lunedì 30 giugno 2025

 Cosa resterà del "gay pride" ?-

Una rumorosa e sguaiata trasferta a Budapest, probabilmente nella speranza di far scoccare la scintilla di uno scontro, che si conclude con una ritirata molto simile a quella delle truppe austroungariche nella Grande Guerra, descritta dal Generale Diaz nel Bollettino della Vittoria.
Cosa resterà di tale manifestazione ?
Resteranno solo le immagini più ributtanti o che offendono non noi eterosessuali, ma la Dignità e il Decoro di ogni Persona.
Resterà Orban a capo dell'Ungheria con una solida maggioranza ottenuta nel 2024 con il 45% dei voti.
Resterà la consapevolezza che una signorina che è anche il leader dell'opposizione cattocomunista in Italia, mentre la Meloni gestisce dossier internazionali in economia, sulla difesa, sulla pace nel mondo, si è preoccupata di far sapere che in Italia non esiste una legge contro l'omofobia.
Costei, cioè, vuole negare al prossimo che non la pensa come lei, di manifestare le proprie idee e opinioni come lei è andata con protervia a manifestare a Budapest, violando una legge di quella nazione, senza subirne conseguenze, a dimostrazione della forza di Orban e del suo Governo.
Non stupisce che chi si riempie la bocca di "diritti", poi sia chi li vuole sottrarre al prossimo, come già è accaduto quando, a differenza della Polizia ungherese agli ordini di Orban, quella italiana agli ordini di Conte e Draghi sguinzagliava cani poliziotto contro isolati bagnanti o usava gli idranti contro chi manifestava pacificamente e senza esibizioni di pessimo gusto contro il green pass.
Resterà l'attesa (infinita) di vedere la predetta signorina, con tutta la sua corte, partecipare alla medesima manifestazione, con gli stessi carri, "abiti" e slogan, anche a Teheran.



domenica 29 giugno 2025

 


E' ora di sostituire i magistrati con l'intelligenza artificiale
Ieri due notizie provenienti dagli ambienti giudiziari.
La brutta notizia, purtroppo, è made in Italy e dice che la cassazione, a mio parere esorbitando e tracimando dai suoi limiti, ha giudicato criticamente il Decreto Sicurezza appena approvato dal Parlamento e che già sta dando copiosi frutti benefici per tutti gli Italiani.
La cassazione non ha il compito di valutare la costituzionalità del provvedimento (spetta alla corte costituzionale, semmai) nè di valutarne la necessità e urgenza (semmai è il presidente della repubblica, ma in realtà è compito del Parlamento) e neppure di giudicarne i contenuti (cosa che spetta al Popolo Elettore quando si reca alle urne)
La cassazione, quando sarà chiamata a decidere su un caso che derivi da tale normativa, dovrà giudicare solo e soltanto in base alla legge e non alla ideologia che pervade i giudici che non sono stati eletti e il cui compito è applicare e non creare le leggi.
E purtroppo sappiamo già che, invece, giudicherà in base alla ideologia cattocomunista.
La bella notizia arriva da Washington dove la Corte Suprema, dando ragione a Trump, ha inferto una picconata dolorosissima a tutti coloro che sostengono lo ius soli (e i suoi derivati come lo ius scholae, culturae etc.) negando ai giudici inferiori, anche quelli federali, di interferire con la decisione del Presidente di negare la cittadinanza americana ai figli dei clandestini che nascano sul suolo statunitense.
La composizione della Corte Suprema risponde sicuramente più al sentimento popolare di quanto non sia la cassazione italiana composta da giudici che hanno fatto carriera automatica, solo dopo un semplice concorso pubblico, giudicati dai propri simili e che ottengono dai propri simili gli incarichi operativi.
Ciò non toglie che entrambi gli interventi esprimano l'opinione personale, ideologica, di chi li ha proposti, perchè non esiste legge al mondo cui rifarsi per dire che le osservazioni della cassazione italiana siano pertinenti e non una espressione delle personali ideologie dei giudici, come non esiste legge al mondo che dica che si debba applicare lo ius sanguinis e non lo ius soli, la cui scelta discende da un personale favore ideologico.
Fortunatamente abbiamo, oggi, la possibilità di riportare la Giustizia nel campo della applicazione, pura e semplice, della legge senza inquinamenti ideologici: l'Intelligenza Artificiale.
Sostituire i giudici, TUTTI i giudici con l'Intelligenza Artificiale, significherebbe liberarsi da ogni sospetto di inquinamento ideologico delle decisioni, perchè l'IA deciderebbe unicamente in base alle leggi (che conoscerebbe meglio e compulserebbe più velocemente di qualsiasi giudice) e, magari, anche valutando i precedenti, la dottrina e i lavori parlamentari che hanno preceduto l'emanazione delle leggi, per poi comunicare, in modo asettico, sulla base stretta della legge, la sentenza che non avrebbe neppure bisogno di un secondo grado, perchè l'IA sentenzierebbe sempre in base alla legge.
Non è più accettabile che la volontà del Popolo e la Sicurezza di tutti noi sia messa in pericolo per interpretazioni ideologiche da parte di soggetti che nessuno ha eletto e che vivono in una torre d'avorio con le scorte pagate da noi che li mettono anche al sicuro dalla delinquenza contro la quale il Decreto Sicurezza è stato emanato.

