Leggo che un parlamentare euro cattocomunista vorrebbe scambiare il voto sul taglio dei parlamentari con la concessione dello ius soli, cioè l'applicazione del diritto barbaro di cittadinanza basato sul luogo di nascita e non sul sangue come è sempre stato nella Civiltà Romana e in quella Italiana.
Non basta nascere in Italia per essere Italiani e non è sufficiente sapere quattro parole della nostra lingua, occorre molto di più che arriva (non sempre) solo dopo decenni se non secoli di vissuto comune.
Ma il punto non è quello, perchè tanto gli euro cattocomunisti non capiscono e discutere con loro è solo una perdita di tempo.
Il punto è: cosa ci stiamo a fare con la stessa carta di identità di costoro ?
Non sarebbe meglio separarsi, dividersi tra chi vuole uno stato modello Boldrini e Bergoglio ed uno modello Centro Destra avveduto ?
Scommettiamo che la maggior parte degli Italiani opterebbe per questo secondo stato, mentre nel primo resterebbero solo quelli che chiedono contributi (e offerte) e i clandestini e fallirebbe in breve?
Del resto i sostenitori di simili baggianate se ne guardano bene dal chiamare il Popolo al voto anche solo per un referendum sui porti aperti o chiusi !
#Cambiamo #CambiamoVeneto
#CambiamoPadova
#AlessioZanon
venerdì 27 settembre 2019
mercoledì 25 settembre 2019
Accordo di Malta un bluff
Specchietto per le allodole-
Il tanto strombazzato accordo di Malta sui clandestini si rivela la solita bufala propagandistica che la sinistra ci ha ammannito per anni, da Monti a Gentiloni, passando per Letta e Renzi, ad ogni incontro internazionale dove sembrava che i nostri eroi avessero ottenuto di tutto e di più.
Ma non è solo la pagliacciata della rotazione "VOLONTARIA", quanto il fatto che tutto è VOLONTARIO.
Lo è accettare una quota di clandestini, lo è l'eventuale estensione anche a chi non è richiedente asilo (meno del 10% del totale), lo è aprire i propri porti (e non solo quelli italiani).
E' un accordo, tra l'altro, che non ha visto parteciparvi Spagna e Grecia che pure sono due stati molto "introdotti" nel Mediterraneo.
E' un accordo che istiga alle partenze,quindi ad una crescita esponenziale di arrivi.
E' un accordo che aumenterà la nostra spesa per assistenza, cure, istruzione, vitto e alloggio, dopo che Salvini era riuscito a risparmiare un miliardo di euro sul pregresso.
Stanno rischiando grosso Conte e i suoi compagni, perchè quando ricominceranno a dover collocare forzosamente in città e paesi orde di clandestini, allora persino i più gonzi, purchè non siano in manifesta malafede, dovranno riconoscere che l'unica politica è il respingimento.
#Cambiamo #CambiamoConToti #CambiamoVeneto #CambiamoPadova
#AlessioZanon
Il tanto strombazzato accordo di Malta sui clandestini si rivela la solita bufala propagandistica che la sinistra ci ha ammannito per anni, da Monti a Gentiloni, passando per Letta e Renzi, ad ogni incontro internazionale dove sembrava che i nostri eroi avessero ottenuto di tutto e di più.
Ma non è solo la pagliacciata della rotazione "VOLONTARIA", quanto il fatto che tutto è VOLONTARIO.
Lo è accettare una quota di clandestini, lo è l'eventuale estensione anche a chi non è richiedente asilo (meno del 10% del totale), lo è aprire i propri porti (e non solo quelli italiani).
E' un accordo, tra l'altro, che non ha visto parteciparvi Spagna e Grecia che pure sono due stati molto "introdotti" nel Mediterraneo.
E' un accordo che istiga alle partenze,quindi ad una crescita esponenziale di arrivi.
E' un accordo che aumenterà la nostra spesa per assistenza, cure, istruzione, vitto e alloggio, dopo che Salvini era riuscito a risparmiare un miliardo di euro sul pregresso.
Stanno rischiando grosso Conte e i suoi compagni, perchè quando ricominceranno a dover collocare forzosamente in città e paesi orde di clandestini, allora persino i più gonzi, purchè non siano in manifesta malafede, dovranno riconoscere che l'unica politica è il respingimento.
#Cambiamo #CambiamoConToti #CambiamoVeneto #CambiamoPadova
#AlessioZanon
martedì 24 settembre 2019
Umbria e poi Emilia Romagna
Umbria e poi Emilia Romagna-
Gli euro cattocomunisti del pci/pds/ds/pd hanno fissato al 26 gennaio le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, l'ultima regione del nord in mano ai maggiordomi dell'unione sovietica europea.
Seguiranno quindi di tre mesi il voto umbro di fine ottobre.
Si tratta di due delle tre regioni (la terza è la Toscana) che da sempre votano pci e i suoi sempre più tristi epigoni.
L'impresa è ardua, lo "zoccolo duro" del "non capisco ma mi adeguo" non è facile da convincere.
Ma un Centro Destra unito e determinato potrà farcela.
A questo punto (e credo di interpretare tutti gli elettori di Centro Destra non militanti in un partito) non ha importanza chi sarà il candidato, importa che sia una persona politicamente affidabile e che risponda ai suoi elettori.
Non si chiede molto, solo quello che fino a ieri era impossibile e oggi può diventare realtà.
Liberare l'Emilia Romagna e l'Umbria da un soviet durato quasi cinquanta anni, da quel 1970 quando furono votati i primi consigli regionali proprio per consentire ai comunisti di fregiarsi di qualche presidenza locale.
