martedì 30 luglio 2013

Un grande futuro per il Cavaliere

(LO)Non c'è alcuna contraddizione tra il rischio di decapitazione giudiziaria che grava su Silvio Berlusconi ed il fatto che il Pdl torna ad essere nei sondaggi, anche quelli abitualmente vicini alla sinistra, il primo partito italiano. Perché gli elettori dell'area del centro destra, anche una parte di quelli che alle ultime elezioni si sono sono stati attratti dall'astensione o dalla protesta grillina, sono provvistI di un buon senso pratico, decisamente superiore rispetto alle convinzioni sballate di tanti politici ed osservatori di sinistra. Capiscono benissimo che qualsiasi condanna con interdizione dai pubblici uffici non solo non intaccherebbe ma addirittura aumenterebbe il ruolo di leader politico di un Cavaliere definitivamente insignito dell'aureola di perseguitato politico-giudiziario.

E, di fronte allo spettacolo delle profonde lacerazioni personalistiche offerto dal Partito Democratico e della incapacità del Movimento Cinque Stelle di andare oltre la becera interpretazione del “tanto peggio, tanto meglio”, intuiscono che la posizione moderata e responsabile assunta da Berlusconi nei confronti dell'unico governo possibile rappresenta il principale ostacolo alla corsa degli irresponsabili verso il caos. Neppure l'annuncio del Cavaliere di voler tornare a Forza Italia lasciando al Pdl il ruolo di federazione delle diverse componenti del centro destra modifica l'atteggiamento della maggioranza silenziosa. Perché i sondaggi non quotano la futura federazione ma i singoli partiti che ne faranno parte. Ed il Pdl attuale, inteso come partito ormai separato dagli altri alleati (Fratelli d'Italia, Destra e gli altri minori), rappresenta di fatto in termini numerici la prossima Forza Italia. Tutto bene, allora, per Berlusconi a dispetto della persecuzione giudiziaria e grazie all'annuncio di essere pronto ad andare in carcere senza far saltare il banco? In realtà il Cavaliere dovrebbe fare attenzione a due pericoli che gravano sulla sensazione della maggioranza degli italiani che il vecchio leone continua ad essere più affidabile delle giovani iene. Il primo è la tenuta del proprio partito.

Che potrebbe seguire l'esempio del Psi di Bettino Craxi e sfaldarsi come neve al sole di fronte non tanto all'azzoppamento del proprio leader quanto alla perdita di tenuta nervosa dello stesso. Se dunque Berlusconi, come ha assicurato, tiene i nervi saldi di fronte a qualsiasi sentenza e mantiene il ruolo di unico leader responsabile può scongiurare il rischio di essere abbandonato dai dirigenti del proprio partito. Tanto più che costoro sanno benissimo di non avere alcun futuro politico senza il Cavaliere. Il secondo pericolo è forse più importante del primo. E riguarda la capacità di Berlusconi di non limitarsi a dimostrare al paese di essere l'unico ostacolo al caos degli irresponsabili. Ma di caricare questa responsabilità di un particolare significato politico. Quello di essere anche l'unico baluardo contro la trasformazione dello stato di diritto in stato di polizia fiscale che altera le regole del mercato e contro quella deriva giustizialista ed autoritaria che pensa di risolvere i problemi con la semplice stretta penale o proibizionista della società conculcando i diritti individuali dei cittadini. Il Cavaliere, in altri termini, può ribaltare le previsioni che lo darebbero per liquidato giudiziariamente e può dare ancora più forza al proprio ruolo di garante della stabilità. Ma deve tenere unito il proprio partito e lo deve tornare a caratterizzare come la forza del cambiamento e delle libertà del cittadino, sull'esempio della prima Forza Italia.

La prova del nove

Se la cassazione oggi dovesse condannare Berlusconi, “si parrà” la “nobilitate” dei dirigenti del Centro Destra.
Una reazione che, pilatescamente, tenesse “distinto il governo dalle sentenze contro singole persone”, mostrerebbe viltà e mancanza di attributi.
Viceversa una reazione che ribalti il tavolo dimostrerebbe che ci si può affidare anche in futuro a questa dirigenza.
Le dimissioni in massa, l’Aventino, non bastano, anzi darebbero alla sinistra l’opportunità di legiferare senza opposizione, approvando il peggio del peggio dal quale tornare indietro risulterebbe pressoché impossibile.
Meglio, molto meglio, l’ostruzionismo su ogni singolo provvedimento arrivasse in aula e in commissione, fino a costringere allo scioglimento delle camere ed a nuove elezioni che diverrebbero un autentico “giudizio di Dio”, il redde rationem finale e definitivo, dove chi vince, prende tutto e chi perde, perde tutto.
Noi Italiani veri abbiamo poche possibilità, singolarmente, di influire, dobbiamo quindi rimetterci alle scelte che faranno coloro che abbiamo eletto.

