mercoledì 21 giugno 2023

Sondaggio questo sconosciuto-

 Sondaggio questo sconosciuto-

Ho già affrontato il tema di quanto siano ingannevoli i sondaggi che, quotidianamente, in modo stucchevole, vengono sfornati e rilanciati con titoli strillati, evidenziando l'aumento o la perdita di uno sero virgola per questo o quel partito.
I giornali e le trasmissioni radio televisive (teledivisive, più che altro) poichè gli argomenti non vengono approfonditi in modo intellettualmente corretto, ma fanno ascolti solo per i decibel e le litigate che presentano, hanno bisogno come il pane di sondaggi per "aprire un dibattito".
Tralasciando che gli unici numeri che contano sono quelli dei voti reali.
Abbiamo in pratica spostato sui sondaggi (che vengono diffusi non solo sulla politica ma anche per le questioni più disparate, dal sesso allo sport, dal cibo allo spettacolo) il desiderio di conoscere il futuro che i nostri Antenati, più compostamente, chiedevano agli oracoli, alla Pizia di Delfi piuttosto che alla Sibilla cumana.
Ma gli oracoli erano ingannevoli nelle loro interpretazioni che venivano lasciate agli stessi postulanti.
Celeberrimo l'oracolo della Sibilla, che abbiamo studiato nelle ore di Latino, che al soldato in procinto di partire per la guerra che le chiedeva se sarebbe morto in battaglia, rispose:
"ibis ... redibis ... non ... morieris ... in ... bello".
Andrai ... ritornerai ... non ... morirai ... in ... guerra.
Peccato che ogni parola fosse scritta su una foglia e senza interpunzione, per cui la frase poteva essere interpretata "andrai, ritornerai, non morirai in guerra", ma anche "andrai, ritornerai non, morirai in guerra".
Analogamente i sondaggi, che legano sempre più l'asino a dove vuole il padrone (cioè il committente) possono essere addomesticati in base alla formulazione delle domande, ma anche in base agli eventi esterni che caratterizzano le vicende politiche.
Ad ogni elezione del segretario cattocomunista, i sondaggi indicano recuperi di voti per quel partito e i militanti subito a fare la ola, salvo poi restare muti per una settimana o più nei vari social, una volta letti i risultati delle elezioni del 25 settembre.
Alcuni movimenti, dopo la scomparsa del suo leader vedono aumentare le intenzioni di voto, ma l'impatto emotivo evaporerà nel tempo, come evaporò nel 1984 per la morte di Berlinguer che consenti al partito comunista, per la prima e unica volta, di superare la dc nelle elezioni europee, salvo poi ritornare alle precedenti (o anche inferiori) percentuali alle politiche del 1987, quando l'effetto commozione era ormai svanito.
E' sbagliato quindi basarsi sui sondaggi momentanei, seguendo le mode e la pulsione momentanea registrata dai sondaggi.
Il politico di razza punta invece a costruire, consolidare e aggregare nel tempo, mostrando una linea coerente che non sia una banderuola che si gira dove tira il vento.
Forse è per questo che, quando viene ritirata la rete e si contano i voti reali nelle urne, c'è hi vince, e la Schlein perde. 

venerdì 16 giugno 2023

E' iniziato il dopo Berlusconi-

 E' iniziato il dopo Berlusconi-

Se è vero che Forza Italia già con le elezioni del 2018 ha perso il ruolo trainante nel Centro Destra che, grazie a Berlusconi che lo ha costruito, deteneva dal 1994 e, ancor di più, con le elezioni del 2022 ha visto prendere il largo altri soggetti, è altrettanto vero che i voti e i parlamentari di Forza Italia sono rilevanti per la tenuta del Governo, quanto quelli di FdI e della Lega.
Per questo la stampa cattocomunista ha iniziato una campagna di disinformazione, tendente a proiettare sui parlamentari di FI l'impressione che si vada verso un "si salvi chi può" e, trasformando le sue speranze in una farlocca analisi politica, immagini le dimissioni della Meloni e un governo tecnico.
Che non avrebbe alcun fondamento, se non in una congiura internazionale con complici, anche a livello istituzionale, in Italia.
Che la speranza di cui si nutrono a sinistra sia infondata, sono anche i numeri parlamentari a dirlo.
FdI e la Lega sommano 174 deputati alla camera dove la maggioranza è 201 e 92 senatori dove la maggioranza (inclusi, purtroppo, gli inutili senatori a vita) è 104.
La solida maggioranza di Centro Destra si forma con i deputati e i senatori di Forza Italia e di Noi Moderati che sono rispettivamente e complessivamente 53 alla camera e 24 al senato, della metà dei quali è sufficiente mantenere il consenso per conservare la maggioranza assoluta.
Appare improbabile che vi sia uno sfarinamento di Forza Italia con passaggio di persone a sinistra, mentre è plausibile che la grande maggioranza, se non tutti i parlamentari di FI e Noi Moderati cerchino inizialmente di dare corpo a Forza Italia senza Berlusconi e poi, qualora non avesse successo tale tentativo, trovino una collocazione adeguata in altri lidi...cose già viste-
Ancora più irreale la possibilità che l'elettorato di FI possa passare a sinistra perchè, come abbiamo visto in questi anni, se quell'elettorato cambia partito, come lo ha cambiato, è per esprimere il proprio consenso a chi è CONTRO i cattocomunisti e i governi tecnici da loro sostenuti, tanto da punire FI dopo il sostegno a Monti e Letta e quindi punire Salvini per il sostegno a Draghi.
E chi è rimasto, è rimasto per Berlusconi, al punto che l'indegno spettacolo cui hanno dato vita gli odiatori perenni, li spingerebbe a non tradire la memoria del Cav.
Il dopo Berlusconi, quindi, vede un partito che c'è ed ha ben quattro anni di tempo per consolidarsi senza Berlusconi, rimanendo saldamente da questa parte della barricata e sono certo che i leader abbiano capacità politica ed empatia per mantenere unito il Centro Destra, come lo è dal 1994.
Sicuramente FI potrebbe ancora avere un ruolo di rilievo se dalla famiglia Berlusconi qualcuno si sacrificasse per continuare in una presenza che sicuramente farebbe ingastrire molti cattocomunisti e, per tale motivo, mi piacerebbe si potesse realizzare.
Il fratello Paolo o uno dei figli potrebbero candidarsi già a settembre per l'elezione supplettiva che dovrà designare il sostituto al seggio parlamentare del Cav e così dare una copertura al partito che, nel frattempo, potrà organizzarsi e strutturarsi in modo più tradizionale-
E' intanto significativo che, nel primo giorno del dopo Berlusconi, il Governo Meloni si appresti a licenziare la prima parte della riforma della giustizia, tanto attesa dal Cav, quanto osteggiata (e significa che è cosa buona e giusta per l'Italia) dai cattocomunisti.
Muoiono gli uomini, non le idee-