Era un contentino per loro, divenne il grimaldello per scardinare la nostra economia.
E' ora di scrivere la parola fine.
#Cambiamo #CambiamoConToti
#CambiamoVeneto #CambiamoPadova
Gli euro cattocomunisti del pci/pds/ds/pd hanno fissato al 26 gennaio le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, l'ultima regione del nord in mano ai maggiordomi dell'unione sovietica europea.
Seguiranno quindi di tre mesi il voto umbro di fine ottobre.
Si tratta di due delle tre regioni (la terza è la Toscana) che da sempre votano pci e i suoi sempre più tristi epigoni.
L'impresa è ardua, lo "zoccolo duro" del "non capisco ma mi adeguo" non è facile da convincere.
Ma un Centro Destra unito e determinato potrà farcela.
A questo punto (e credo di interpretare tutti gli elettori di Centro Destra non militanti in un partito) non ha importanza chi sarà il candidato, importa che sia una persona politicamente affidabile e che risponda ai suoi elettori.
Non si chiede molto, solo quello che fino a ieri era impossibile e oggi può diventare realtà.
Liberare l'Emilia Romagna e l'Umbria da un soviet durato quasi cinquanta anni, da quel 1970 quando furono votati i primi consigli regionali proprio per consentire ai comunisti di fregiarsi di qualche presidenza locale.
Era un contentino per loro, divenne il grimaldello per scardinare la nostra economia.
E' ora di scrivere la parola fine.
#Cambiamo #CambiamoConToti
#CambiamoVeneto #CambiamoPadova
lunedì 23 settembre 2019
E adesso Conte straparla?
E adesso Conte straparla
Conte, dopo quattordici mesi di silenzio, timoroso di venire cacciato tanto da chiedere il permesso a Di Maio se poteva dire o non dire qualcosa, adesso canta più di un canarino in gabbia.
Evidentemente si sente forte per essere stato accettato nel Gotha dell'unione sovietica europea che gli ha riservato una cuccia tutta per lui, anche se non porta un solo voto.
Come Monti, prima di lui, che però, almeno, ebbe l'astuzia di farsi dare il premio prima di dimostrare il suo "valore" e così è ancora senatore a vita.
Conte invece ha riavuto il dono della parola, ma il troppo stroppia.
Come la sua approvazione al ministro Fioramonti per la tassa sulle merendine.
Una corbelleria che neppure a Monti venne in mente di trasformare in legge.
E Conte non ha neppure una Fornero in lacrime da offrire in pasto al Popolo, perchè Fioramonti non se lo fila proprio nessuno.
#Cambiamo
#CambiamoConToti
#CambiamoVeneto #CambiamoPadova
#AlessioZanon
Conte, dopo quattordici mesi di silenzio, timoroso di venire cacciato tanto da chiedere il permesso a Di Maio se poteva dire o non dire qualcosa, adesso canta più di un canarino in gabbia.
Evidentemente si sente forte per essere stato accettato nel Gotha dell'unione sovietica europea che gli ha riservato una cuccia tutta per lui, anche se non porta un solo voto.
Come Monti, prima di lui, che però, almeno, ebbe l'astuzia di farsi dare il premio prima di dimostrare il suo "valore" e così è ancora senatore a vita.
Conte invece ha riavuto il dono della parola, ma il troppo stroppia.
Come la sua approvazione al ministro Fioramonti per la tassa sulle merendine.
Una corbelleria che neppure a Monti venne in mente di trasformare in legge.
E Conte non ha neppure una Fornero in lacrime da offrire in pasto al Popolo, perchè Fioramonti non se lo fila proprio nessuno.
#Cambiamo
#CambiamoConToti
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#AlessioZanon
venerdì 20 settembre 2019
Oggi esco da Forza Italia
Lo faccio con profondo dispiacere ma con la serenità di chi si sente a posto con la coscienza.
Insieme a tanti amici abbiamo provato fino in fondo a cambiare le sorti di un partito ormai in caduta libera che negli ultimi anni ha tradito troppo spesso la fiducia di tanti elettori e militanti. E l'abbiamo fatto credendoci davvero, mettendoci la faccia, rischiando tutto con il coraggio di chi mette davanti la passione all'interesse. Ci siamo arrivati vicini ma non ci siamo riusciti.
Dopo tanti anni di militanza in Forza Italia, trovarsi a dover fare questa scelta non è facile. Ma ormai non ci sono più le condizioni per continuare a credere che qualcosa cambierà. E' una scelta dura e dolorosa perchè non ho mai smesso per un attimo di portare avanti i valori in cui credo e che Forza Italia e Silvio Berlusconi hanno incarnato. Valori e idee simboleggiati da una sola parola: libertà.
L'ho detto in tutti i modi e in tutte le sedi possibili. Perchè, nel bene e nel male, ho sempre detto quello che penso, pur pagandone le conseguenze. Ma anche questa era libertà. Oggi questo in Forza Italia non si può più fare: troppe sono le persone che pensano soltanto a conservare la propria poltrona.
Sotto la bandiera della libertà si erano radunati milioni di italiani che lavorano duramente ogni giorno, giovani, pensionati, cattolici che avevano trovato una casa in cui riconoscersi. Oggi non è più così: Forza Italia non è stata in grado di cogliere i cambiamenti della società ed ora sta a noi costruire una nuova casa per chi ama la libertà. Il partito in cui voglio riconoscermi è un partito che abbia una linea politica decisa , alternativo alla sinistra e al M5S, e che abbia una posizione chiara all'interno del centrodestra. Perchè se un giorno si corre dietro al Pd e un giorno si corre dietro a Salvini non si va da nessuna parte. Lo dico con il cuore in mano e con un nodo che mi stringe la gola.