L’importante è che alla fine, l’Italia torni ad essere Nazione Sovrana, Indipendente, “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”.

domenica 28 luglio 2013

In Italia comandino gli Italiani

Pare che l'FMI pretenda che resti l'imposta sulla prima casa.
Pare che Letta e Saccomanni si facciano interpreti della volontà straniera.
Chi accetta i diktat dall'estero non è migliore di chi li redige.
L'iva e l'imu sulla prima casa se la paghino loro per compiacere l'amichetta di Sarkozy.
Se non viene abolita l'imu sulla prima casa e se aumenterà l'iva dal 1° ottobre (e se non sarà eletta la Santanchè alla vicepresidenza della camera per il veto comunista), non vi sarà più alcuna ragione perchè questo governo continui a vivere.

alessio.zanon@esercitodisilvio.it


venerdì 26 luglio 2013

Se credessi che quando parla di ripulire la politica dal letame, Grillo pensi agli stessi personaggi e partiti che vengono in mente a me, allora direi anche in alcuni contenuti, per ora, però, approvo i decibel con i quali Grillo attacca, “meritandosi” i rimbrotti della Boldrini che, evidentemente, non capisce quanto risulti stonata a molte orecchie la sua petulante voce a difesa degli immigrati, degli omosessuali e di tutto ciò che rappresenta il contrario del mio (e non solo mio …) concetto di Nazione sana.
Approvo l’ostruzionismo parlamentare che, inchiodando la camera ad una eterna seduta, impedisce l’approvazione di un provvedimento sopravvalutato.
Un ostruzionismo che è di insegnamento per il Centro Destra che voglia opporsi all’infame disegno di legge sull’omofobia e, soprattutto, al Centro Destra che voglia dare un segnale forte ai propri elettori e ai propri nemici, qualora la cassazione dovesse confermare la condanna a Silvio Berlusconi.
Sì, perché non possiamo dimenticarci che il 30 luglio il Leader del Centro Destra potrebbe subire l’ennesimo tentativo di rimozione dal suo ruolo per mano giudiziaria nonostante i dieci milioni di voti che lo sostengono.

In tal caso mi aspetto che il PdL esca dal governo e faccia, assieme a tutto il Centro Destra, lo stesso, identico ostruzionismo esemplarmente prodotto da Grillo, ma su tutti i provvedimenti, anche i più marginali, bloccando il parlamento e costringendo a nuove elezioni.
Infatti sul metodo Grillo ha ragione: se ci si oppone a qualcosa, bisogna farlo con tutti gli strumenti e le forze disponibili.

Fassina, dopo pochi mesi di governo, sull'evasione la pensa adesso come Berlusconi e, più modestamente, come me. sdoganando l'evasione di sopravvivenza causata dall'eccesso di tasse.
Meglio tardi che mai.
Adesso vediamo se sono solo parole o se seguiranno i fatti: abolizione imu, nessun aumento dell'iva, riduzione delle aliquote irpef, museruola a Befera ed ai suoi sceriffi.

giovedì 25 luglio 2013



caro On. Giorgetti del PDL ma che ti inventi?
Questa mattina presto mentre bevevo un caffè e leggevo il Gazzettino mi sono soffermato a leggere quanto dichiara il Coordinatore (Calato dall'alto e non eletto) del PDL Veneto, coordinatore che non è quasi conosciuto da nessuno degli iscritti allo stesso Partito, e questo la dice lunga sulla sua attività nel territorio, = a 0.
Dunque l'ON. Giorgetti dice che L'esercito di Silvio doveva informarlo?? ma L'esercito di Silvio è Forza Italia e dunque nulla deve a questo signore che non si è distinto x una guida accurata e vincente del Partito che rappresenta. Per quanto riguarda il radicamento nel territorio ricordo al Signor Giorgetti che lui nella sua Verona ha perso in tutte le tornate elettorali, dunque si metta a disposizione del nuovo e se questo lo turba tanto faccia ciò che in molti si aspettano...rimetta il suo mandato nelle mani del Presidente Berlusconi e assista dalla finestra a quella meravigliosa rinascita che sarà Forza Italia e all'entusiasmo che hanno i militanti e la base a riprendersi il loro futuro tra le mani...ciao ciao Giorgetti...

mercoledì 24 luglio 2013

Quando il pregiudizio prevale sul giudizio
(LO)Giudizio o pregiudizio ? Questo è il problema. Per nulla amletico ma fin troppo concreto. Perché se il Tribunale di Milano emette una condanna a sette anni nei confronti di Silvio Berlusconi al termine di un processo in cui non è emersa alcuna prova a carico dell'imputato e se il Tribunale di Pescara commina nove anni all'ex Governatore dell'Abruzzo Ottaviano Del Turco senza che nel dibattimento sia emersa alcuna prova concreta della presunta corruzione del personaggio in questione, il dilemma diventa obbligatorio.

In una epoca in cui è diventato un luogo comune affermare che le sentenze non si discutono ma si applicano, può sembrare eversivo ed offensivo porre la questione se in casi come quelli sopra citati il pregiudizio, politico, morale o semplicemente umorale, abbia condizionato il giudizio. Eversivo rispetto ad un sistema giudiziario inteso come un organismo sacrale provvisto del dono dell'infallibilità simile a quello assicurato da Pio IX ai pontefici romani. Offensivo nei confronti dei magistrati che hanno emesso le sentenze in questione e che non possono sicuramente accettare serenamente il sospetto di aver amministrato giustizia non sulla base del libero convincimento ma di un qualche particolare pregiudizio.

In realtà, però, porre l'interrogativo di partenza non è né eversivo, né offensivo. È solo la legittima reazione alla constatazione che troppo spesso i Tribunali di prima istanza sono portati a fare propria la posizione della Pubblica Accusa mentre quelli dei successivi gradi di giudizio, che operano lontano dai fatti e quando il clamore mediatico sulle vicende si è sopito, tendono a considerare con maggiore attenzione le posizioni della Difesa.