sabato 28 giugno 2025

 

Il prezzemolo popolare

Sono militante di Forza Italia da 33 anni, fedele fin dall'inizio al pensiero berlusconiano.

Leggo su X numerosi interventi che definire "critici" sarebbe un eufemismo, rivolti contro Tajani e Forza Italia.
Al netto delle esagerazioni e degli insulti, condivido in parte ciò che viene imputato al partito che fu di Silvio Berlusconi — e che oggi appartiene ai figli di Berlusconi (e la differenza si vede!). Dalle aperture sullo ius scholae all’adesione quasi fideistica all’Unione Europea: sono scelte che non mi convincono, e che — dopo 33 anni di militanza — sono pienamente titolato a criticare.

Purtroppo, Forza Italia è ancora imprescindibile. Qualcuno si illude che Fratelli d’Italia e Lega possano conquistare da sole la maggioranza assoluta. Io non lo credo. Anche ipotizzando un travaso di voti da Forza Italia, i numeri non basterebbero.

La conferma arriva proprio in questi giorni, nelle concitate trattative europee, dove a fare la differenza è il Partito Popolare Europeo — cioè Forza Italia e i suoi omologhi.

È vero: la sinistra è priva di visione e progettualità, appiattita com’è sulle ideologie ambientaliste dei Verdi, che arrecano danni concreti alle persone e alle economie. A destra, invece, c’è fermento: idee e proposte che trovano sempre più consensi, al punto che è Giorgia Meloni a tracciare la rotta. E a seguirla, oggi, c’è anche un peso massimo come Merz, leader dei cristiano-democratici tedeschi.

È la linea che rivede il regolamento sul green claims, facendo infuriare la Schlein e la Ribera.
È la linea che sostiene l’aumento della spesa per la difesa al 5%, mantenendo però eserciti nazionali, e rifiutando quella mostruosità che sarebbero delle Forze Armate europee.
È la linea che aggrega governi — anche socialisti, come quello danese — nella lotta all’immigrazione clandestina.
Che blocca, con l’appoggio di Merz e della Germania, le iniziative anti-israeliane di Sánchez.
Che spinge per un compromesso commerciale sui dazi al 10%, ancora una volta con il sostegno di Merz, mettendo a tacere Macron e la sua solita boria.

Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile — e non lo sarà in futuro — senza i voti del Partito Popolare, con tutte le sue ambiguità.

Per questo motivo, tra il turarsi il naso accettando compromessi per evitare il peggio e l’onorevole ma perdente battaglia di principio (che servirebbe solo a spalancare la strada a maggioranze woke, ambientaliste, LGBT, antiamericane e antioccidentali), io scelgo la via del compromesso.

Perché la politica, anche oggi, resta l’arte del possibile. E il possibile si costruisce con la maggioranza, anche a costo di fare qualche passo indietro.

Con buona pace di certi personaggi che si credono unti dal Signore…

venerdì 27 giugno 2025

 Non fatevi fregare...

