Pagare i debiti vendendo i beni artistici.
Il sindaco di Venezia Brugnaro ha rotto un tabù: vendere i beni artistici.
Per la verità ha solo pronunciato le parole che suscitano gli anatemi dei comunisti e degli statalisti in genere, ma intanto se ne è parlato e se ne dovrà parlare.
Brugnaro ha ipotizzato di vendere un paio di quadri per sistemare le scuole di Venezia.
Giusto.
Io rilancio.
Vendere tutto il vendibile per azzerare il debito pubblico.
Del resto ogni famiglia, quando non riesce ad arrivare a fine mese, vende pezzi del patrimonio, uno stato deve fare altrettanto, invece di estorcere denaro in continuazione ai cittadini,
Ad una condizione essenziale, però.
Dopo aver ripianato il debito, non un centesimo deve essere speso e solo per i compiti fondamentali di uno stato (Ordine Interno, Difesa dal nemico esterno, Giustizia, Rapporti con le altre Entità statuali) se prima non lo si ha in cassa.
Quindi gente come Renzi e compagni che straparla menando vanto ma aumenta il debito pubblico, non può toccare il nostro patrimonio artistico.
Renzi e compagni possono (devono) però privatizzare la scuola (visto che gli istituti continuano a chiedere soldi extra ai genitori per questa o quella iniziativa), la sanità (visto che comunque paghiamo i ticket e nel modo assurdo per cui chi più paga di contributi più paga anche di ticket, oltre a dover pagare di nuovo per essere curato veramente andando in strutture private) e tagliare drasticamente il personale che tiene in vita la burocrazia di stato.
Pagare i debiti è doveroso e si può.
Ma è il dopo che preoccupa, perchè con i Renzi si ricomincerebbe a fare debiti come e più di prima.
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