martedì 27 maggio 2025

 Riduzione Irpef per il ceto medio-

Governare, cercando di mantenere gli impegni, è difficile, non tanto perchè non si sappia come fare a mantenere quegli impegni, quanto perchè il voto popolare viene sistematicamente ignorato dal sinedrio dei burocrati, dei magistrati, delle consorterie di vario genere che interferiscono con l'azione di governo, "interpretando" quella norma, dichiarando incostituzionale quell'altra, chiedendo la revisione di una legge appena approvata dal parlamento.
Il tutto, ovviamente, senza avere un mandato popolare, ma solo con l'autoreferenzialità che deriva da una arroganza, da una boria, da una superbia che nessun concorso pubblico, nessuna elezione da parte di un ristrettissimo gruppo di grandi elettori può giustificare.
E' quindi con piacere che si annotano molti provvedimenti del Governo che, nonostante tutti gli ostacoli che vengono posti sul suo cammino in chiave palesemente anti Italiana, riesce pur tuttavia a percorrere il cammino del rispetto degli impegni elettorali.
E' così con il contrasto ai clandestini come è reso evidente dai centri in Albania che hanno cominciato a funzionare bene, è così con il decreto sicurezza che fornisce nuove garanzie alle Forze dell'Ordine e nuove opportunità a difesa della vita e delle proprietà degli Italiani, è così nella gestione di una politica estera che recupera il massimo della Sovranità possibile dopo la svendita operata dai governi di sinistra.
Ed è così in economia dove dopo aver stabilizzato i conti, migliorando l'appeal italiano nel mondo come dimostrano lo spread e i rating, dopo aver fermato il vorticoso aumento di balzelli, adesso pensa di agire sulla leva della riduzione delle tasse per il ceto medio.
Ridurre del 2% l'aliquota tra 28 e 50 (o 60) mila euro può sembrare poco, ma è un grande passo perchè quella è la fascia di reddito che paga maggiormente i capricci ideologici della sinistra.
Probabilmente tale riduzione potrà essere attiva dal prossimo anno, ma è un segnale fortissimo di discontinuità con il passato, anche se tante spese ideologiche continuano a pesare sui conti pubblici e quindi sulle nostre tasche.
Come i contributi per i cinematografari, per i giornali, per le associazioni che si occupano dei clandestini, per il loro recupero, alloggio, cura, mantenimento, istruzione.
Dopo l'era delle spese folli del 110%, del reddito di cittadinanza, dei monopattini, dei banchi a rotelle, cominciamo a vedere gli effetti benefici di un voto che ha consentito la formazione di un Governo degli Italiani, per gli Italiani.

