sabato 8 giugno 2024

 Caccia ai nostri soldi-

Ieri ho sentito una allucinante dichiarazione della Schlein che si lamentava perché solo una minima parte dei quattrocentomila che hanno richiesto il "bonus psicologo" sarebbe stata accontentata e, a seguire, pretendeva che venissero immessi nella sanità pubblica i quattro miliardi destinati alla riforma dell'IRPEF, cioè alla riduzione delle tasse per tutti noi.
Personalmente il "buono psicologo" non l'avrei mai neanche attivato.
Se uno vuole parlare con uno sconosciuto perché tutto il giorno, invece di coltivare rapporti personali, resta incollato ad un telefono cellulare, beh, se lo paghi lui, non vedo perché devo pagarglielo io che, tra l'altro, non credo al ruolo dello psicologo se non in frangenti particolarmente dolorosi e debilitanti.
Ma, tutto sommato, quello che è stato messo sul piatto è solo una minima parte di quel che ci costa la sanità pubblica.
Ho il solo dubbio che siano soldi spesi bene e non invece, un tassello di un meccanismo infernale e vizioso, assieme alle spese per l'istruzione pubblica e i dipendenti pubblici, che ci inchioda ad un debito crescente.
I politici di sinistra non prendono neanche in considerazione l'ipotesi di tagliare le spese, ridurre poco alla volta e progressivamente sempre più, la spesa pubblica (nel suo complesso) per lasciare più denaro nelle tasche degli Italiani così che ognuno possa spenderlo come gli pare.
Se uno vuole spenderlo in sedute dallo psicologo, libero di farlo, se un altro preferisce acquistare automobili elettriche, libero di farlo, se vuole ristrutturare casa, libero di farlo, ma lo facciano con i soldi loro, non con i miei.
E' evidente che la privatizzazione della sanità, dell'istruzione, dell'apparato del pubblico impiego, cioè dei tre maggiori costi del nostro bilancio (assieme alle pensioni, ma quelle stanno progressivamente passando ad un contributivo integrale, quindi sono già soldi nostri, in precedenza prelevati, ciò non toglie che sarebbe doveroso spingere per il passaggio dalla pensione pubblica ad una pensione integralmente e non solo integrativa, privata, fondata sui contributi individuali liberamente scelti e non imposti) ha come virtuosa contropartita la progressiva riduzione della pressione fiscale.
Capisco che i cattocomunisti, abituati a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per ogni flatulenza politicamente corretta, siano contrari, ma dal Centro Destra mi aspetterei che, invece di rincorrere la sinistra nell'aumentare la spesa pubblica, si proceda al taglio delle spese, a cominciare dalla rai e dai contributi e agevolazioni ai giornali, con il contestuale taglio delle tasse per tutti.
Rovesciare il soviet dirigista che occupa Bruxelles, aiuterebbe ad adottare una politica economica più liberale.

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