E molto che non entrate in una concessionaria auto? avete visto che oramai sei un nessuno quando entri?. Un tempo ti srotolavano il tappetto rosso, e se pagavi subito eri un loro eroe...oggi sei solo un pollo da spennare, ti schifano se paghi subito, vogliono rifilarti le loro condizioni-
È vero, oggi molti concessionari insistono nel proporre un finanziamento piuttosto che una vendita "cash" (pagamento immediato). Questo comportamento ha motivazioni ben precise, legate al modo in cui funziona il business dell’auto. Ecco perché succede:
1. I finanziamenti sono una fonte di guadagno per il concessionario
Quando acquisti un’auto con finanziamento, il concessionario ottiene una commissione dalla società finanziaria con cui collabora. Questa commissione può essere anche di diverse centinaia o migliaia di euro. È un guadagno extra che non avrebbe se tu pagassi tutto subito.
2. Gli sconti “gonfiati” sono condizionati dal finanziamento
Spesso il prezzo "scontato" dell’auto che vedi nei volantini o pubblicità è valido solo se fai il finanziamento. Se invece vuoi pagarla subito, ti dicono che quel prezzo non è più applicabile, e ti chiedono di più. Questo è un modo per:
incentivare il finanziamento,
compensare il mancato guadagno della commissione.
3. Maggiore fidelizzazione e controllo
Con il finanziamento, il cliente resta “legato” al concessionario e alla casa madre (per esempio per assicurazione, tagliandi, estensioni di garanzia). Questo crea un rapporto commerciale più lungo e redditizio.
4. Target di vendita e incentivi interni
I venditori spesso hanno obiettivi di vendita legati non solo al numero di auto, ma anche al numero di finanziamenti attivati. Possono ricevere bonus o premi se riescono a far firmare il cliente per un finanziamento.
5. Margini bassi sull’auto
Sulle auto nuove, il margine di guadagno diretto per il concessionario è spesso molto basso (a volte meno del 5%). Quindi cercano di guadagnare su servizi accessori, come il finanziamento, le assicurazioni o i pacchetti di manutenzione.
💡 Come difendersi / negoziare meglio
Chiedi sempre due preventivi: con e senza finanziamento.
Calcola il costo totale dell’auto (inclusi interessi e spese) per confrontarli davvero.
Se hai la possibilità di pagare subito, prova a negoziare un prezzo inferiore facendo leva sul fatto che non ti servono servizi accessori.
In sintesi: non sei penalizzato per pagare subito, ma sei meno vantaggioso per loro rispetto a un cliente che finanzia. Quindi ti “spingono” a seguire la strada che conviene a loro, non necessariamente a te.
Cambiate Concessionaria....



mercoledì 25 giugno 2025

 Bezos, Venezia e un matrimonio (Foto per ridere)-

Un pugno di soggetti, a sprezzo del ridicolo di cui si coprono, hanno contestato il matrimonio che andrà, sfarzosamente, a celebrarsi a Venezia, di Bezos, il padrone di Amazon.
Di qui sono un acquisitore compulsivo...
Milioni di persone comprano su Amazon e Bezos è uno degli uomini più ricchi al mondo, con molteplici attività che danno da lavorare e una retribuzione a migliaia di persone e famiglie.
Chi contesta il suo matrimonio a Venezia manifesta solo miopia e invidia, scaricando sul prossimo le proprie frustrazione per non essere stato capace di fare quello che ha fatto Bezos (e Gates, e Musk, e Zuckerberg, e Trump) e non è neppure soddisfatto di quello che ha, che probabilmente è molto più di quel ha la media dell'Umanità.
La richiesta di "pagare le tasse" è, poi, la classica foglia di fico che copre ben altre motivazioni, perchè Bezos, come le altre aziende multinazionali, opera in base alle leggi esistenti che, se gli consentono di pagare di meno, non sono meno valide di altre leggi che lo obbligherebbero a pagare di più.
E il matrimonio che si celebrerà a Venezia darà lustro alla città, porterà denaro, fama e i riflettori mondiali e ne beneficerà non solo Venezia (che, peraltro, non ne ha bisogno) ma tutto l'indotto turistico, perchè se uno non riesce a risiedere a Venezia per qualche notte, potrà sempre trovare posto in una delle località vicine o in piccole perle sconosciute spesso anche agli Italiani, come Vicenza, Padova e Treviso.
In realtà io penso che Bezos venga contestato, non perchè ricco, perché paga le tasse nella misura imposta dalla legge e non scialando quattrini, non perchè si sposa a Venezia occupando locali e impegnando servizi, ma semplicemente perchè, sia pur in ultimo, ha abbandonato la barca dem che affondava con la Harris, per issarsi su quella MAGA di Trump.
E non a caso le figlie di Trump, con i mariti, saranno a Venezia al matrimonio.
Perchè simili contestazioni non le ho mai viste nei confronti di sceicchi con i loro matrimoni in Italia, di Sting con le sue cantine in Toscana, di Clooney e di tutti gli altri attori e cantanti, però funzionali alla sinistra, che hanno acquistato terreni e case in Italia.