venerdì 23 maggio 2025

 La fascia Tricolore-

Ha suscitato forti polemiche il gesto teatrale della neo eletta sindaco di Merano, della SVP e sostenuta dalla sinistra a cominciare dal Pd, che si è tolta infastidita la fascia Tricolore con la quale l'aveva cinta il sindaco uscente.
Il suo rifiuto (poi ha corretto il tiro dicendosi orgogliosa di essere Italiana, che avrebbe indossato la fascia e che era solo un "agguato" della Destra !!!) ha scatenato le legittime reazioni di chi lo ha interpretato come un gesto offensivo verso l'intera comunità nazionale.
Personalmente ritengo spregevole il gesto di rifiuto della fascia Tricolore, così come ritengo altamente spregevoli i latrati con i quali i portavoce dei vari partiti dell'opposizione di sinistra (che infatti hanno sostenuto quel soggetto) si schierano contro l'Italia e i nostri Interessi Nazionali, sostenendo le posizioni dei tedeschi, dei francesi, degli inglesi, pur di non sostenere la brillante azione in politica estera del nostro Governo e del Presidente Meloni.
Ritengo anche inqualificabile il silenzio in merito di un solitamente ciarliero Mattarella.
Detto ciò, per precisare quanto mi stia a cuore il Tricolore, penso anche che sia legittimo per un cittadino di lingua tedesca, non "sentirsi" Italiano e, anzi, non gradire di cingersi con il Tricolore che, per loro, rappresenta solo una occupazione avvenuta al termine di una guerra che noi abbiamo vinto e loro (al solito) persa.
Però uno deve essere coerente e se non vuole essere Italiano, non può neanche volere tutti i benefici che derivano dall'essere Italiano.
A cominciare dai corposi trasferimenti in denaro che, in seguito agli accordi con l'Austria, sin dal dopoguerra hanno arricchito l'Alto Adige e che continuano tuttora, rendendo quella provincia di regione a statuto speciale equiparata ad una regione, l'unica del Nord Italia che riceve da Roma più di quanto versi nel bilancio dello stato.
E questo perchè, dobbiamo riconoscerlo, in Alto Adige i nostri soldi li hanno messi a frutto, soprattutto in campo turistico, dando vita ad ingenti introiti.
Nessuna volontà di trattenere con forza gli altoatesini in Italia.
Pienamente disponibile ad accettare un referendum che sancisca il distacco dell'Alto Adige dall'Italia e la sua annessione all'Austria.
Ma sono certo che gli altoatesini sappiano far di conto e, anche solo per interesse economico, preferiscano continuare a dipendere da Roma che essere guidati da Vienna.
E allora, se vogliono restare con noi, devono rispettare leggi, costumi e simboli della Nazione Italiana e il presidente della repubblica dovrebbe esserci soprattutto per ricordare questo aspetto fondamentale della convivenza civile.

mercoledì 21 maggio 2025

 L'inutilità dannosa della boria anglo francese-

Inglesi e francesi hanno un glorioso e nobile passato da potenze mondiali e hanno contribuito alla civilizzazione del Mondo, con la presenza coloniale in tutti i continenti.
Sono stati, assieme agli spagnoli, i maggiori artefici del progresso di popolazioni rimaste all'età della pietra, portandole, con un balzo che, in pochi anni, ha superato secoli e anche millenni, nella modernità.
Ma, come tutti gli Imperi, anche i loro si sono sgretolati.
Prima e con maggiore rapidità quello francese evidentemente costruito in modo più approssimativo, con maggiore resistenza, anche nell'eredità lasciata, quello inglese, con il Commonwealth e, soprattutto, con la consapevolezza di aver passato il testimone ad uno stato che, non solo nella lingua principale e ufficiale, discende direttamente dalla Union Jack, cioè gli Stati Uniti d'America.
Purtroppo un malriposto orgoglio, condiziona i governanti anglo francesi nelle loro scelte, effettuate come se ancora avessero il dominio dei mari e delle terre conquistate.
Inglesi e francesi, prima di fare ulteriori danni, dovrebbero mettersi in testa che sono ormai rientrati nel gruppo e devono comportarsi con la discrezione e la diplomazia dell'Italia, posizionandosi, come piacerebbe dire a Prodi, "dietro" gli Stati Uniti.
E' dalla crisi di Suez del 1956 che si è capito quanto sia tramontato il Mondo in cui Londra e Parigi potevano dettare le loro condizioni.
Allora furono Stati Uniti e Unione Sovietica a costringere al ritiro gli anglo francesi.
Ma, evidentemente, a Londra e Parigi non hanno capito l'antifona così, nonostante i danni provocati dalla loro improvvida azione di aggressione contro la Libia di Gheddafi nel 2011 (in ciò istigati da Obama) che portò Berlusconi, sotto ricatto internazionale, a rompere l'intelligente trattato e unirsi all'aggressione, senza peraltro riuscire ad evitare il colpo di mano del novembre 2011 e ponendo le basi per l'invasione dei clandestini che ancora oggi non riusciamo a fermare anche per colpa di una parte di italiani che remano contro l'Italia, continuano a ronzare attorno alle questioni internazionali che sarebbero da trattare con una moral suasion più che con le minacce.
Lo vediamo con l'operazione militare speciale della Russia in Ucraina, dove Londra e Parigi sono i più esagitati bellicisti, ma sono trattenuti dalla presidenza Trump perché non sono sicuri che, alla reazione russa, potrebbero contare sulla protezione americana.
E ieri lo abbiamo visto sulla crisi tra Israele e i terroristi di Hamas.
Regno Unito, Francia e Canada, ignorando l'inutilità, anzi l'effetto boomerang delle sanzioni contro la Russia, si sono messi a minacciare sanzioni contro Israele, l'aggredito !, se non smette di dare la caccia ai terroristi che cercano riparo usando i civili come scudi umani.
Ci sono troppe comparse che credono di essere attori protagonisti e questo comporta una cacofonia di voci che, lungi dal favorire, allontana ogni prospettiva di pace, perché tutti, pur di mettere il proprio cappello su una eventuale soluzione, dicono la loro, polemizzano con il vicino, lo sgambettano se vedono che acquisisce una sua autonoma rilevanza e, alla fine dei conti, prolungano guerre e morti.
E, ancora una volta, mi domando cosa ci stiamo a fare in una alleanza con simili soggetti.
Non sarebbe sufficiente, per i nostri interessi, una solida alleanza a 360 gradi con gli Stati Uniti, per poi stipulare trattati bilaterali, di volta in volta, con tutti gli altri ?