sabato 3 giugno 2023

Troppe celebrazioni

 Credo che l'Italia sia l'unica Nazione in cui le solennità civili abbiano numerose date di celebrazione.

Alcune sono festive a tutti gli effetti, altre sono declassate a ricorrenze in giorno lavorativo, ma con annesso il pistolotto di Mattarella-
Abbiamo così il 7 gennaio (Tricolore), il 21 marzo (Unità), il 4 novembre (Vittoria nella Grande Guerra, poi pudicamente declassata a Festa delle Forze Armate e infine escluso dall'essere giorno festivo) tra i giorni lavorativi e, quindi, il 25 aprile (fine della seconda guerra mondiale che i comunisti, nonostante fummo costretti a firmare un oneroso trattato di pace - con rinuncia a territori Italiani come Istria e Fiume ed avendo rischiato di perdere anche Trieste - e occupati dalle truppe angloamericane, sono riusciti a trasformare in "liberazione") e il 2 giugno (repubblica) tuttora giornate festive.
Ci sono altre giornate che ricordano un momento importante nella Storia Patria come il 24 maggio (ingresso nella Grande Guerra) che non credo sia mai stato festivo, ma celebrato anche in una celeberrima canzone (La Leggenda del Piave) e il 28 ottobre (Marcia su Roma) festivo durante il Ventennio ed ora dimenticato e messo all'indice (i comunisti, se potessero, passerebbero direttamente dal 27 al 29 ottobre, come gli americani cancellano il tredicesimo piano dai palazzi passando dal dodicesimo al quattordicesimo).
Sono tutte ricorrenze divisive.
A parte l'evidente divisività del 25 aprile e del 28 ottobre, il 7 gennaio, esaltando il Tricolore, non può certo essere gradita agli unionisti che vorrebbero invece anteporre la loro bandiera blu con le stelline gialle al nostro Tricolore.
Il 21 marzo è data invisa ai neoborbonici ed a molti meridionalisti perchè la vedono come la fine della loro indipendenza oppressa dalle baionette piemontesi, dopo l'occupazione garibaldina.
Il 24 maggio e il 4 novembre sono invise ai pacifisti ed a molti socialcomunisti che hanno un retaggio neutralista, per il loro esplicito richiamo alla Vittoria bellica, tutta Italiana, nella Grande Guerra.
Il 2 giugno, con ogni evidenza, a chiunque sia di orientamento monarchico o che non riconosca (e sfido qualunque militante ed elettore del Centro Destra a farlo, al di là di un esercizio retorico di diplomazia istituzionale) a Mattarella (ed ai suoi predecessori Napolitano, Ciampi, Scalfaro e Pertini) un autentico ruolo super partes che possa incarnare l'Unità della Nazione.
La mancanza di una ricorrenza condivisa che celebri l'Unità della Nazione, come è il 4 luglio negli Stati Uniti, è uno dei tanti vulnus della nostra società, soprattutto oggi che la propaganda unionista spinge a spogliarsi della propria Identità Nazionale, per aggregarsi ad un blob che non è nè carne, nè pesce, all'interno di quell'accrocchio arcobaleno che è l'Unione del Male.
Non ho una ricetta, perchè, come abbiamo visto, qualsiasi giorno ha le sue controindicazioni divisive.
Fu un errore dei costituenti che non vollero o seppero donare alla Nazione una unica data, che fosse festiva, che fosse individuata nel passato remoto e non in quello troppo vicino e contrastato, per celebrare la Nazione Italiana.
Un errore che, temo, continueremo a pagare rinfocolando, periodicamente, divisioni nocive per la nostra Patria, soprattutto se riferite a situazioni ormai storicizzate, sempre più lontane negli anni, ormai senza più i diretti protagonisti dell'epoca e che andrebbero consegnate agli studi degli storici.
Come forse andrebbe consegnata agli archivi l'intera costituzione del 1948, per istituire una nuova Assemblea Costituente, eletta con criterio proporzionale, che scriva un testo più adeguato ai tempi che viviamo e più flessibile, perchè possa adattarsi anche ai futuri cambiamenti.