domenica 22 giugno 2025

 Perché Condivido la Guerra di Israele e USA Contro l’Iran-

Nel panorama internazionale attuale, sostenere una guerra non è mai una posizione da prendere alla leggera. Tuttavia, quando si tratta del conflitto tra Israele, gli Stati Uniti e l’Iran, ritengo che ci siano motivazioni forti, concrete e morali per condividere l’intervento militare o le azioni di difesa attiva condotte da Israele e dagli USA contro il regime iraniano.
1. Il regime iraniano è una minaccia globale
Non si tratta di un semplice conflitto regionale. L’Iran è guidato da un regime teocratico autoritario che esporta instabilità, finanzia gruppi terroristici come Hezbollah, Hamas e le milizie sciite in Iraq, Siria e Yemen, e nega sistematicamente i diritti fondamentali ai propri cittadini. È un attore aggressivo che lavora per destabilizzare il Medio Oriente e oltre.
2. Il programma nucleare iraniano non è pacifico
Malgrado le dichiarazioni ufficiali, è chiaro che il programma nucleare iraniano ha obiettivi militari. Un Iran dotato di armi nucleari rappresenterebbe una minaccia esistenziale per Israele e un enorme rischio per l’equilibrio globale. Fermarlo non è solo una questione di sicurezza per Israele o per gli Stati Uniti: è una responsabilità verso tutta la comunità internazionale.
3. Difendere Israele è una questione di giustizia
Israele è una democrazia sotto assedio, circondata da regimi ostili che ne negano il diritto all’esistenza. L’Iran non ha mai nascosto il suo intento di "cancellare Israele dalla mappa". Di fronte a una minaccia esistenziale, Israele ha non solo il diritto, ma il dovere morale di difendersi. E gli Stati Uniti, come alleato storico, hanno il dovere di supportare questa difesa.
4. La deterrenza è necessaria
In politica estera, la debolezza alimenta l’aggressività. Le risposte deboli al comportamento iraniano negli ultimi decenni hanno solo incoraggiato Teheran a rafforzarsi. Una risposta militare decisa da parte di Israele e degli Stati Uniti è un messaggio chiaro: non tutto è permesso, e chi viola le regole internazionali paga un prezzo.
5. Il popolo iraniano non è il regime
Sostenere l’azione militare non significa essere contro il popolo iraniano. Anzi, molte voci dissidenti dentro l’Iran, soprattutto tra i giovani e le donne, chiedono da anni la fine del regime. Indebolire o rovesciare un governo oppressivo può essere, a lungo termine, anche un passo verso una futura liberazione interna.
Conclusione
Appoggiare la guerra non significa amare il conflitto. Significa riconoscere che, in certi casi, la forza è necessaria per fermare mali peggiori. Il regime iraniano è una delle principali minacce alla pace mondiale. Israele e gli Stati Uniti non combattono per conquista o per ideologia, ma per autodifesa, per stabilità e per proteggere valori condivisi: libertà, sicurezza, e rispetto per la vita umana.



giovedì 19 giugno 2025

 In prima linea per il nucleare: una battaglia che continua-

Più di vent’anni fa ero in prima linea contro l’abolizione dell’energia nucleare in Italia. Durante il referendum, mi sono incatenato davanti alla centrale nucleare di Caorso, subendo le conseguenze di quel gesto di protesta: botte da parte delle Forze dell’Ordine e insulti e sputi da parte di esponenti della sinistra.
Quella esperienza non mi ha fatto cambiare idea. Anzi, oggi più che mai sono convinto che l’unica svolta possibile – e auspicabile – per il nostro Paese sia il ritorno all’energia nucleare.
Tanto più che, in modo del tutto incoerente, compriamo energia prodotta dal nucleare da centrali situate nei Paesi confinanti con l’Italia.
Siamo bravissimi a predicare bene e razzolare male.
È ora di cambiare rotta.



