Sono stati necessari due mesi e svariate capocciate contro il muro, per convincere i comunisti che le strade, viste l'esito del voto di febbraio, erano solo due: voto o governo di larghe intese.
Poichè a sinistra, nonostante le sberle prese, non sono ancora completamente suonati, hanno capito che il voto li avrebbe ricacciati all'opposizione e, così, hanno accettato di fare un governo con gli impresentabili del PdL, con il "blocco berlusconiano" come lo chiama l'alleato sedotto e abbandonato, Vendola.
Molto più delle parole sarà importante quel che il governo Letta-Alfano potrà realizzare nella sua, presumo, breve vita prima di tornare alla "normalità" con nuove elezioni.
Probabilmente la strategia di Berlusconi ha evitato il peggio, rappresentato dall'elezione al Quirinale di Prodi o Rodotà da parte di una maggioranza tra comunisti e grillini cui sarebbe seguito un governo Bersani (perchè una ventina di senatori sarebbe riuscito a rappattumarli per avere la fiducia) e una serie di leggi abominevoli come ulteriori tasse, l'introduzione dello ius soli con la concessione della cittadinanza e del voto agli immigrati, l'elevazione a dignità di legge dei capricci omosessuali, in particolare il "matrimonio" tra di loro.
Evitato il peggio, la coerente linea di Berlusconi ha portato al governo Letta di cui conteranno le azioni, ma anche i nomi.
Su questo devo dire che, forse, si è concesso troppo per salvare la faccia al pci/pds/ds/pd.
Io avrei trattato i ministeri (quali e quanti) e riservato ai singoli partiti la scelta dei nomi.
Il PdL ha schierato una buona squadra, ma troppo sbilanciata sul fronte delle colombe.
Qualche riserva anche sulla ripartizione geografica dei nomi PdL.
Nel complesso, però, pur essendo nomi di secondo piano e con una immagine "dialogante" (sin troppo) sono persone che danno una caratterizzazione politica alla presenza del Centro Destra.
Nel rispetto del principio poc'anzi espresso, non giudico le scelte altrui.
Mi limito ad esprimere totale dissenso per la nomina della Bonino , il cui unico atto apprezzabile sarebbe offrirsi in ostaggio all'India al posto dei nostri Marò (e là restare definitivamente) e di due ministri di nazionalità straniera con la sola cittadinanza italiana.
Il programma, infine.
Se ci sarà una riduzione dell'imposizione fiscale che restituisse ai cittadini, a TUTTI i cittadini, maggiore capacità economica, sarebbe già una impronta positiva.
Se ci sarà una maggiore resistenza alla protervia tedesca, sarebbe già un passo verso la giusta direzione.
Se venisse introdotto il presidenzialismo con l'elezione diretta del presidente della repubblica, sarebbe una svolta importante.
Se, poi, venisse abolita l'imu sulla prima casa (non oso sperare ancora nella restituzione di quella pagata nel 2012, per tale beneficio dovremo aspettare la vittoria del Centro Destra alle prossime elezioni) , se si riuscisse a coalizzare le nazioni europee per mettere all'angolo la Germania, archiviare la costituzione del 1948 per una nuova, più snella e flessibile, allora sarebbe un successone, ascrivibile essenzialmente a Berlusconi che diverrebbe, in tal modo, il Padre della Patria assieme a Napolitano.
Ma per questo bisognerà attendere i primi passi concreti del governo.
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