Le eccezioni, naturalmente, non mancano. Come dimostra l'assoluzione in primo grado del generale Mori a Palermo. Ma queste eccezioni sono troppo esigue per diventare regola. Così appare una sorta di prassi consolidata quella secondo cui i magistrati siano più sensibili al pregiudizio accusatorio all'inizio dell'iter processuale dei tre gradi di giudizio e tendano al giudizio privo di pregiudizi nelle fasi successive.

La ragione di questo fenomeno non è ella presunta protervia di chi deve amministrare la giustizia ma solo ed esclusivamente del conformismo politico e culturale diventato egemone nel paese e che che considera giustizia solo ciò che si traduce in manette, pene e prigioni ovviamente superaffollate.

Questo conformismo non aiuta il sistema giudiziario e non alimenta la fiducia dei cittadini nei confronti dei giudici. Al contrario, tende a trasformare il sistema in un semplice strumento di pubblica vendetta e a portare sempre più in basso il livello della credibilità e della autorevolezza dei magistrati giudicanti troppo ossequienti alle volontà dei magistrati inquirenti.


Battersi contro questo fenomeno non ha nulla di eversivo o di offensivo. È solo legittima difesa dei cittadini che non chiedono privilegi ma una giustizia giusta senza pregiudizi di sorta.

Ignorantia non excusat

Purtroppo, però, vota
Ieri mattina ho ascoltato parte della trasmissione radiofonica “Radio anch’io”. 
Dopo una brillante introduzione di Brunetta sul perché l’imu deve essere cancellata, hanno dato la parola a due “ascoltatori” che hanno detto di non condividere le opinioni di Brunetta.
Uno ha parlato solo di ridurre i costi dell’imu (diceva di aver pagato più di mille euro nel 2012 …) ma non di cancellarla (lascio a chi legge definire uno che, pagando mille euro e più di imu prima casa, ne sostenga la permanenza e non l’abolizione …)  l’altro sosteneva che la media imu prima casa fosse di “appena” 230 euro a testa, con l’applicazione del concetto reso celebre dal pollo di Trilussa.
Entrambi sostenevano che anche abolendo l’imu, lo stato doveva “reperire altre fonti”, replicando il mantra che si legge sui giornali di regime.
Reperire altri fondi, tassare, insomma.
Non è venuto minimante in mente che si dovrebbe, anzi si deve, invece TAGLIARE LA SPESA.

Da tale disinformazione, probabilmente, derivano molti problemi italiani.

