Il 9 novembre 1989 nessuno credeva che la caduta del muro comunista sarebbe stata definitiva.
Invece il comunismo cadde, la Germania si riunificò e l URSS crollò.
Dopo 25 anni siamo a denunciare una rivoluzione e una libertà tradita e sacrificata sulla altare della nuova unione sovietica, quella europea, nella piaggeria verso nuovi e perversi tabù, quelli del politicamente corretto e nella assecondare le pulsioni ora non più tanto segrete di una minoranza che mina la morale tradizionale.
Ma, soprattutto, dopo aver combattuto contro il comunismo, ci ritroviamo con tutte le cariche dello Stato in mano agli eredi legittimi del comunismo, con una legislazione comunista, con una politica fiscale comunista.
E con un partito comunista che ha cambiato il pelo (nome) ma non il vizio (politica) portato al governo da chi, una volta, asservita di combatterlo.
Possiamo dunque festeggiare il 9 novembre come festa della Libertà?
Solo come libertà tradita.
E per ricordare a noi stessi che anche quando sembra impossibile, liberarsi del giogo comunista è possibile.
Dobbiamo cercare di non dividerci e di evitare di lasciarci incantare dalle parole false e bugiarde di chi, per portare acqua al suo mulino, ci dice che agisce per il bene comune.
No, quelli agiscono per il loro esclusivo interesse e per limitare ed opprimere le nostre libertà fondamentali di opinione, di diffusione delle idee, di proprietà.
Lo sappiamo e dobbiamo agire di conseguenza, per arrivare anche al nostro 9 novembre.
E ci riusciremo se non ci abbandoneremo al particolare di una malintesa purezza di idee e sapremo condividere e combattere assieme a chi ci è più vicino.
Fuor di metafora, non importa se il nuovo Leader e partito di riferimento del Centro Destra si chiami Silvio Berlusconi o Pippo Pluto e Paperino, importa che alle prossime elezioni lo si voti senza se e senza ma, con l obiettivo di sconfiggere Renzi o, almeno, impedirgli di realizzare con facilità i danni che già sta provocando alla nostra Italia.
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