la bocca al Popolo, esautorandolo dal decidere (veggasi il senato di nominati in Italia sottratto quindi al voto popolare) per lasciare che tutto sia deciso da personaggi oscuri che agiscono attraverso le loro personali marionette (la moglie di Clinton in America, Renzi in Italia).
Esattamente come in precedenza il voto nel Regno Unito a favore della Brexit ha segnato un punto a favore del Popolo, con gli Inglesi che hanno bastonato gli Scrooge delle consorterie finanziarie e come il giorno stesso del nostro referendum accadrà in Austria, dove le consorterie finanziarie alleate del soviet europeo sostengono un candidato verde pur di sbarrare la strada ad Hofer, candidato della Destra "populista, razzista, xenofoba, omofoba, islamofoba etc." come piace loro definirci.
Ecco perchè rivendicare il diritto del Popolo a decidere sul proprio futuro, perchè si possa sperare in un futuro migliore, se non abbiamo potuto votare - se non con il cuore - a favore della Brexit, se non possiamo votare - se non con il cuore - Trump a novembre od Hofer in Austria il 4 dicembre, da Italiani veri possiamo votare NO quello stesso 4 dicembre, auspicando che il nostro NO si aggiunga ad altrettanti schiaffoni che, dopo quelli inglesi, gli elettori americani ed austriaci hanno la possibilità di infliggere a chi li e ci vorrebbe solo servi silenziosi.
lunedì 17 ottobre 2016
I debiti conducono un Popolo alla schiavitù
Cosa succede ad una famiglia quando spende e sperpera anche quello che non ha ?
E' costretta a vendere i gioielli di famiglia, poi anche i beni di consumo, poi perde la casa, infine perde la sua libertà, perchè è costretta a prostituirsi per sopravvivere.
La manovra economica di Renzi, piena delle abituali (e ormai venute a noia) torrenziali parole, ci porta alla schiavitù, con un disegno perverso che è già iniziato con l'acquisizione da parte di gruppo stranieri delle migliori aziende italiane.
Abbiamo perso gran parte della nostra Sovranità, ceduta senza alcuna contropartita al soviet europeo.
Stiamo perdendo la nostra Identità, con l'invasione degli immigrati ai quali tutto è concesso.
Abbiamo perso il nostro Senso Morale con le concessioni ai capricci omosessuali elevati a legge e con le celebrazioni ad un guitto il cui apice fu raggiunto nella velocità con cui cambiò la sua camicia nera con una rossa.
In parlamento, composto da una masnada di transfughi, giacciono proposte di legge che dovrebbero limitare la Liberà di Opinione, di Parola, di Stampa con leggi contro la cosiddetta omofobia e contro il negazionismo.
Giace anche una proposta di legge che vorrebbe legalizzare la cannabis, perchè le trasmissioni televisive e internet non sono più sufficienti ad addormentare le coscienze.
E adesso 27 miliardi distribuiti a pioggia, senza alcun effetto durevole se non quello di aumentare il debito pubblico che, sempre noi, dovremmo poi ripianare.
Sperperi autentici utili solo a trasformare l'Italia in terra di conquista per i creditori che avranno tutte le ragioni di questo mondo quando pretenderanno la restituzione di quanto co hanno consentito di sperperare.
E l'inganno della "politica sociale", con i regali a banche e assicurazioni e con la rinnovata politica di aumento del personale pubblico, come se non fosse già un esercito che grava sulle tasche dei cittadini produttivi.
Fino a quando continueremo senza reagire a farci prendere in giro dal bulletto di Rignano ?
E' costretta a vendere i gioielli di famiglia, poi anche i beni di consumo, poi perde la casa, infine perde la sua libertà, perchè è costretta a prostituirsi per sopravvivere.
La manovra economica di Renzi, piena delle abituali (e ormai venute a noia) torrenziali parole, ci porta alla schiavitù, con un disegno perverso che è già iniziato con l'acquisizione da parte di gruppo stranieri delle migliori aziende italiane.
Abbiamo perso gran parte della nostra Sovranità, ceduta senza alcuna contropartita al soviet europeo.