lunedì 22 luglio 2013

Azzerare questo stato
L’ultima fantasia di Saccomanni (puntualmente smentita) è la vendita della partecipazione dello stato in Enel, Eni e Finmeccanica, cioè i “gioielli di famiglia”.
I titoli azionari hanno immediatamente perso valore.
Io non sono contrario alla vendita del patrimonio di questo stato, al contrario credo che lo stato debba uscire quanto più è possibile da ogni partecipazione e da ogni proprietà che non sia strettamente connessa con la difesa della Sovranità, dell’Indipendenza nazionale e della Sicurezza Interna.
Non sono d’accordo con il vendere i gioielli di famiglia, cioè le partecipazioni produttive, per ridurre il debito pubblico senza che questa operazione sia preceduta da un importante taglio della spesa (e tralasciamo in questa sede la colonizzazione dei nostri migliori marchi da parte degli stranieri interessati a comprare il meglio dell’Italia).
E’ infatti inutile ridurre il debito pubblico, se si continua a sostenere la stessa spesa che quel debito pubblico ha prodotto.
Vendere i gioielli di famiglia significherebbe solo rinviare il problema, scaricandolo su un governo successivo, riducendo momentaneamente il debito, salvo poi trovarsi dopo pochi anni o anche mesi allo stesso livello di prima e senza più i “gioielli” da vendere.
Vediamo di essere più chiari con i numeri (arrotondati).
Il nostro debito pubblico è di 2100 miliardi di euro.
La spesa annua … non riesco a capire bene se sia di 800 miliardi o di 2500 come ha scritto ieri Libero, comunque tanta.
Il patrimonio dei beni mobili e immobili dello Stato era pari al debito pubblico con Berlusconi (1800 miliardi) poi è arrivato il "genio" con il loden, Monti e secondo Libero di ieri il nostro patrimonio oggi non arriva a 1000 miliardi (meno della metà del debito pubblico che nel frattempo il "salvatore della patria" ha lasciato lievitare nonostante la repressione fiscale imposta agli Italiani). 
Enel, Eni e Finmeccanica valgono 35 miliardi euro sul mercato azionario attuale (quindi valori molto al di sotto di quello reale di simili aziende).
Appare evidente che ridurre il debito pubblico di 35 miliardi di euro una tantum, senza tagliare la spesa, è inutile.
Quei 35 miliardi potrebbero servire unicamente ad allungare la vita a Letta, pagando imu, iva e parte dei debiti della pubblica amministrazione, poi tutto tornerebbe come prima, peggio di prima.
Tutti riconoscono che il macigno italiano è la spesa pubblica, dilatatasi in modo mostruoso per il clientelismo della prima repubblica, particolarmente negli anni settanta e ottanta, che ha elargito a tutte la varie lobbies che, ora, condividono l’idea dei tagli, purchè siano effettuati su “altri”, perché le loro attività sono essenziali.
Così dicasi per i dirigenti pubblici e le pensioni d’oro, difese dalla corte costituzionale i cui componenti evidentemente, sanno che finito il novennato rientreranno in tale categoria, per i magistrati, gli insegnanti, le spese sanitarie, per l’istruzione, per gli enti locali (anche qui la corte costituzionale ha impedito la miseranda decimazione delle provincie).
Sì ai tagli, purchè colpiscano il mio vicino.
Così non si arriva da nessuna parte e il debito pubblico continuerebbe ad aumentare e per pagare gli impegni pubblici i cittadini vengono sempre più oppressi da controlli e tasse, trasformandoci in schiavi.
E’ ragionevole pensare che un governo composito possa risolvere i problemi nell’unico modo concepibile, cioè impugnando la daga per tagliare brutalmente le spese ?
No.
Infatti in Grecia gli scontri sono all’ordine del giorno per aver licenziato il 5% dei dipendenti pubblici (in Italia significherebbe licenziare 250mila persone circa) e decurtando i loro stipendi del 35% (ve l’immaginate la reazione di magistrati, insegnanti, commessi parlamentari, impiegati del catasto a tale taglio ?).
In ponderosi articoli di giornali e nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico della televisione, ci illustrano con numeri concreti i costi di questo o quel settore, intervento, attività pubblici.
I giornalisti, con i loro servizi, snocciolano milioni, miliardi di euro “recuperabili” dalla spesa pubblica: perché alle parole non seguono i fatti ?
Non è pensabile che Letta, Saccomanni e i loro predecessori vicini e lontani non siano in grado di conoscere tali spese, come non è pensabile che non sappiano che SOLO tagliando le spese possono rimettere in carreggiata l’Italia, rendendo utile la vendita non solo di Enel, Eni e Finmeccanica, ma anche di immobili e beni dello stato.
E’ invece ragionevole pensare che NON POSSANO tagliare perché agire su un solo settore (ad esempio la sanità) risulterebbe insufficiente (oltre che ingiusto) e, comunque, provocherebbe una reazione lobbistica tale da far cadere il governo.
Analogamente per ogni altro settore e, quando si cerca di toccare un po’ ovunque, allora c’è qualche magistrato che interviene e blocca tutto con una sentenza nel nome della costituzione o di qualche principio teorico ma privo di qualsivoglia concretezza e utilità pratica.
Un governo che tagliasse la spesa pubblica come dovrebbe, si troverebbe rapidamente in minoranza davanti al primo Grillo che passa e che istigherebbe alla rivolta tutti coloro che fossero danneggiati da tali iniziative, manipolandone la volontà e illudendoli che sono “gli altri”, magari “i ricchi” categoria quanto mai evanescente e dal perimetro incerto, a dover pagare.
Dovrebbe essere completamente ripensata la forma di rappresentatività, di stato, a cominciare dai sistemi di formazione della volontà popolare, dalla loro traduzione esecutiva, della tutela giurisdizionale e di chi la esercita.
Questo stato, come lo conosciamo, con i suoi parrucconi, le sue liturgie, le sue regole scritte e non scritte, dovrebbe essere azzerato e sostituito da una concezione moderna, efficiente, fondata su Valori solidi, universali, non economici e momentanei che cambiano con il cambiare dei costumi.
Dovrebbe … ma come possiamo immaginarci un cambiamento così radicale e necessario attraverso la attuale dialettica politica ?

domenica 21 luglio 2013

Hanno ragione gli Americani

Alcuni magistrati hanno condannato Berlusconi, Mora e Fede a sette anni per aver organizzato cene alle quali partecipavano, consenzienti (anzi ben felici di esserci !) giovani e belle donne dipinte come prostitute.
Altri magistrati hanno condannato al massimo a due anni e dieci mesi i coimputati per il disastro della Costa Concordia che ha provocato 32 morti.
Per non citare tutti i magistrati che mandano agli arresti domiciliari chi uccide con la macchina guidando ubriaco o libera rom e zingari non considerandoli imputabili delle loro stesse rapine.
E tanti sarebbero gli esempi del genere.

Allora hanno ragione gli Americani che, ancora una volta, hanno sottratto a questa "giustizia" un loro concittadino.

venerdì 19 luglio 2013

Cav assolto ovunque (tranne che a Milano)

(LO)«In qualunque altra sede giudiziaria» diversa da Milano il processo Mediaset si sarebbe concluso con «una sentenza più che assolutoria», soprattutto considerato che «due precise sentenze della Cassazione» hanno stabilito «l'assoluta estraneità» di Silvio Berlusconi alla gestione di Mediaset in quegli anni. È quanto si legge in un documento diffuso ieri dal Pdl. Nel testo - definito «documento politico elaborato dal Pdl a proposito del processo "diritti Mediaset", dopo una approfondita analisi delle carte processuali» - si ripercorre l'intera vicenda processuale alla vigilia dell'udienza in Cassazione, prevista per il 30 luglio per l'esame del ricorso di Berlusconi contro la sentenza della Corte d'Appello di Milano che lo ha condannato a quattro anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