Ora non è più tempo di polemiche.
Ora ho aderito a "CAMBIAMO" partito che vede in Giovanni Toti il suo leader.
Pertanto credo che il progetto di Giovanni Toti, che ha cercato in tutti modi di suonare la sveglia al partito, sia oggi l'unico credibile, con proposte chiare e concrete per il futuro del Paese.
Nonostante tutto sarò sempre riconoscente nei confronti del Presidente Berlusconi e il mio affetto per lui rimane immutato.
Ognuno vada per la propria strada. La nostra sarà sicuramente in salita e da costruire perché non siamo abituati ad avere un posto al sole senza aver attraversato la tempesta. Ci sarà da lavorare e da sudare perché nessuno ti regala niente tantomeno in politica ma siamo certi sarà una straordinaria avventura perché siamo in tanti, determinati, coraggiosi, appassionati e con un'incredibile voglia di cambiare l'Italia con un nuovo modello di centrodestra.
Daremo voce ai tanti amministratori e militanti che troppo spesso sono stati messi da parte, scriveremo insieme le regole per costruire una casa che ha l'ambizione di diventare grande e di accogliere quanti non si riconoscono nell'attuale offerta politica. Faremo sicuramente degli errori ma ci metteremo sempre il cuore e il buon senso. E soprattutto saremo sempre disponibili ad ascoltare e cambiare idea. Perché saper cambiare in fondo è il gesto più virtuoso che si possa compiere.
E allora "Cambiamo" con Giovanni Toti!
#Cambiamo #CambiamoVeneto #CambiamoPadova
Insieme a tanti amici abbiamo provato fino in fondo a cambiare le sorti di un partito ormai in caduta libera che negli ultimi anni ha tradito troppo spesso la fiducia di tanti elettori e militanti. E l'abbiamo fatto credendoci davvero, mettendoci la faccia, rischiando tutto con il coraggio di chi mette davanti la passione all'interesse. Ci siamo arrivati vicini ma non ci siamo riusciti.
Dopo tanti anni di militanza in Forza Italia, trovarsi a dover fare questa scelta non è facile. Ma ormai non ci sono più le condizioni per continuare a credere che qualcosa cambierà. E' una scelta dura e dolorosa perchè non ho mai smesso per un attimo di portare avanti i valori in cui credo e che Forza Italia e Silvio Berlusconi hanno incarnato. Valori e idee simboleggiati da una sola parola: libertà.
L'ho detto in tutti i modi e in tutte le sedi possibili. Perchè, nel bene e nel male, ho sempre detto quello che penso, pur pagandone le conseguenze. Ma anche questa era libertà. Oggi questo in Forza Italia non si può più fare: troppe sono le persone che pensano soltanto a conservare la propria poltrona.
Sotto la bandiera della libertà si erano radunati milioni di italiani che lavorano duramente ogni giorno, giovani, pensionati, cattolici che avevano trovato una casa in cui riconoscersi. Oggi non è più così: Forza Italia non è stata in grado di cogliere i cambiamenti della società ed ora sta a noi costruire una nuova casa per chi ama la libertà. Il partito in cui voglio riconoscermi è un partito che abbia una linea politica decisa , alternativo alla sinistra e al M5S, e che abbia una posizione chiara all'interno del centrodestra. Perchè se un giorno si corre dietro al Pd e un giorno si corre dietro a Salvini non si va da nessuna parte. Lo dico con il cuore in mano e con un nodo che mi stringe la gola.
Ora non è più tempo di polemiche.
Ora ho aderito a "CAMBIAMO" partito che vede in Giovanni Toti il suo leader.
Pertanto credo che il progetto di Giovanni Toti, che ha cercato in tutti modi di suonare la sveglia al partito, sia oggi l'unico credibile, con proposte chiare e concrete per il futuro del Paese.
Nonostante tutto sarò sempre riconoscente nei confronti del Presidente Berlusconi e il mio affetto per lui rimane immutato.
Ognuno vada per la propria strada. La nostra sarà sicuramente in salita e da costruire perché non siamo abituati ad avere un posto al sole senza aver attraversato la tempesta. Ci sarà da lavorare e da sudare perché nessuno ti regala niente tantomeno in politica ma siamo certi sarà una straordinaria avventura perché siamo in tanti, determinati, coraggiosi, appassionati e con un'incredibile voglia di cambiare l'Italia con un nuovo modello di centrodestra.
Daremo voce ai tanti amministratori e militanti che troppo spesso sono stati messi da parte, scriveremo insieme le regole per costruire una casa che ha l'ambizione di diventare grande e di accogliere quanti non si riconoscono nell'attuale offerta politica. Faremo sicuramente degli errori ma ci metteremo sempre il cuore e il buon senso. E soprattutto saremo sempre disponibili ad ascoltare e cambiare idea. Perché saper cambiare in fondo è il gesto più virtuoso che si possa compiere.
E allora "Cambiamo" con Giovanni Toti!
#Cambiamo #CambiamoVeneto #CambiamoPadova
mercoledì 11 settembre 2019
La Storia che insegna
"18 anni".
Chi nacque quel giorno, oggi è maggiorenne.
Cosa può sapere di un evento che, per noi che abbiamo assistito in diretta al crollo delle Torri Gemelle attaccate dai terroristi islamici è rimasto impresso in modo indelebile ?
Molto poco.
Quando io ero un giovinetto, ne erano passati altrettanti dalla rivolta e successiva repressione comunista in Ungheria.
Non era un evento che, pur essendo già allora ferocemente anticomunista (“dalla nascita”, mi piace dire) mi “prendeva” in modo particolare.