sabato 17 maggio 2025

 I dilettanti allo sbaraglio-

Da due giorni ascolto e leggo i commenti sulla riapertura delle trattative tra Russia e Ucraina ad Istanbul.
Riepiloghiamo.
Zelensky, istigato da quattro disagiati che hanno passato a casa sua lo scorso fine settimana, continua a latrare come il tipo della barzelletta che, dopo aver tamponato un'auto, scende, gli urla contro e quando da quella macchina scende un gigante che lo gonfia di botte, ai suoi amici, dice: avete visto quante gliene ho dette ?
La Russia, dopo il rifiuto dell'Ucraina di cogliere l'occasione delle celebrazioni per la fine della seconda guerra mondiale per una tregua di tre giorni, propone di riprendere i colloqui, senza condizioni, a Istanbul.
L'Ucraina, istigata come sopra, prima pretende una tregua immediata di trenta giorni poi, con la moral suasion di Trump, acconsente ma pone come condizione la presenza di Putin e quindi Zelensky parte ugualmente per la Turchia.
E per giorni la stampa ci ricama sopra.
Ma da quando una trattativa inizia con l'incontro dei due presidenti, senza uno straccio di base ?
L'unico precedente simile che io ricordi fu quello di Sadat che, dopo la guerra del Kippur del 1973, volò in Israele per poi sottoscrivere un accordo di pace a Camp David, ma anche quel volo fu preceduto da innumerevoli contatti da parte dei "negri" o "sherpa", funzionari delle parti, con la mediazione americana, incaricati di predisporre un accordo accettabile dalle parti per evitare il fallimento dell'incontro.
Zelensky, con i suoi quattro istigatori, invece avrebbe voluto un incontro immediato con Putin, senza alcuna base predisposta e cosa avrebbe risolto ?
Sarebbe finita esattamente come Zelensky, da dilettante e improvvisatore quale è, finì la sua visita alla Casa Bianca.
Ma gli organi di stampa hanno creato l'evento che non c'è, non c'era, non ci doveva essere e adesso parlano di vertice "fallito", quando per fare un vertice occorre che ci siano le due parti d'accordo, mentre qui è stato solo un fuoco di fila di dichiarazioni a senso unico.
Zelensky (e i suoi quattro sodali) ha ormai stancato.
Vuole la pace o no ?
Se continua ad atteggiarsi da vincitore, da colui che impone condizioni, allora non resta che lasciarlo al suo destino, tanto le guerre finiscono sempre.
O con un accordo di pace, o con una delle parti che vince e impone le sue condizioni al perdente.