«Il "processo diritti Mediaset", così convenzionalmente denominato - è scritto nella premessa del documento del Pdl - è basato su una ipotesi accusatoria così assurda e risibile che in presenza di giudici non totalmente appiattiti sull'accusa e "super partes", sarebbe finito ancor prima di iniziare, con grande risparmio di tempo per i magistrati e di denaro per i contribuenti'', dal momento che «non è azzardato ipotizzare che tra consulenze, rogatorie ed atti processuali questa vicenda sia già costata allo Stato una ventina di milioni di euro». Nel ripercorrere la vicenda, il Pdl ricorda che «Mediaset per acquisire i prodotti Paramount, tra i migliori sul mercato americano, doveva, necessariamente, trattare sempre e solo con Frank Agrama, il quale ogni anno acquistava l'intera produzione di film e fiction» e poi li rivendeva. «I magistrati milanesi - osserva il Pdl - non si sono arresi a questa realtà e hanno ipotizzato addirittura che la causa dell'esclusiva di Agrama sarebbe stato il fatto che Silvio Berlusconi sarebbe socio occulto di Agrama e che avrebbe diviso con lui gli utili delle vendite Paramount». «Risulta invece incontestabilmente dagli atti che:

a) Silvio Berlusconi ebbe a conoscere il signor Agrama (due o tre incontri soltanto) agli albori della TV commerciale negli anni '80 non avendo avuto successivamente alcun rapporto con lui;

b) Dai conti correnti di Agrama sequestrati dai Pm milanesi si evince incontestabilmente che tutti i guadagni provenienti dall'attività commerciale di Agrama sono rimasti nella sua esclusiva disponibilità e che mai somma alcuna è stata trasferita a Silvio Berlusconi;

c) Nel corso degli anni, Agrama ebbe a versare ad alcuni dirigenti di Mediaset ingenti tangenti in "nero" (in un caso addirittura 4 milioni e mezzo di euro) per far sì che l'azienda acquistasse l'intera produzione annuale di Paramount;

 d) Tutti i testimoni ascoltati hanno categoricamente escluso che Silvio Berlusconi si fosse mai occupato dell'acquisto di diritti televisivi; e) Tutti i testimoni hanno confermato che dal gennaio 1994, data della discesa in campo nella politica, Silvio Berlusconi dopo essersi dimesso da ogni carica, si è totalmente distinto ed allontanato dalle aziende da lui fondate, non ha mai ricoperto alcun ruolo in Mediaset, non ne ha firmato alcun bilancio, né alcuna dichiarazione dei redditi».

giovedì 18 luglio 2013

Calderoli indagato ?!?!?

Dopo aver ignorato antiche definizioni quali “topo” (Amato), “cinghialone” (Craxi) , “caimano” (Berlusconi cui è stato persino dedicato un film !)  e anche le recentissime “battute” di Monti e Dario Fo sulla statura di Brunetta, la magistratura pare stia indagando Calderoli per aver detto che quando guarda Cecilia Chienge (no, non è un refuso, ma se lei vuole essere Italiana che lo sia cominciando dal nome e cognome !) pensa ad un orango.
Ora io vorrei sapere se, adesso, c’è la censura anche su quello che si pensa guardando il prossimo.
Vorrei sapere dove sia l’istigazione all’odio razziale, ma soprattutto vorrei anche capire dove sia l’offesa (che nei giornali asserviti al regime diventa plurale: le offese, gli insulti, tanto per ingigantire il nulla …) .
Quando guarda la Chienge a Calderoli viene in mente un orango ?
E allora ?
Al massimo è poco educato esprimere pubblicamente quale animale ci ricordano Tizio o Caio, ma allora perché non hanno indagato Moretti per aver persino fatto un film sul “caimano” che è una attribuzione di gran lunga più offensiva dell’ “orango” di Calderoli ? 
Sono sicuri di spendere bene i NOSTRI soldi per istruire un processo contro Calderoli, o contro i tifosi bergamaschi per il loro “carro armato” o per difendere due kazake, espulse perché entrate illegalmente in Italia ? 
Dobbiamo proprio pagare imu e iva anche per finanziari tali iniziative ?

martedì 16 luglio 2013

"Tutti contro il Cav." è lo sport nazionale
(LO)Si occupano (praticamente tutti) solo di lui. Il Cavaliere è oggi più che mai al centro delle attenzioni degli avversari (politici e non) che ne fanno il loro "obiettivo di riferimento": atteggiamento che, in modo lampante, dimostra che da certe parti si preferisce scegliere di tentare l'eliminazione dell'avversario anziché competere con lui e, magari, sconfiggerlo tramite il voto popolare. Invece niente di tutto questo. Si attaccano a tutto - forse perchè consapevoli che gli strumenti di democrazia diretta non li aiutano a vincere - pur di far fuori (in tutti i sensi) il loro avversario. Ascoltate qualche dichiarazioni di Vendola e con chi se la prende? Con Silvio Berlusconi, a prescindere. Dal Pd emerge, invece, uno scenario sfaccettato, a macchie quasi come il pelo del famigerato ghepardo.

Dalle parti del partito del segretario "pro tempore" Epifani, anziché decidersi (sarebbe anche ora) di far capire al Paese programmi ed assetto del partito, si ostinano ad "arrivare primi e perdere" le elezioni. Ed allora che fare? Attaccare il Cav. anche se insieme sostengono il Governo presieduto 'dal loro' Enrico Letta. Consentiteci, ma non è normale! Ora, poi, ci sono pure i "cittadini pentastellati" i quali, avendo accertato la loro inconsistenza dal punto di vista politico-istituzionale ma soprattutto programmatico, hanno capito che la strada più facilmente percorribile è quella dell'attacco al Berlusca. Ma i burattini grillini hanno fatto di più, si sono superati ed hanno chiesto la revoca delle licenze per le reti Mediaset. Invece di occuparsi dell'emorragia di voti, di parlamentari, di assessori e di democrazia in casa propria, i 5Stelle si occupano del Cav. e delle sue aziende: come "salvagente" elettorale non è male, anche se un po' (troppo) abusato.