Perché non c’ero, mentre molto più vivo ho il ricordo dell’invasione comunista della Cecoslovacchia.
E’ vero che, ancora oggi, i cattocomunisti ricordano il 25 aprile del 1945, ma è un ricordo strumentale, manipolato ai fini della loro propaganda politica ed un unicum nel mondo, dal momento che celebrano una sconfitta della nostra Patria.
Così gli unici a poter realmente testimoniare un evento, sono quelli che quell'evento lo vissero direttamente o partecipandovi emotivamente.
E l’11 settembre del 2001 rappresenta un monito a tutti noi Occidentali.
Io ricordo che le cronache rappresentarono un mondo, quello islamico, in festa per gli attentati.
Lo ricordo e non lo dimentico.
E tale ricordo mi induce a ritenere che per onorare quelle vittime, noi si debba anche aver piena coscienza che chi, con troppa faciloneria, spingiamo (o, almeno, alcuni spingono) a venire in Italia e nell'Occidente, senza una totale accettazione del nostro sistema di vita ma, al contrario, blaterando di “integrazione” e, per tale “obiettivo”, rinunciando a simboli e costumi della nostra Tradizione, commette un errore che potrebbe costarci tanto quanto quell’11 settembre 2001 costo a migliaia di cittadini americani.
Chi nacque quel giorno, oggi è maggiorenne.
Cosa può sapere di un evento che, per noi che abbiamo assistito in diretta al crollo delle Torri Gemelle attaccate dai terroristi islamici è rimasto impresso in modo indelebile ?
Molto poco.
Quando io ero un giovinetto, ne erano passati altrettanti dalla rivolta e successiva repressione comunista in Ungheria.
Non era un evento che, pur essendo già allora ferocemente anticomunista (“dalla nascita”, mi piace dire) mi “prendeva” in modo particolare.
Perché non c’ero, mentre molto più vivo ho il ricordo dell’invasione comunista della Cecoslovacchia.
E’ vero che, ancora oggi, i cattocomunisti ricordano il 25 aprile del 1945, ma è un ricordo strumentale, manipolato ai fini della loro propaganda politica ed un unicum nel mondo, dal momento che celebrano una sconfitta della nostra Patria.
Così gli unici a poter realmente testimoniare un evento, sono quelli che quell'evento lo vissero direttamente o partecipandovi emotivamente.
E l’11 settembre del 2001 rappresenta un monito a tutti noi Occidentali.
Io ricordo che le cronache rappresentarono un mondo, quello islamico, in festa per gli attentati.
Lo ricordo e non lo dimentico.
E tale ricordo mi induce a ritenere che per onorare quelle vittime, noi si debba anche aver piena coscienza che chi, con troppa faciloneria, spingiamo (o, almeno, alcuni spingono) a venire in Italia e nell'Occidente, senza una totale accettazione del nostro sistema di vita ma, al contrario, blaterando di “integrazione” e, per tale “obiettivo”, rinunciando a simboli e costumi della nostra Tradizione, commette un errore che potrebbe costarci tanto quanto quell’11 settembre 2001 costo a migliaia di cittadini americani.
Non facciamo che quel monito venga ignorato.
lunedì 9 settembre 2019
Italia e Inghilterra
La vicenda parallela di due grandi Nazioni che si sono distinte per la loro critica all'unione sovietica europea, induce ad una riflessione.
In Italia, solo il 26 maggio scorso, una votazione specifica per il parlamento europeo, ha visto la vittoria dei partiti nazionalisti di centro destra che, assieme hanno superato agevolmente quel 40% che consentirebbe di avere una comoda maggioranza parlamentare.
Hanno fatto un governo composto dai perdenti che, assieme, non raggiungono il 40%.
Nel Regno Unito, contro ogni previsione e contro tutta la propaganda posta in atto dagli ambienti di potere, il Popolo Britannico votò a maggioranza per uscire dall'unione sovietica europea, loro che, con grande intelligenza, non avevano mai rinunciato alla loro sterlina, conservando almeno la Sovranità monetaria.
Dopo tre anni gli Inglesi ancora aspettano che il loro voto sia rispettato e, pur di evitarlo, si è arrivati al paradosso che i partiti di opposizioni non vogliono le elezioni anticipate, cosa mai accaduta in una democrazia, dove le opposizioni chiedono sempre il voto anticipato, a prescindere, come facevano anche gli euro cattocomunisti in Italia con Renzi e Zingaretti prima che il tradimento dei cinque stelle regalasse loro le ambite poltrone.
Se il voto popolare viene evitato o tradito con ogni sorta di trucco per impedire che si realizzi quello che il Popolo vuole, cosa rimane ?
La politica degli Azzeccagarbugli che impediscono il voto o la sua attuazione, non è una istigazione alla rivolta e, quindi, alla violenza ?
In Italia, solo il 26 maggio scorso, una votazione specifica per il parlamento europeo, ha visto la vittoria dei partiti nazionalisti di centro destra che, assieme hanno superato agevolmente quel 40% che consentirebbe di avere una comoda maggioranza parlamentare.
Hanno fatto un governo composto dai perdenti che, assieme, non raggiungono il 40%.
Nel Regno Unito, contro ogni previsione e contro tutta la propaganda posta in atto dagli ambienti di potere, il Popolo Britannico votò a maggioranza per uscire dall'unione sovietica europea, loro che, con grande intelligenza, non avevano mai rinunciato alla loro sterlina, conservando almeno la Sovranità monetaria.
