Con efficienza nell'interesse della propria Nazione-
La notizia, passata sotto traccia un po' per la priorità data alle questioni interne della politica, un po' per le conseguenze di una nuova ondata di maltempo (immagini che, per chi le guarda all'asciutto dalla poltrona di casa, fanno sempre l'effetto di un film catastrofico e si attende l'arrivo dell'eroe di turno che ferma i tornado con una levata di ingegno), delle esplosioni simultanee di migliaia di cercapersone e, il giorno successivo, di ricetrasmittenti, è di quelle che stuzzicano la fantasia.E' realtà, ma sembra fantascienza e il colpo portato ai terroristi Hezbollah è pesantissimo, perché dimostra che nessuno di loro è al sicuro.
Del resto la longa manus di Israele ha dimostrato anche in tempi recenti, con l'eliminazione del capo di Hamas, una capacità di colpire in modo preciso e diretto, mettendo una pezza alla figuraccia rimediata il 7 ottobre 2023 quando non è stata in grado di intercettare l'azione terroristica di Hamas.
Io, comunque, non riesco a spiegarmi come sia potuto accadere che, simultaneamente, cercapersone e ricetrasmittenti siano state fatte esplodere.
E solo quelle dei terroristi.
La versione che leggo sui giornali narra di una partita di forniture intercettate e sabotate.
Ma come facevano i servizi segreti israeliani che proprio quella partita era destinata ai terroristi e non a tutti gli utenti ?
E chi ci dice che, invece, non siano state manipolate molte più partite per riuscire a sabotare quelle destinate ai terroristi ?
E che lavoro immane deve essere stato quello di mettere le mani in migliaia di piccoli oggetti come i cercapersone !
Oppure è possibile manipolarli da remoto (e questo sarebbe molto inquietante per tutti) ?
E' una operazione che ha del sorprendente e, a prescindere da come la si pensa sul conflitto in Medio Oriente, tanto di cappello a chi è riuscito ad eseguirla con tale maestria.
E mi rammarico che i nostri servizi segreti non riescano ad agire con altrettante efficienza contro le navi ong che continuano a scaricarci clandestini che poi dobbiamo alloggiare, mantenere, curare, istruire e, secondo alcuni, pure far diventare Italiani, concedendo loro la nostra cittadinanza.
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