La realtà è che questi "signori" non hanno forse ben chiaro che, a forza di criminalizzare l'avversario anziché sconfiggerlo tramite il voto, rafforzano la voglia della gente di schierarsi al fianco della vittima dei loro attacchi concentrici. Comici, magistrati e giornalisti di parte, sono spesso complici di questo disegno, ma anche per loro la pantomima non durerà molto.

lunedì 15 luglio 2013

Quel discolo di Calderoli

Crocefisso e con la Bindi (!!!) che chiede le sue dimissioni da Vicepresidente del Senato per aver fatto in pubblico la battuta che metà Italiani (e forse più ...) fanno al bar o con il vicino di ombrellone.
E tutti quelli che da venti anni dileggiano Berlusconi per la statura e i capelli comprati al supermercato e passano per geni della comicità ?

Siamo Italiani per sangue, non per nascita

Se la Boldrini avesse assimilato quel che hanno cercato di insegnarle a scuola, non si esprimerebbe con gli sfondoni concettuali che caratterizzazione le sue esternazioni cui viene data sin troppa importanza in rapporto al loro contenuto e spessore.
Già con lo studio dei classici antichi si capisce quanto sia importante legare i vincoli patriottici a quelli di sangue.
Con la vicenda dei troiani esuli nel Lazio, si vede quanto pericoloso sia accogliere immigrati clandestini, rifugiati e quanti fuggono dalle loro terre natie.
Chi, infatti, ricorda i re Latini, cancellati da Albalonga a sua volta estinta dalla Roma di un esule come Romolo ?
Ma il massaggio più chiaro ci viene da Alessandro Manzoni, come ho più volte citato, che definisce l’Italia (ma si applica a qualsiasi Nazione) “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di SANGUE e di cor”.
Ogni caratteristica è necessaria per essere Italiani e non viene presa in considerazione la semplice e casuale  nascita sul suolo italiano, ma è ben caratterizzato il SANGUE.
Perché lo ius sanguinis è il diritto che caratterizza la nostra Civiltà di tradizioni Romane, ben diversamente dallo ius soli di origine barbara.
Sono proprio i legami di sangue che consentono la maggiore affidabilità, soprattutto quando la situazione è difficile, quando si è in difficoltà.
E quale affidabilità possono avere immigrati clandestini e non, rifugiati scappati dal loro territorio perché ostili al governo, popolazioni in fuga dalla guerra ?
Nessuna.
Perché i primi non hanno alcun legame con la nostra terra e la vedono solo come uno strumento per il proprio interesse, cessato il quale possono tranquillamente rivolgersi altrove.
I rifugiati usano il nostro territorio e il nostro aiuto per tramare contro il loro governo con il non celato intendimento di tornare e farsi sostituire (tanto pagano sempre gli Italiani …) da coloro che adesso li hanno esiliati, senza considerare che alcuni di loro sono terroristi e assassini per la legge del loro paese, nè più, nè meno di quel che è per noi Cesare Battisti cui ha dato rifugio il Brasile.
Ed a proposito di rifugiati apro una parentesi sul caso della famiglia del dissidente kazako: ma siamo proprio obbligati a dare rifugio a chiunque, anche mettendo a rischio, in un periodo di crisi economica, i nostri cospicui affari con il Kazakistan ?
E c'è bisogno di fare tutta quella canea per averla rimandata nella loro patria ?
Quanto alle popolazioni come possiamo accogliere migliaia di persone, sopperire alle loro esigenze con la grave crisi che ci attanaglia ?
E quanto possiamo fidarci di chi scappa dalla sua terra invece di combattere per essa ?
Senza legami di sangue non esiste Nazione.
Senza legami di sangue non esiste ragione per cui, su un territorio già sovrappopolato e con gravi problemi di sopravvivenza futura, si debbano disperdere risorse per gente straniera.
Non basta nascere in Italia x essere Italiani

sabato 13 luglio 2013

Il problema non è Berlusconi ma il Pdl

(LO)Il problema non è la condanna o meno di Silvio Berlusconi o quello della sua tardiva ineleggibilità decisa da pezzi del Pd e dai grillini per meglio provocare la caduta del governo di Enrico Letta. Il problema è il Pdl, la sua unità, la sua tenuta e la sua capacità di resistenza di fronte alla eventualità di una defenestrazione per via giudiziaria dal Parlamento del proprio leader storico e carismatico. Il Cavaliere può anche subire la conferma da parte della Corte di Cassazione dell'assurda condanna comminatagli dai magistrati di Milano. E può anche incassare l'iniqua ma possibile decisione del Parlamento o di considerarlo ineleggibile o di espellerlo da palazzo Madama in ossequio a qualche sentenza definitiva. Se riesce a mantenere i nervi saldi di fronte all'atto finale della persecuzione che subisce da vent'anni , se non si lascia cogliere dalla sconforto e dalla depressione, se non compie l'errore commesso a suo tempo da Bettino Craxi e se affronta a testa alta la sua fucilazione virtuale, può ribaltare ancora una volta a proprio vantaggio la circostanza sfavorevole.