Stiamo perdendo la nostra Identità, con l'invasione degli immigrati ai quali tutto è concesso.
Abbiamo perso il nostro Senso Morale con le concessioni ai capricci omosessuali elevati a legge e con le celebrazioni ad un guitto il cui apice fu raggiunto nella velocità con cui cambiò la sua camicia nera con una rossa.
In parlamento, composto da una masnada di transfughi, giacciono proposte di legge che dovrebbero limitare la Liberà di Opinione, di Parola, di Stampa con leggi contro la cosiddetta omofobia e contro il negazionismo.
Giace anche una proposta di legge che vorrebbe legalizzare la cannabis, perchè le trasmissioni televisive e internet non sono più sufficienti ad addormentare le coscienze.
E adesso 27 miliardi distribuiti a pioggia, senza alcun effetto durevole se non quello di aumentare il debito pubblico che, sempre noi, dovremmo poi ripianare.
Sperperi autentici utili solo a trasformare l'Italia in terra di conquista per i creditori che avranno tutte le ragioni di questo mondo quando pretenderanno la restituzione di quanto co hanno consentito di sperperare.
E l'inganno della "politica sociale", con i regali a banche e assicurazioni e con la rinnovata politica di aumento del personale pubblico, come se non fosse già un esercito che grava sulle tasche dei cittadini produttivi.
Fino a quando continueremo senza reagire a farci prendere in giro dal bulletto di Rignano ?
lunedì 10 ottobre 2016
La duplice valenza del NO
Alcuni giorni fa, credo credo venerdì 7, Mario Giordano ha scritto un bell'editoriale su La Verità, nel quale descriveva la sofferenza dei sostenitori del NO nell'essere in compagnia di D'alema e De Mita.
Verissimo, quei due starebbero meglio dall'altra parte della barricata, ma dall'altra parte già ci sono le consorterie affaristico finanziarie, la stampa quasi tutta, il soviet europeo, Napolitano ... cosa volete che sia, in confronto, la compagnia di due ruderi del passato come D'alema e De Mita che ormai non possono più fare danni (mentre Renzi di danni potrebbe farne ancora a lungo) ?
Del resto il voto NO ha una duplice valenza, ma non significa un matrimonio con chi percorre assieme a noi questo breve tratto di strada.
Il NO significa rigettare una riforma scritta male nella forma e nella sostanza, persino peggiorativa di un testo costituzionale, quello del 1948, che di suo andrebbe archiviato in blocco.
Ma quale senso potrà mai avere un senato nominato all'interno di sindaci e consiglieri ragionali che già dovrebbero occupare tutto il loro tempo ad amministrare le località di loro competenza ?
Che senso ha sottrarre a tale senato "delle regioni" proprio le competenze sulla sanità, l'istruzione, la fiscalità che hanno il maggiore impatto nella vita delle comunità locali ?
Che senso ha regredire ad uno stato centralista, abbandonando quella misera autonomia derivante dal titolo V modificato nel 2000 ?
Ma il NO non è solo una bocciatura di una "riforma" scritta evidentemente da degli emeriti ignoranti (in senso etimologico latino) o da un gruppo di furbetti della costituzione vogliosi solo di sottrarre potere al Popolo, il NO è anche una battaglia politica che può liberare l'Italia dal terzo presidente del consiglio mai eletto dal Popolo.
Da un arrogante, presuntuoso e talvolta ridicolo personaggio che si regge sul voto determinante di un gruppo di transfughi dal loro partito e di traditori dei loro elettori, che non hanno consenso popolare.
Un chiacchierone incontinente e un ballista da podio olimpico, che usa il denaro pubblico per distribuire mance elettorali, aumentando il debito pubblico che si dovrà poi pagare, come tutti debiti.
In soli cinque anni, da quell'infausto 8 novembre 2011 in cui Berlusconi cedette alle pressioni di Napolitano che aveva dietro le consorterie affaristico finanziarie e il soviet europeo, siamo passati da 1900 a 2300 miliardi di debito pubblico, nonostante il miglioramento della situazione economica mondiale e il grandissimo aiuto dell'acquisto dei titoli di stato da parte della BCE, un aiuto sempre negato a Berlusconi.