Dopo tre anni gli Inglesi ancora aspettano che il loro voto sia rispettato e, pur di evitarlo, si è arrivati al paradosso che i partiti di opposizioni non vogliono le elezioni anticipate, cosa mai accaduta in una democrazia, dove le opposizioni chiedono sempre il voto anticipato, a prescindere, come facevano anche gli euro cattocomunisti in Italia con Renzi e Zingaretti prima che il tradimento dei cinque stelle regalasse loro le ambite poltrone.
Se il voto popolare viene evitato o tradito con ogni sorta di trucco per impedire che si realizzi quello che il Popolo vuole, cosa rimane ?
La politica degli Azzeccagarbugli che impediscono il voto o la sua attuazione, non è una istigazione alla rivolta e, quindi, alla violenza ?
lunedì 2 settembre 2019
Affollamento davanti a Lampedusa
In attesa della "tana libera tutti" che i giallorossi proclameranno in spregio alla volontà degli Italiani, solo posti in piedi nel canale di Sicilia.
Ormai sono tre ong appollaiate come avvoltoi davanti a Lampedusa e Malta.
L'ipocrisia spregevole di cui sono portatrici è resa manifesta dalle dichiarazioni arroganti con le quali pretendono di entrare in Italia per scaricare i loro clandestini, disinteressarsene e accollarli agli Italiani.
Se fossero sinceri, continuerebbero ad occuparsene, assumendosi i costi per l'alloggio, il vitto, l'istruzione, la sanità e anche dei danni che possono provocare.
E' come se un estraneo suonasse alla nostra porta e, se gli aprissimo, ci scaricasse nell'ingresso il barbone che ha raccolto all'angolo e poi se ne andasse disinteressandosene, lasciando a nostro carico tutti gli oneri di assistenza.
Probabilmente lo inseguiremmo e gli daremmo una bella lezione (oltre a restituirgli l'onere).
Perchè uno stato dovrebbe invece fare pusillanime acquiescenza al comportamento delle ong ?
Ma prima di tutto non dovrebbero andare a fare carichi di clandestini senza avere, preventivamente, un percorso certo e un approdo autorizzato.
I giallorossi apriranno i porti e quando la Lega tornerà al governo l'azione di pulizia sarà necessariamente più lunga, faticosa e dolorosa.
Ormai sono tre ong appollaiate come avvoltoi davanti a Lampedusa e Malta.
L'ipocrisia spregevole di cui sono portatrici è resa manifesta dalle dichiarazioni arroganti con le quali pretendono di entrare in Italia per scaricare i loro clandestini, disinteressarsene e accollarli agli Italiani.
Se fossero sinceri, continuerebbero ad occuparsene, assumendosi i costi per l'alloggio, il vitto, l'istruzione, la sanità e anche dei danni che possono provocare.
E' come se un estraneo suonasse alla nostra porta e, se gli aprissimo, ci scaricasse nell'ingresso il barbone che ha raccolto all'angolo e poi se ne andasse disinteressandosene, lasciando a nostro carico tutti gli oneri di assistenza.
Probabilmente lo inseguiremmo e gli daremmo una bella lezione (oltre a restituirgli l'onere).
Perchè uno stato dovrebbe invece fare pusillanime acquiescenza al comportamento delle ong ?
Ma prima di tutto non dovrebbero andare a fare carichi di clandestini senza avere, preventivamente, un percorso certo e un approdo autorizzato.
I giallorossi apriranno i porti e quando la Lega tornerà al governo l'azione di pulizia sarà necessariamente più lunga, faticosa e dolorosa.
domenica 1 settembre 2019
Crisi di governo:ma l'hanno raccontata giusta?
Gli euro cattocomunisti del pci/pds/ds/pd, dopo aver perso tutte le ultime elezioni nazionali e locali, si apprestano ad occupare nuovamente quelle poltrone da cui gli Italiani li avevano cacciati a suon di voti, puntellati e puntellando a loro volta le poltrone dei Cinque stelle che, come i pifferi di montagna, erano arrivati per suonare la loro musica ed ora intonano l’Inno alla Gioia in ossequio ai voleri dei potenti dell’unione sovietica europea.
Ma come è possibile essere arrivati a questo punto ?
La stampa di regime, dopo averlo dipinto come un novello Belzebù, erede tanto del Duce quanto di Andreotti, oggi si diletta in quello che sembra essere l’ordine di scuderia; dileggiare, sfruculiare Salvini per demolirne l’immagine.
Ma è proprio così ?
Per oltre un mese, dopo l’insediamento di questo parlamento, abbiamo letto articoli dotti e sapienti che ci spiegavano perché la Lega e i Cinque stelle non potevano stare assieme.
Con grande fatica, perché si tratta di partiti antitetici, fu stilato un contratto di governo che prevedeva determinate realizzazioni.
Prima della campagna elettorale e del voto europeo, nonché dei sondaggi che piovono come i rating di Moody’s e compari, il programma veniva sostanzialmente rispettato, cercando di realizzare un provvedimento ciascuno dei due contraenti.
Emblematica l’accoppiata, in unico testo, del reddito di cittadinanza e di quota cento.
Ma ancor più significativi i decreti sicurezza e la legge sulla legittima difesa che, pur non andando ancora pienamente incontro alle esigenze dei cittadini che vogliono difendersi dai criminali e non vogliono più sentir parlare né vedere clandestini ed ong, hanno contributo a dare un solido e costante consenso popolare al governo.
Il problema è sorto quando i grillini si sono accorti che quel consenso era il frutto di un riequilibrio delle rispettive forze elettorali, culminato con il successo del Centro Destra in tutte le regioni in cui si è votato e nelle elezioni europee che hanno sancito il ribaltamento dei rapporti di forza elettorale.
A questo punto i grillini hanno cominciato a frenare, cercando di impedire la realizzazione piena dei provvedimenti di marca liberale come la flat tax e l’autonomia regionale.