E puntare ad andare a nuove elezioni , quando si terranno, con la ragionevole speranza di far recuperare ad un centrodestra ancora contrassegnato dal nome Berlusconi l'intera fetta di elettori trasmigrati verso l'astensione o verso la protesta sterile di Beppe Grillo. Un Cavaliere in versione San Sebastiano, martirizzato dalla protervia e dalla prepotenza dei suoi avversari storici della sinistra politica e giudiziaria, può tranquillamente puntare a vincere ancora una volta la partita elettorale. Con qualsiasi possa essere il sistema destinato a sostituire il Porcellum. Le condanne, l'ineleggibilità ed addirittura qualche misura cautelare non cambierebbero di una virgola la rabbia e la determinazione degli elettori del centro destra. A cui non interesserebbe un bel nulla della presenza o meno di Berlusconi in Parlamento ma solo della possibilità di continuare a riconoscersi nel personaggio che per vent'anni ha dato corpo e speranza alla propria richiesta di cambiamento. Non è forse vero che Beppe Grillo, pur essendo ineleggibile e lontano dal Palazzo, è il leader incontrastato di un partito che ha raccolto più del 25 per cento dei voti degli italiani? Chi punta a liquidare per via giudiziaria Berlusconi compie, dunque, un errore clamoroso. Se il Cavaliere tiene botta torna a vincere . E questa volta “senza fare prigionieri “.

Ma la condizione indispensabile perché il leader del Pdl non venga travolto da sentenze e prevaricazioni parlamentari, oltre ad essere la sua tenuta psichica, è che il suo partito mantenga la propria unità e non si dissolva, come è capitato in passato a Bettino Craxi con il Psi , come neve al sole. Se i suoi lo dovessero abbandonare fuggendo disperati all'insegna del “ si salvi chi può”, anche un Berlusconi pronto a fare come Cesare ad Alesia sarebbe costretto a gettare la spugna ed a cercare una difficile salvezza personale. Chi punta a liquidare Berlusconi per via giudiziaria sa bene che il Cavaliere è tosto e non si arrende senza combattere. Per questo punta sulla debolezza del Pdl, che al momento ha già perso una parte della vecchia componente degli ex An ormai impegnati nella rifondazione dell'antico Movimento Sociale Italiano e che potrebbe perdere di seguito la fetta più tiepida e trasformista dei cortigiani. Sono in grado quelli che oggi sembrano dividersi tra falchi e colombe di trasformarsi in lupi capaci di battersi in branco e per il branco? L'interrogativo è aperto. Anche se già da adesso si può sicuramente affermare che i falchi e le colombe pronti al volo potrebbero essere facilmente sostituiti dai lupi irriducibili dell'elettorato del centro destra!

giovedì 11 luglio 2013

Bergoglio paravento di Letta

Enrico Letta, premier per caso, invece di occuparsi dell'unica attività propria del governo e cioè aumentare il benessere e la ricchezza degli Italiani, quindi cancellando, senza se e senza ma, imu e aumento iva, cinguetta allegramente sulle note del vescovo di Roma che, probabilmente, non si rende ancora conto (lo perdonino quelli che ci riescono ...) di quanti danni ha prodotto con il suo blitz a Lampedusa.
Così ascolto il giornale radio e imparo che Letta si accolla problemi non suoi e non nostri, ma quelli degli immigrati e afferma che "dobbiamo" trovare una soluzione, che tradotto vuol dire spremere il contribuente Italiano per sperperare denaro, che sarebbe meglio utilizzato per ridurre le tasse, per i clandestini.
Senza arrivare alla brutale sincerità di Boso, è bene essere chiari:
1) noi Occidentali, noi Italiani non abbiamo alcuna colpa di cui farci perdonare se esiste il terzo mondo;
2) noi Occidentali, noi Italiani quando conquistammo gli Imperi coloniali, portammo ordine, un primo benessere, un volano di civiltà e sanità, dove prima c'era solo miseria, guerra, prevaricazione;
3) noi Occidentali, noi Italiani non possiamo essere responsabili di alcunchè se con l'indipendenza quegli stati già coloniali non hanno saputo amministrarsi ricadendo nelle loro miserie tribali;
4) noi Occidentali, noi Italiani non possiamo farci carico dell'accoglienza di milioni di diseredati che aspirano ad una vita migliore che purtroppo sarebbe a scapito del nostro stesso Benessere;
5) noi Occidentali, noi Italiani non possiamo quindi e non abbiamo alcun obbligo morale, civile, politico, economico verso una immigrazione di massa, tanto più quando questa si propone di occupare il nostro territorio attraverso arrivi clandestini.
Da che mondo è mondo, davanti a tutto viene l'interesse della propria Patria e dei propri Connazionali.
Se il vescovo di Roma aspira alla povertà, provveda lui a pagare i costi dell'immigrazione, ma Letta, premier per caso, si occupi di ridurre le tasse agli Italiani, abolire l'imu ed evitare l'aumento dell'iva.

