venerdì 20 giugno 2014

Chi è più comunista di Renzi?

C'è chi, sul solco di Berlusconi, non considera Renzi un comunista.
Eppure il bulletto fiorentino realizza ed ha in progetto un programma ancor più comunista di quelli posti in atto da Prodi e D'alema messi assieme.
Infatti non è solo essere il capo eletto del partito comunista (che cambia il nome, come il pelo del lupo, ma non il vizio), non è il mettere sistematicamente le mani nelle tasche degli Italiani con tasse di ogni tipo e su ogni bene, ma sono gli atti concreti che fanno di Renzi un comunista.
L'abolizione del reato di clandestinità, rappresenta assieme al divorzio "breve" ed al progettato (e ripugnante) "matrimonio" tra omosessuali, la summa della distruzione della nostra società civile perseguita dal partito comunista sin dalla sua fondazione.
E oggi leggiamo che Renzi vorrebbe legare il canone rai, la seconda tassa più odiata dopo quella sulla casa, al reddito.
In pratica più uno guadagna, più dovrebbe pagare il canone rai.
Invece di abolirlo, privatizzando un carrozzone clientelare, inutile al Popolo e costoso, Renzi pretende che un servizio sia pagato non per quello che offre, ma in base al reddito.
Magari dovremo fare obbligatoriamente l'isee per sapere quanto ci verrà estorto.
Ora, un servizio, di qualsiasi genere, quindi anche il pessimo servizio della televisione pubblica, deve essere pagato in quanto tale, quindi, da chi ne usufruisce, in modo paritario.
Qui, invece, oltre a far pagare chi non ne usufruisce per il solo fatto di possedere un televisore, si vorrebbe imporre un pagamento svincolato dal servizio e dalla sua fruizione.
Non mi viene in mente nulla di più comunista, cioè di maggiormente spregevole in una amministrazione governativa.

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