Ma non è colpa di Salvini se erano i punti della Lega il piatto forte e di maggior interesse per gli Italiani del contratto, mentre i punti dei grillini, data la loro incompetenza conclamata dall’azione di alcuni dei loro ministri, erano mera demagogia, solo costosa.
Il governo si è così impantanato, fermando le sue realizzazioni concrete per parlare del sesso degli angeli (Siri, Rixi, rubli e altre amenità del genere) mentre si intensificavano le aggressioni alla politica antimmigratoria, anche con le pilatesche posizioni della ministra della difesa.
Cosa avrebbe dovuto fare Salvini ?
Continuare a strappare, con il massimo sforzo il minimo risultato ?
Del resto l’elezione della Von der Leyen a presidente del politburo dell’unione sovietica europea, con il voto determinante degli euro parlamentari grillini, era un avvertimento molto forte che i tentacoli del potere stavano avviluppando i Cinque stelle nella loro tela e quindi attendere oltre poteva significare solo un appesantimento dell’azione di governo, compromessi sgraditi, come quello che avrebbe voluto Conte (sulla cui trasparenza e coerenza di comportamento oggi sappiamo che ogni dubbio era fondato) sull’autonomia regionale, coinvolgendo anche la Lega nella pessima prova amministrativa dei grillini.
La Lega ha ritenuto di non poter più trascinare avanti un governo che non consentiva di attuare un programma innovativo per le resistenze di un contraente.
La repentina emersione di Conte come direttore di orchestra per una maggioranza gradita a Bruxelles, in piena sintonia con gente che si chiama Renzi, Boschi, Prodi, è, per me, la dimostrazione che Salvini aveva visto giusto e che si era passati da un governo bersagliere, ad una logorante guerra di trincea.
Adesso con un esecutivo di estrema sinistra è peggio ?
Sicuramente avremo provvedimenti sgraditi alla maggioranza degli Italiani in tema di tasse, immigrazione, sicurezza, asservimento all’unione sovietica europea, ma la Lega ha potuto recuperare una libertà di movimento e di programma che le consentirà di tornare a rappresentare il vero cambiamento, ora che si sono squagliati come neve al sole i finti paladini dei Cinque stelle.
I Cinque stelle hanno gettato la maschera e si sono qualificati come un nuovo partito tra i tanti che appartengono alla decennale compromissione tra socialisti e popolari, adesso allargata ai liberali e, per l’appunto, ai grillini: la coalizione Ursula.
Forza Italia è stata costretta a scegliere se stare con il Centro Destra o se piegarsi all’obbedienza merkeliana e, per il momento, ha fatto la scelta giusta che le evita la prematura agonia.
Per il momento, considerata l'esternazione di Berlusconi dopo il colloquio con Conte.
Il panorama politico si è chiarito.
Sicuramente Salvini pensava (o confidava) che il chiarimento sarebbe stato frutto delle urne e in linea con i desiderata del Popolo, invece hanno prevalso, come nel 1994 e nel 2011, le piccole astuzie da squallidi contabili della politica, i piccoli e grandi imbrogli che ignorano il principio fondamentale della volontà popolare, ansiosi di conquistare benemerenze, eseguendo da ligi maggiordomi le decisioni assunte a Berlino, Bruxelles e Parigi.
Ma il tentativo andava fatto.
Prima, adesso o dopo non possiamo sapere se avrebbe fatto differenza, l’importante, però, è che Salvini e la Lega continuino a perseguire quegli obiettivi che sono anche nel nostro interesse: lotta all’immigrazione, sicurezza nelle città, autonomia regionale, riduzione delle tasse, smantellamento della Fornero, indipendenza dagli organismi sovranazionali.
Non deve spaventare l’opposizione avendo acquisito alcune certezze.
La prima e più importante è che i quattordici mesi di Salvini agli Interni hanno dimostrato che quando si vuole si può cambiare quegli andazzi negativi come gli sbarchi dei clandestini e la protervia delle ong.
I risultati del blocco dei porti sono sotto gli occhi di tutti, quando la Lega, magari con Fratelli d’Italia e la parte migliore di Forza Italia tornerà al governo, si farà presto a riprendere la giusta strada.
Abbiamo anche la certezza che l’unione sovietica europea è nemica dell’Italia e mostra condiscendenza (che è quanto di più umiliante per un Popolo e per una Nazione) solo se l’Italia viene rappresentata da maggiordomi, proni ai voleri dei potenti.
Abbiamo la certezza che i cittadini condividono le battaglie della Lega il cui programma deve solo essere perseguito con coerenza e senza compromessi.
Abbiamo anche la certezza che il cammino dei giallorossi sarà ancora più complicato di quello dei gialloverdi.
Non hanno il consenso maggioritario degli elettori e hanno una maggioranza fondata sui senatori a vita, sui vari gruppuscoli del “misto” e sull’estrema sinistra.
A differenza infatti di Lega e Cinque stelle che avevano una maggioranza autosufficiente alla camera e al senato, Cinque stelle e pci/pds/ds/pd non raggiungono, da soli, la maggioranza del senato, creando i presupposti per un cammino molto più accidentato.
Abbiamo anche la certezza di essere dalla parte del giusto, perché l’unica azione giusta e legittima è quella di restituire la parola al Popolo.
Abbiamo la certezza che Renzi, con i suoi quaranta parlamentari, staccherà la spina appena avrà organizzato il suo nuovo partito.
Abbiamo la certezza che Di Maio e Zingaretti hanno fatto una ben misera figura con le loro dichiarazioni sulle rispettive linee del Piave, salvo poi ritirarsi perché la volontà di occupare le poltrone è più forte dell’amor proprio di mantenere un comportamento dignitoso e lineare.
