lunedì 6 marzo 2017

L'ideologia inquina anche il cibo

In cinque scuole (quattro elementari e una media) preside e docenti stanno vietando ai bambini di portarsi da casa merendine confezionate e panini imbottiti per l'intervallo di metà mattina.
Il Resto del Carlino riferisce che il divieto è tale che i bambini riportano a casa le merende intatte.
Naturalmente i responsabili di tale aberrazione hanno pronta la giustificazione pseudosalutista per cui, imponendo frutta e verdura anziché girelle e panini al salame, combattono l'obesità infantile, salvaguardando la "salute pubblica".
Opportunamente il Carlino ha ironizzato ricordando come il governo del Terrore nella Francia rivoluzionaria fosse chiamato proprio di "salute pubblica".
Segno evidente che in ogni epoca c'è sempre qualcuno che pensa di imporre la sua visione, calpestando la libertà altrui, millantando motivazioni di "salute pubblica".
Ma, la fonte è sempre giornalistica, vi è anche un secondo motivo.
Pare che ai docenti non piaccia la diseguaglianza delle merendine, alcune da discount altre super lussuose.
Una ghigliottina massificante che trasforma l'iniziativa in uno strumento di lotta di classe, inquinato dalla ideologia peggiore che ci sia, tragicomicamente imposta da chi, invece, avrebbe funzioni educative.
Evidentemente male attribuite.
E mi meraviglio che non sia venuta fuori la storia dei prodotti suini che metterebbero in difficoltà i bambini musulmani, come se dovessimo, a casa nostra, porci dei problemi sui nostri costumi rispetto a quelli di chi arriva non invitato.
Probabilmente, però, c'è anche questo, anche se non è stato esplicitato.
La riflessione non può che confermare lo sfascio dell'Italia che inizia sui banchi di scuola per colpa proprio di chi, invece, dovrebbe insegnare e tramandare la nostra Identità e Tradizione.
Allora mi domando se ne vale la pena avere una scuola pubblica che ci rema contro.
E la mia risposta è no.
Meglio cancellare ogni finanziamento pubblico alla scuola così che ogni istituto, dovrà mantenersi con iscrizioni e donazioni, fondate sulla capacità dei docenti e la loro conformità alle aspirazioni dei genitori cui, unici, è demandata anche la decisione su cosa i figli debbano mangiare.
E un collegio di docenti non si sostituirà mai più ai genitori, imponendo ai figli altrui le proprie scelte alimentari, inquinate dalla loro personale ideologia.

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