Ma chi è Galantino per giudicare ?
Le bergogliate dei vescovi non sono ancora terminate.
Le parole sull'immigrazione del vescovo pro tempore di Roma ( che chiama la guerra), gli insulti a Salvini (avvalorando in tal modo la linea della Lega) del vescovo segretario della cei che parla come e peggio di un Vauro qualunque, non sono bastati.
Il vescovo cei Galantino ha ieri accusato il governo Renzi di non fare abbastanza e che non basta raccogliere in acque internazionali o persino africane gli immigrati e portarli in Italia per pulirsi la coscienza, ma bisogna fare di più.
Fra poco chiederà di appiopparci una tassa per consentire ai clandestini di vivere nell'agiatezza a spese e sul lavoro nostro.
Ma chi è Galantino per giudicare ?
E' stato forse democraticamente eletto dal Popolo Italiano sul quale ricadrebbero le sue farneticazioni ?
Ha forse onorato la Patria con atti eroici, invenzioni, imprese memorabili, capitanato industrie dando lavoro a migliaia di persone, o anche solo "tirato la carretta" di una famiglia con uno stipendio da centellinare sino a fine mese ?
Niente di tutto ciò.
Se c'è uno che deve ripulirsi la coscienza è proprio chi, nascondendosi dietro la veste talare, ha scroccato vitto e alloggio, esattamente come vorrebbe per i suoi protetti straparlando, oggi, sempre nascondendosi dietro la sua veste, e dando giudizi a destra e manca, immemore della lezione del suo referente.
Insomma i vescovi cattolici di oggi non si ritengono all'altezza di giudicare divorziati e omosessuali, ma bensì gli atti di governo, le scelte e i progetti politici dei partiti.
Allora che si presentino alle elezioni.
O che tornino a fare quello per cui li stiamo pagando: pregare per tutti noi, lasciando a Cesare ciò che è di Cesare.
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