Zingaretti che ha continuato ad arretrare dal no a Conte, al no a Di Maio.
Di Maio che da vice premier e ministro degli Interni, si ritrova a combattere per uno strapuntino.
Tutto con l'unico obiettivo di evitare le temutissime urne.
Mentre, infine, il contratto di governo tra Lega e Cinque stella era una meditata elaborazione delle proposte dei due partiti, il programma giallorosso fonda esclusivamente su una volontà di occupare il potere in nome e per conto dell’unione sovietica europea, avendo come modello il sistema Salvini, cioè quanto è stato maggiormente gradito agli Italiani, da smantellare.
Un governo di distruzione, quindi, non di costruzione.
Un governo che non sembra avere neppure il convinto sostegno dei suoi promotori, considerati i tanti mal di pancia sia tra i grillini (qualcuno già dichiara di votare contro la fiducia) che tra gli euro cattocomunisti.
Un governo, quindi, che merita ogni sorta di contrapposizione in parlamento, nelle piazze, sui luoghi di lavoro, fino ad ogni occasione per ridicolizzarne l’azione, anche al bar e dal barbiere: qualcosa resterà.
E’ dunque ingiustificato il dileggio cui si stanno dedicando giornali e televisioni per demolire sul piano personale Salvini, perché, a differenza di Conte, Zingaretti e Di Maio con le loro piroette, ha assunto una decisione logica che, in un “paese normale” avrebbe portato a rivolgersi al Popolo Sovrano per decidere quale strada percorrere.
Ma come è possibile essere arrivati a questo punto ?
La stampa di regime, dopo averlo dipinto come un novello Belzebù, erede tanto del Duce quanto di Andreotti, oggi si diletta in quello che sembra essere l’ordine di scuderia; dileggiare, sfruculiare Salvini per demolirne l’immagine.
Ma è proprio così ?
Per oltre un mese, dopo l’insediamento di questo parlamento, abbiamo letto articoli dotti e sapienti che ci spiegavano perché la Lega e i Cinque stelle non potevano stare assieme.
Con grande fatica, perché si tratta di partiti antitetici, fu stilato un contratto di governo che prevedeva determinate realizzazioni.
Prima della campagna elettorale e del voto europeo, nonché dei sondaggi che piovono come i rating di Moody’s e compari, il programma veniva sostanzialmente rispettato, cercando di realizzare un provvedimento ciascuno dei due contraenti.
Emblematica l’accoppiata, in unico testo, del reddito di cittadinanza e di quota cento.
Ma ancor più significativi i decreti sicurezza e la legge sulla legittima difesa che, pur non andando ancora pienamente incontro alle esigenze dei cittadini che vogliono difendersi dai criminali e non vogliono più sentir parlare né vedere clandestini ed ong, hanno contributo a dare un solido e costante consenso popolare al governo.
Il problema è sorto quando i grillini si sono accorti che quel consenso era il frutto di un riequilibrio delle rispettive forze elettorali, culminato con il successo del Centro Destra in tutte le regioni in cui si è votato e nelle elezioni europee che hanno sancito il ribaltamento dei rapporti di forza elettorale.
A questo punto i grillini hanno cominciato a frenare, cercando di impedire la realizzazione piena dei provvedimenti di marca liberale come la flat tax e l’autonomia regionale.
Ma non è colpa di Salvini se erano i punti della Lega il piatto forte e di maggior interesse per gli Italiani del contratto, mentre i punti dei grillini, data la loro incompetenza conclamata dall’azione di alcuni dei loro ministri, erano mera demagogia, solo costosa.
Il governo si è così impantanato, fermando le sue realizzazioni concrete per parlare del sesso degli angeli (Siri, Rixi, rubli e altre amenità del genere) mentre si intensificavano le aggressioni alla politica antimmigratoria, anche con le pilatesche posizioni della ministra della difesa.
Cosa avrebbe dovuto fare Salvini ?
Continuare a strappare, con il massimo sforzo il minimo risultato ?
Del resto l’elezione della Von der Leyen a presidente del politburo dell’unione sovietica europea, con il voto determinante degli euro parlamentari grillini, era un avvertimento molto forte che i tentacoli del potere stavano avviluppando i Cinque stelle nella loro tela e quindi attendere oltre poteva significare solo un appesantimento dell’azione di governo, compromessi sgraditi, come quello che avrebbe voluto Conte (sulla cui trasparenza e coerenza di comportamento oggi sappiamo che ogni dubbio era fondato) sull’autonomia regionale, coinvolgendo anche la Lega nella pessima prova amministrativa dei grillini.
La Lega ha ritenuto di non poter più trascinare avanti un governo che non consentiva di attuare un programma innovativo per le resistenze di un contraente.
La repentina emersione di Conte come direttore di orchestra per una maggioranza gradita a Bruxelles, in piena sintonia con gente che si chiama Renzi, Boschi, Prodi, è, per me, la dimostrazione che Salvini aveva visto giusto e che si era passati da un governo bersagliere, ad una logorante guerra di trincea.
Adesso con un esecutivo di estrema sinistra è peggio ?
Sicuramente avremo provvedimenti sgraditi alla maggioranza degli Italiani in tema di tasse, immigrazione, sicurezza, asservimento all’unione sovietica europea, ma la Lega ha potuto recuperare una libertà di movimento e di programma che le consentirà di tornare a rappresentare il vero cambiamento, ora che si sono squagliati come neve al sole i finti paladini dei Cinque stelle.
