La fascia Tricolore-
Ha suscitato forti polemiche il gesto teatrale della neo eletta sindaco di Merano, della SVP e sostenuta dalla sinistra a cominciare dal Pd, che si è tolta infastidita la fascia Tricolore con la quale l'aveva cinta il sindaco uscente.Il suo rifiuto (poi ha corretto il tiro dicendosi orgogliosa di essere Italiana, che avrebbe indossato la fascia e che era solo un "agguato" della Destra !!!) ha scatenato le legittime reazioni di chi lo ha interpretato come un gesto offensivo verso l'intera comunità nazionale.
Personalmente ritengo spregevole il gesto di rifiuto della fascia Tricolore, così come ritengo altamente spregevoli i latrati con i quali i portavoce dei vari partiti dell'opposizione di sinistra (che infatti hanno sostenuto quel soggetto) si schierano contro l'Italia e i nostri Interessi Nazionali, sostenendo le posizioni dei tedeschi, dei francesi, degli inglesi, pur di non sostenere la brillante azione in politica estera del nostro Governo e del Presidente Meloni.
Ritengo anche inqualificabile il silenzio in merito di un solitamente ciarliero Mattarella.
Detto ciò, per precisare quanto mi stia a cuore il Tricolore, penso anche che sia legittimo per un cittadino di lingua tedesca, non "sentirsi" Italiano e, anzi, non gradire di cingersi con il Tricolore che, per loro, rappresenta solo una occupazione avvenuta al termine di una guerra che noi abbiamo vinto e loro (al solito) persa.
Però uno deve essere coerente e se non vuole essere Italiano, non può neanche volere tutti i benefici che derivano dall'essere Italiano.
A cominciare dai corposi trasferimenti in denaro che, in seguito agli accordi con l'Austria, sin dal dopoguerra hanno arricchito l'Alto Adige e che continuano tuttora, rendendo quella provincia di regione a statuto speciale equiparata ad una regione, l'unica del Nord Italia che riceve da Roma più di quanto versi nel bilancio dello stato.
E questo perchè, dobbiamo riconoscerlo, in Alto Adige i nostri soldi li hanno messi a frutto, soprattutto in campo turistico, dando vita ad ingenti introiti.
Nessuna volontà di trattenere con forza gli altoatesini in Italia.
Pienamente disponibile ad accettare un referendum che sancisca il distacco dell'Alto Adige dall'Italia e la sua annessione all'Austria.
Ma sono certo che gli altoatesini sappiano far di conto e, anche solo per interesse economico, preferiscano continuare a dipendere da Roma che essere guidati da Vienna.
E allora, se vogliono restare con noi, devono rispettare leggi, costumi e simboli della Nazione Italiana e il presidente della repubblica dovrebbe esserci soprattutto per ricordare questo aspetto fondamentale della convivenza civile.
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