mercoledì 10 luglio 2013

Accanimento degno di cause migliori

Con una inusuale rapidità la corte di cassazione ha fissato il processo contro Berlusconi al 30 luglio.
Magari i magistrati avessero altrettanta solerzia quando si tratta di condannare assassini, espellere clandestini, punire rom e zingari che rapinano le nostre case e ci scippano per strada !
Per Berlusconi però, no, una via preferenziale nella speranza di cancellarlo dalla faccia della terra.
O, almeno, prima delle prossime elezioni che, ormai, tra imu, persecuzione giudiziaria, iva e immigrati con il barbaro ius soli, appaiono inevitabili ad ottobre.
La domanda è: Berlusconi potrà liberamente fare propaganda politica nelle piazze o dovrà limitarsi ad apparire in televisione, con una novella Radio Londra per informare i cittadini, sollecitarci al voto per il Centro Destra, da una sconosciuta località in Italia o all'estero ?
Devo dire che l'ipotesi di una latitanza di Berlusconi e delle sue apparizioni con messaggi televisivi in barba alle toghe rosse e a tutto il parruccame istituzionale, mi stuzzica.
In ogni caso da uomo libero, da carcerato, da latitante, Silvio Berlusconi resterebbe il Leader del Centro Destra, da votare oggi più che mai, anche a prescindere dal programma

martedì 9 luglio 2013

Perchè limitarsi a cancellare le provincie ?
Per stornare l'attenzione dall' "aiutino" che gli organismi predatori internazionali stanno cercando di dare ai gabellieri italiani sull'imu, l'iva e le tasse, Letta ha inventato la priorità delle priorità: il disegno di legge costituzionale per l'abolizione delle provincie.
Grazie all'ennesima, costosa, invasione di campo della corte costituzionale che ha respinto la via breve al risparmio timidamente introdotta da Monti, ecco che è necessario mettere in campo una riforma costituzionale ad hoc, con tutte le liturgie, i tempi lunghi, i costi, la retorica che essa comporta.
Intanto i nostri risparmi sono sempre più a rischio e i nostri redditi falcidiati dalle tasse, con un Saccomanni ministro dell'economia (supportato dal suo vice Fassina che cerca ogni alchimia in politichese per conservare l'imu)  che sembra ricoprire lo stesso ruolo dei non rimpianti Ruggiero (agli esteri nel secondo governo Berlusconi) e Monti: tutelare gli interessi degli organismi internazionali anche contro quelli dell'Italia e degli Italiani.
Ma se proprio vogliamo stare all'organizzazione dello stato, perchè non cogliere l'occasione per abolire questa, pessima, costituzione e questo stesso stato italiano ?
In effetti che senso ha voler tenere uniti quelli che, venduti agli stranieri, propongono solo leggi finalizzate alla distruzione della Identità Italiana ?
Cosa mai abbiamo in comune con chi vorrebbe lo ius soli che ha come corollario cittadinanza e voto per gli immigrati, chi vorrebbe abolire il reato di clandestinità, chi vorrebbe sostituirci con gli illegali, chi vorrebbe elevare a diritto i capricci degli omosessuali, chi vorrebbe trattare le proprietà come un furto, tassarle anche se non producono reddito e sottrarle ai legittimi proprietari per regalarle agli stranieri ?
Cosa abbiamo in comune con chi, non riuscendo ad essere credibile in proprio, corre a  piagnucolare dagli organismi internazionali perchè lo aiutino a mantenere in vigore le tasse predatorie sulla casa ?
Nulla, abbiamo in comune e, personalmente, credo che un'Italia che dovesse introdurre nel proprio diritto tali norme, meriterebbe solo di finire in cenere.
Allora perchè non cogliere l'occasione per dividerci ?
Da una parte quelli che accoglieranno a braccia aperte gli immigrati, concedendo loro casa, terre e il ricavato delle tasse che deprederanno a quanti avranno l'incoscienza di aderire a quell'Italia con il "matrimonio" omosessuale in costituzione e, magari, con l'introduzione dell'esame (pratico ...) di omosessualità per conseguire la maturità.
Dall'altra noi, che vorremmo restaurare l'Italia che abbiamo amato.
L'Italia degli Italiani.
L'Italia che lavora.
L'Italia che tutela il risparmio e la casa.
L'Italia fondata su solidi principi morali.
Perchè limitarsi a cancellare le provincie, quando è tutto lo stato che andrebbe cancellato, ripensato e ricostruito ?

domenica 7 luglio 2013

parte il Tour



Amici che mi seguite sempre dalle pagine di Facebook, da domani e per 15 gg sono con il Camper dell'esercito di Silvio/Forza Italia in tour per la penisola. Appunto x 15 gg non pubblicherò miei pensieri di politica, ma posterò immagini e commenti del tour, ma dal 22 luglio sono ancora con voi. Seguiteci nel sitowww.esercitodellaliberta.it dove trovare date degli incontri e Foto e video delle varie iniziative che teniamo in tutta Italia. Seguiteci e fate sentire a noi il vostro calore verso Silvio Berlusconi al quale dobbiamo tutti molto!| Pensateci e seguiteci in questo Tour, e dopo nulla sara come prima, "DINOSAURI" avvisati!
alessio.zanon@esercitodisilvio.it


mercoledì 3 luglio 2013

Santanchè vicepresidente o elezioni

Santanchè vicepresidente o elezioni
PDL/Forza Italia ha una occasione d'oro per dimostrare al suo elettorato che le incertezze e i doroteismi del passato sono definitivamente archiviati: sostenere Daniela Santanchè quale vicepresidente della camera senza accettare veti o compromessi.
O passa la Santanchè come vorrebbe qualsiasi norma etica, direi anche morale, per cui al posto di uno del PdL divenuto ministro deve andare un altro PdL, scelto dal PdL e non dai suoi nemici, per mantenere l'equilibrio della presidenza, oppure dimissioni dal governo e apertura della crisi.
E che la facciano la maggioranza tra comunisti e grillini, con i loro provvedimenti liberticidi e devianti.

Vedremo come reagiranno gli Italiani quando, prima o poi, dovranno tornare a scegliere per il governo.