La richiesta di voto subito è sempre più flebile, una chiusura marginale nei discorsi, una fastidiosa eventualità per chi ha ottenuto una posizione impensabile (a me viene in mente ad esempio la ministressa dell'istruzione: quando mai una con simili "titoli" sarebbe potuta diventare ministro dell'istruzione ? E non ha neppure la dignità, che si trasformerebbe in un esempio educativo legittimando questo mese di permanenza in quel ministero, di dimettersi) , per chi non ha una professione oltre alla politica, per chi difficilmente verrebbe ricandidato o rieletto, ma anche per chi attende una decisione favorevole (che sarebbe sacrosanta !) per la sua candidabilità e, intanto, riesce a piazzare un suo fedelissimo al vertice del parlamento europeo, sia pur concedendo e cedendo ai tedeschi ed agli europeisti tanto, troppo e quindi rinunciando, di fatto all'alleanza con gli alleati naturali.
Andremo a votare, sicuro, ma quando ?
Stando così le cose il panorama sembrerebbe ricalcare la situazione di Roma, con il pci/pds/ds/pd e satelliti da una parte, i grillini dall'altra, una buona ma ancora numericamente insufficiente forza identitaria e sovranista e le frattaglie dell'estrema sinistra e dei "moderati" (perchè mi rifiuto di credere, pur con tutto l'affetto che conservo per il Cav, che la sua nuova collocazione politica possa dargli poco più di quel che presero nel 1994 Mariotto Segni e Mortimer Martinazzoli).
Appare evidente che in una simile situazione la legge elettorale diventa fondamentale per le ambizioni e le speranze di chiunque, posto che nessuno otterrà la maggioranza assoluta.
Una legge proporzionale darebbe fiato e potere di ricatto alle frattaglie, riportandoci alla prima repubblica, mentre un maggioritario, a seconda di come venisse elaborato potrebbe dare il potere assoluto a chi in realtà rappresenterebbe solo un 30% dei votanti e un 20% degli Italiani.
Tra i due mali, preferisco il secondo.
Meglio che ci sia qualcuno che abbia i numeri per governare senza subire ricatti, senza scendere a compromessi, anche se questo dovesse chiamarsi Di Maio (con il suo congiuntivo) o Di Battista o Grillo.
La volta successiva toccherebbe a noi, come a Roma, vedrete, dopo la Raggi sarà la volta di un sindaco di Centro Destra, Identitario e Sovranista.
#VotoSubito
#AlessioZanon
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