Nonostante tale debito, Renzi continua a promettere.
900 milioni agli statali, 400 ai cinematografari (schierati infatti con lui, come dimostra il caso, senza dignità, di Benigni), qualche centinaio per un anticipo pensionistico che si risolverà come il TFR in busta paga, perchè solo un disperato può voler anticipare di tre anni la pensione per restare indebitato con banche e assicurazioni per i successivi venti anni !
Il NO quindi è duplice.
Un NO nel merito di un pessimo provvedimento e un NO a chi lo propone.
In sostanza dobbiamo pensare che siano due le domande nella scheda elettorale:
1) Condividi la riforma di Renzi ?
2) Vuoi che Renzi resti presidente del consiglio ?
Due domande alle quali si può rispondere benissimo con un solo, sonoro NO !
Verissimo, quei due starebbero meglio dall'altra parte della barricata, ma dall'altra parte già ci sono le consorterie affaristico finanziarie, la stampa quasi tutta, il soviet europeo, Napolitano ... cosa volete che sia, in confronto, la compagnia di due ruderi del passato come D'alema e De Mita che ormai non possono più fare danni (mentre Renzi di danni potrebbe farne ancora a lungo) ?
Del resto il voto NO ha una duplice valenza, ma non significa un matrimonio con chi percorre assieme a noi questo breve tratto di strada.
Il NO significa rigettare una riforma scritta male nella forma e nella sostanza, persino peggiorativa di un testo costituzionale, quello del 1948, che di suo andrebbe archiviato in blocco.
Ma quale senso potrà mai avere un senato nominato all'interno di sindaci e consiglieri ragionali che già dovrebbero occupare tutto il loro tempo ad amministrare le località di loro competenza ?
Che senso ha sottrarre a tale senato "delle regioni" proprio le competenze sulla sanità, l'istruzione, la fiscalità che hanno il maggiore impatto nella vita delle comunità locali ?
Che senso ha regredire ad uno stato centralista, abbandonando quella misera autonomia derivante dal titolo V modificato nel 2000 ?
Ma il NO non è solo una bocciatura di una "riforma" scritta evidentemente da degli emeriti ignoranti (in senso etimologico latino) o da un gruppo di furbetti della costituzione vogliosi solo di sottrarre potere al Popolo, il NO è anche una battaglia politica che può liberare l'Italia dal terzo presidente del consiglio mai eletto dal Popolo.
Da un arrogante, presuntuoso e talvolta ridicolo personaggio che si regge sul voto determinante di un gruppo di transfughi dal loro partito e di traditori dei loro elettori, che non hanno consenso popolare.
Un chiacchierone incontinente e un ballista da podio olimpico, che usa il denaro pubblico per distribuire mance elettorali, aumentando il debito pubblico che si dovrà poi pagare, come tutti debiti.
In soli cinque anni, da quell'infausto 8 novembre 2011 in cui Berlusconi cedette alle pressioni di Napolitano che aveva dietro le consorterie affaristico finanziarie e il soviet europeo, siamo passati da 1900 a 2300 miliardi di debito pubblico, nonostante il miglioramento della situazione economica mondiale e il grandissimo aiuto dell'acquisto dei titoli di stato da parte della BCE, un aiuto sempre negato a Berlusconi.
Nonostante tale debito, Renzi continua a promettere.
900 milioni agli statali, 400 ai cinematografari (schierati infatti con lui, come dimostra il caso, senza dignità, di Benigni), qualche centinaio per un anticipo pensionistico che si risolverà come il TFR in busta paga, perchè solo un disperato può voler anticipare di tre anni la pensione per restare indebitato con banche e assicurazioni per i successivi venti anni !
Il NO quindi è duplice.
Un NO nel merito di un pessimo provvedimento e un NO a chi lo propone.
In sostanza dobbiamo pensare che siano due le domande nella scheda elettorale:
1) Condividi la riforma di Renzi ?
2) Vuoi che Renzi resti presidente del consiglio ?
Due domande alle quali si può rispondere benissimo con un solo, sonoro NO !
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