venerdì 27 marzo 2015

Perchè no al "Reato di omicidio stradale"



Ad ogni morto a seguito di un incidente stradale, si torna a parlare di creare una nuova tipologia di reato: l'omicidio stradale.
Ho il massimo rispetto e comprensione per chi ha avuto un proprio affetto spezzato in un incidente stradale e capisco la loro rabbia e la loro aspirazione ad una "vendetta" (anche se rifiutano di considerarla tale).
"Non solo la capisco ma la approvo: è giusto che chi uccide un'altra persona paghi e paghi tutto".
Ma non istituendo un altro reato che si aggiungerebbe a quello di stalking ed a quelli che vorrebbero configurare di "negazionismo", "femminicidio" ed "omofobia".
Creare nuovi reati, oltre ad appesantire il nostro codice ed a consegnare ancor più potere ai magistrati (e già queste sono motivazioni sufficienti per ambire a ridurre le previsioni di reato, non ad aumentarle) non porrebbe fine al reato che si vuole colpire.
L'omicidio e il furto sono reati e punibili dalla notte dei tempi, ma gli assassini e i ladri continuano ad esistere.
Se si vuole difendere la società dai pirati della strada come dagli assassini (e non fa alcuna differenza che uccidano una donna, un omosessuale, un ebreo o un uomo che non appartenga a nessuna delle categorie "protette") è necessario fare in modo che i magistrati cessino di interpretare le leggi con il filtro della loro personale ideologia e che i rei scontino, fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno, la pena per intero.
Senza di ciò possono rendere reato qualunque fatto, ma continuerà ad essere compiuto e non si porrà la società al riparo da eventuali reiterazioni.

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