martedì 14 gennaio 2020

Un film non può assolvere Craxi, a me, lui non è mai piaciuto

Vedo con sconcerto una ondata riabilitativa per il "Cinghialone", sulla scia di un film.
Craxi, è bene dirlo, fu vergognosamente calpestato nella sua dignità per una questione che coinvolgeva tutta la politica e i politici del tempo.
Ma non è per quello che deve essere e restare condannato, bensì per la sua politica, le sue scelte, la sua ambiguità, la sua arroganza non suffragata dal seguito elettorale.
Craxi fu attaccato vilmente nel 1992 quando ormai la sua parabola politica si era compiuta, gli anni di Palazzo Chigi erano passati e svaniti, ma raccolse quel che aveva seminato.
Non fu uno statista e non fu neppure, come qualche "sovranista" oggi cerca di far credere, un patriota.
La vicenda di Sigonella fu di uno squallore esemplare, avendo schierato i militari Italiani a protezione di una banda di terroristi assassini, con il rischio (concreto) di provocare un bagno di sangue italiano.
Quei terroristi che lui ordinò di proteggere meritavano di essere abbattuti, come poi accadde perchè la lunga mano della giustizia americana arrivò anche al loro capo.
Tante chiacchiere per poi sfornare governi uguali identici a quelli a guida democristiana, con in più uno tsunami di spese che, ancora oggi, sono un fardello che ci viene rinfacciato proprio da quella unione sovietica europea di cui lui fu un fautore con i suoi degni compagni socialisti in giro per le altre nazioni.
No, possono fare tutti i film che credono, ma io Craxi non lo riabilito.
#ItaliaSveglia
#AlessioZanon

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