I Cinque stelle hanno gettato la maschera e si sono qualificati come un nuovo partito tra i tanti che appartengono alla decennale compromissione tra socialisti e popolari, adesso allargata ai liberali e, per l’appunto, ai grillini: la coalizione Ursula.
Forza Italia è stata costretta a scegliere se stare con il Centro Destra o se piegarsi all’obbedienza merkeliana e, per il momento, ha fatto la scelta giusta che le evita la prematura agonia.
Per il momento, considerata l'esternazione di Berlusconi dopo il colloquio con Conte.
Il panorama politico si è chiarito.
Sicuramente Salvini pensava (o confidava) che il chiarimento sarebbe stato frutto delle urne e in linea con i desiderata del Popolo, invece hanno prevalso, come nel 1994 e nel 2011, le piccole astuzie da squallidi contabili della politica, i piccoli e grandi imbrogli che ignorano il principio fondamentale della volontà popolare, ansiosi di conquistare benemerenze, eseguendo da ligi maggiordomi le decisioni assunte a Berlino, Bruxelles e Parigi.
Ma il tentativo andava fatto.
Prima, adesso o dopo non possiamo sapere se avrebbe fatto differenza, l’importante, però, è che Salvini e la Lega continuino a perseguire quegli obiettivi che sono anche nel nostro interesse: lotta all’immigrazione, sicurezza nelle città, autonomia regionale, riduzione delle tasse, smantellamento della Fornero, indipendenza dagli organismi sovranazionali.
Non deve spaventare l’opposizione avendo acquisito alcune certezze.
La prima e più importante è che i quattordici mesi di Salvini agli Interni hanno dimostrato che quando si vuole si può cambiare quegli andazzi negativi come gli sbarchi dei clandestini e la protervia delle ong.
I risultati del blocco dei porti sono sotto gli occhi di tutti, quando la Lega, magari con Fratelli d’Italia e la parte migliore di Forza Italia tornerà al governo, si farà presto a riprendere la giusta strada.
Abbiamo anche la certezza che l’unione sovietica europea è nemica dell’Italia e mostra condiscendenza (che è quanto di più umiliante per un Popolo e per una Nazione) solo se l’Italia viene rappresentata da maggiordomi, proni ai voleri dei potenti.
Abbiamo la certezza che i cittadini condividono le battaglie della Lega il cui programma deve solo essere perseguito con coerenza e senza compromessi.
Abbiamo anche la certezza che il cammino dei giallorossi sarà ancora più complicato di quello dei gialloverdi.
Non hanno il consenso maggioritario degli elettori e hanno una maggioranza fondata sui senatori a vita, sui vari gruppuscoli del “misto” e sull’estrema sinistra.
A differenza infatti di Lega e Cinque stelle che avevano una maggioranza autosufficiente alla camera e al senato, Cinque stelle e pci/pds/ds/pd non raggiungono, da soli, la maggioranza del senato, creando i presupposti per un cammino molto più accidentato.
Abbiamo anche la certezza di essere dalla parte del giusto, perché l’unica azione giusta e legittima è quella di restituire la parola al Popolo.
Abbiamo la certezza che Renzi, con i suoi quaranta parlamentari, staccherà la spina appena avrà organizzato il suo nuovo partito.
Abbiamo la certezza che Di Maio e Zingaretti hanno fatto una ben misera figura con le loro dichiarazioni sulle rispettive linee del Piave, salvo poi ritirarsi perché la volontà di occupare le poltrone è più forte dell’amor proprio di mantenere un comportamento dignitoso e lineare.
Zingaretti che ha continuato ad arretrare dal no a Conte, al no a Di Maio.
Di Maio che da vice premier e ministro degli Interni, si ritrova a combattere per uno strapuntino.
Tutto con l'unico obiettivo di evitare le temutissime urne.
Mentre, infine, il contratto di governo tra Lega e Cinque stella era una meditata elaborazione delle proposte dei due partiti, il programma giallorosso fonda esclusivamente su una volontà di occupare il potere in nome e per conto dell’unione sovietica europea, avendo come modello il sistema Salvini, cioè quanto è stato maggiormente gradito agli Italiani, da smantellare.
Un governo di distruzione, quindi, non di costruzione.
Un governo che non sembra avere neppure il convinto sostegno dei suoi promotori, considerati i tanti mal di pancia sia tra i grillini (qualcuno già dichiara di votare contro la fiducia) che tra gli euro cattocomunisti.
Un governo, quindi, che merita ogni sorta di contrapposizione in parlamento, nelle piazze, sui luoghi di lavoro, fino ad ogni occasione per ridicolizzarne l’azione, anche al bar e dal barbiere: qualcosa resterà.
E’ dunque ingiustificato il dileggio cui si stanno dedicando giornali e televisioni per demolire sul piano personale Salvini, perché, a differenza di Conte, Zingaretti e Di Maio con le loro piroette, ha assunto una decisione logica che, in un “paese normale” avrebbe portato a rivolgersi al Popolo Sovrano per decidere quale strada percorrere.
L'alternativa alla crisi era un cammino bersagliato da tutti i nemici coordinati dall'unione sovietica europea.
Così, invece, adesso sarà la Lega con tutto il Centro Destra a bombardare i giallorossi che dovranno sempre confrontarsi con i risultati ottenuti da Salvini soprattutto nel campo della sicurezza e dell'immigrazione.
E già le sagome delle navi ong si profilano all'orizzonte dei porti italiani.
Così, invece, adesso sarà la Lega con tutto il Centro Destra a bombardare i giallorossi che dovranno sempre confrontarsi con i risultati ottenuti da Salvini soprattutto nel campo della sicurezza e dell'immigrazione.
E già le sagome delle navi ong si profilano all'orizzonte dei porti italiani.
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