lunedì 11 agosto 2014

L'autunno caldo di Renzi

Renzi  ha brindato al passaggio al senato, in prima lettura, dello scippo al Popolo del potere di eleggere i senatori.
A seguire i cicisbei con la penna sempre pronti a tessere le lodi del bulletto di Firenze, hanno ripreso i temi riassunti dai cinguettii renziani “indietro non si torna”.
Suppongo che il prossimo cinguettio suonerà più o meno così: se avanzo seguitemi, se mi fermo spronatemi, se indietreggio uccidetemi.
Ma la corte renziana dimentica che già in questo primo passaggio sono mancati una quarantina di voti nella maggioranza e nei voti a scrutinio segreto il governo è andato sotto.
Dimentica anche che, prima che lo scippo sia consumato, dovranno fare almeno altri tre passaggi, due alla camera e uno al senato.
E tra la prima lettura e la seconda dovranno passare tre mesi.
Le opposizioni, stoltamente, invece di continuare nel loro ostruzionismo si sono ritirate sell’Aventino e, come meritano tutti gli assenti, hanno avuto torto.
Poiché l’esperienza dovrebbe insegnare, non dovrebbero rifare lo stesso errore e, al contrario, dovrebbero restare in aula ad incalzare il governo, con un ostruzionismo su tutto e, magari, può anche scapparci il colpaccio.
Ma, soprattutto, Renzi dovrà attraversare l’autunno e l’inverno, quando arriveranno al pettine i nodi dell’economia, sempre più disastrata.
Con un governo di Centro Destra, riducendo le tasse, la Spagna ha ormai superato nella stabilità l’Italia, certificando il sorpasso con uno spread minore e con un pil in crescita invece del nostro 0,3% in calo dei primi sei mesi.
Ma Renzi, probabilmente, di economia non capisce nulla e pensa sia sufficiente un po’ di fortuna e girare la ruota per vincere la partita.
La mancia elettorale degli 80 euro non è servita a nulla.
Il debito aumenta e le spese non calano.
Renzi, dopo sei mesi di governo, non ha realizzato un bel nulla, solo chiacchiere e cinguettii.
Se la situazione economica non cambierà, se le tasse non diminuiranno e gli Italiani, tutti gli Italiani, non solo quel sesto “beneficiato” dagli ottanta euro a spese di tutti gli altri, non vedranno arrivare in tasca più soldi, non ci sarà riforma istituzionale che tenga: il consenso svanirà.
Esattamente come è accaduto, prima che a Renzi, a Monti ed a Letta che hanno dissipato un consenso al 70-80%.
Allora avranno maggior forza le opposizioni interne al partito comunista ed a Forza Italia.
E potremo raccontare un’altra storia.

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