Tutto è bene, ciò che finisce bene.
Il Centro Destra, che sembrava defunto dopo l'impuntatura di Berlusconi ancora una volta mal consigliato dal suo "cerchio magico" dei Letta, Confalonieri, Brunetta, ha ritrovato la via che è quella del buon senso, pretesa da tutti i suoi elettori, che si siano espressi per la Lega, Fratelli d'Italia o Forza Italia.
Magistrale la conduzione politica di chi ha mantenuto nervi saldi, che ha sventato una possibile presidenza ai perdenti cattocomunisti e ha rispettato il volere espresso dal popolo, con una presidenza ai cinque stelle ed una al Centro Destra: più garanzia di così non si poteva fare.
Una nota di merito alla Meloni, fine, coerente e capace politica, che è riuscita a riunire nuovamente il Centro Destra, chiarendo le posizioni di Berlusconi e Salvini e dimostrando quanto sia importante una "terza gamba", non quarta, che possa essere il collante tra i due maggiori partiti della coalizione.
I cattocomunisti non sono fuori dai giochi perchè uno dei loro, Mattarella, ha ora in mano il pallino del governo, ma devono segnare il passo.
Perchè adesso tocca al governo e il nodo è ancora più intricato.
Non mi ripeto sulle incompatibilità tra cinque stelle e Centro Destra su temi di primo piano come le tasse, l'assistenzialismo, la sicurezza, l'immigrazione e confermo la mia opinione che troppo poco, per un governo tra le due forze vincitrici delle elezioni, sarebbe l'abolizione della Fornero e un atteggiamento non più servile verso Bruxelles.
L'importante, comunque, è rifiutare ogni tipo di compromesso o di accordo con il pci/pds/ds/pd, quello sì totalmente inconciliabile con il Centro Destra.
Si può, al massimo, considerare l'acquisizione di qualche voto da elementi sparsi, incautamente eletti dai cattocomunisti, ma certo non sedersi ad un tavolo per la lista dei ministri o un programma ancorchè minimale.
E con ugual forza è da rifiutare ogni sostegno ad un governo di un "tecnico", di una "riserva dello stato" che, tradotto dal linguaggio curiale del potere, significherebbe un suddito di Bruxelles come sarebbero la Bonino, Draghi o simil figure.
Abbiamo bisogno di un governo politico che si proponga di realizzare un programma politico e, se fosse sfiduciato, ci portasse alle urne a giugno.
L'unica strada, quindi, che Mattarella può percorrere per evitare forzature napolitane e rispettare il volere degli elettori è conferire l'incarico a Salvini perchè proponga un governo alle camere.
Un governo minoritario, un governo che navigherebbe a vista con l'astensione dei cinque stelle o di una parte di loro e di qualche eletto cattocomunista maggiormente responsabile (o solo maggiormente interessato a non affrontare subito una nuova campagna elettorale).
Un governo che dovrebbe mettere in cantiere un ritocco alla legge elettorale, l'abolizione della Fornero, la riduzione delle tasse, il blocco dell'invasione degli immigrati come primi atti.
Se il parlamento gli consentirà di procedere, allora bene, diversamente si voti a giugno.
E che l'incarico debba andare al Centro Destra lo dice la logica dei numeri, visto che al Centro Destra, per raggiungere la maggioranza, mancano solo 50 voti alla camera e 25 al senato, mentre ai cinque stelle ne occorrerebbero il doppio.
Ma dopo l'operazione delle presidenze delle camere il Centro Destra sa di aver trovato un Leader, capace e competente, che è riuscito a sbloccare una situazione con una votazione in meno di quella occorsa nella scorsa legislatura per eleggere Grasso e la Boldrini (che bello che non siano più "cariche istituzionali" !) e consentendo al vecchio Leader di uscirne senza umiliazioni, visto che la Casellati è una di Forza Italia della prima ora.
#AlessioZanon
#DissidentiConDignità
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