mercoledì 11 giugno 2025

 Gli Italiani hanno votato con buon senso e per l'Identità Nazionale-

Oggi tutti a dire che "era prevedibile" il mancato raggiungimento del quorum per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza: allora perchè ci avete fatto spendere 400 milioni, inutilmente ?
A parte le voci di chi vuole rivedere la legge sul referendum (che ricordo fu la merce di scambio nel 1970 per l'approvazione senza barricate della legge sul divorzio, con tutti i paletti voluti principalmente dal pci !) e che mi trovano parzialmente d'accordo, il voto di domenica e lunedì ha dimostrato che gli Italiani sono più assennati e hanno un senso di appartenenza alla Nazione ben maggiore di quello dei dirigenti cattocomunisti, dei partiti di opposizione, della sinistra della cei, del maggior sindacato italiano e di tanti altri che sono intervenuti, anche a sproposito, a favore del voto.
Anch'io ho amici a sinistra con i quali, tra l'altro, al di fuori delle arene social, è anche piacevole discutere (il che dimostra che, volendo, si può discutere senza ridursi allo slogan e al sentito dire urlato sulla tastiera) i quali erano convinti di arrivare almeno al 40% e consideravano il 30% di partecipazione una sconfitta.
Ovviamente adesso sposano le surreali tesi della Schlein che vorrebbe trasformare la disfatta in successo, ma questo rientra nei compiti del segretario di un partito sconfitto che ha l'obbligo di rincuorare le truppe sennò la rotta sarebbe completa.
Anche la tesi dei 14 milioni di votanti, più dei voti della Meloni nel 2022 non ha pregio, perchè si confrontano mele con pere, i votanti con i voti ad una Coalizione, ma se si confrontassero i votanti di ieri con quelli del 25 settembre 2022, allora saremmo 14 milioni contro 28 milioni.
Se vogliamo poi vedere il dato politico espresso dalle singoli voci dei referendum bocciati dagli Elettori, vediamo che i "sì" a favore dei quesiti vanno dai 12milioni e 249mila del primo referendum sul reintegro dai licenziamenti illegittimi, ai 9 milioni di quello sulla cittadinanza: sempre inferiori ai 12milioni e 400mila voti ottenuti dalla Coalizione di Centro Destra nel 2022 e cifra esplicitamente indicata, in una delle sue cervellotiche fantasie, dal capogruppo al senato del pd, il cattocomunista Boccia.
Comunque la si giri, quindi, è la boccia ... tura dell'opposizione.
Bocciati i quesiti, bocciato il tentativo di appropriarsi del voto referendario che è, da sempre, diverso da quello politico (ho ricordato il referendum sul divorzio del 1974 quando il "sì" non raggiunse la percentuale sommata dei voti dei partiti - DC e MSI - che lo sostenevano e in relazione al quale ricordo un vicino di casa che mi spiegò perchè lui, combattente volontario in Spagna dalla parte della Falange, missino da sempre, avesse votato "no").
Il Governo oggi è più forte, la sua maggioranza più coesa soprattutto a livello di elettorato.
La Schlein ha dato appuntamento alle politiche (nel settembre 2027 ... una vita, politicamente parlando), ma prima ci sono svariati appuntamenti piccoli e grandi, ognuno dei quali sarà sfruttato dagli anti Italiani che volevano concedere la cittadinanza agli immigrati in appena cinque anni, per cercare di sabotare un Governo che funziona, ci rappresenta benissimo, ci ha dato stabilità e senso della Nazione.
La Meloni, Salvini e, presumo, anche Tajani e Lupi lo sanno e come hanno benissimo gestito (Lupi, meno) questa vicenda del referendum, guidando alla vittoria il proprio Elettorato, così ho fiducia che sapranno superare tutte le difficoltà e anche quelle tematiche che li vedono non sempre allineati con i desiderata dell'Elettorato di Centro Destra, come, ad esempio, il sostegno che viene ostinatamente concesso a Zelensky.

venerdì 6 giugno 2025

 Non c'è Benessere senza Sicurezza-

Ho letto che il direttore di una sconosciuta testata di sinistra nominata "Fanpage" avrebbe dichiarato in una delle tante trasmissioni televisive di propaganda cattocomunista che con il Decreto Sicurezza "si criminalizzano i delinquenti".
Se è vero (io non guardo da anni quelle trasmissioni) deve essersi espresso male o aver inconsciamente espresso il pensiero non tanto recondito della sinistra che odia a tal punto gli Italiani da preferire i delinquenti che si criminalizzano da soli, con le loro azioni.
La logica conseguenza di una simile stramba concezione di "criminalizzare i delinquenti" è la cagnara di ieri al senato, con questi personaggi latrare, sedendosi al centro dell'emiciclo, impedendo la prosecuzione del dibattito, come un gruppo di balordi che vogliono bloccare il traffico e, da oggi in poi, subiranno la giusta pena.
Come saranno puniti e non protetti, borseggiatori, occupanti abusivi di case altrui, truffatori che prendono di mira gli anziani, aggressori di Poliziotti e Carabinieri.
Delinquenti per stessa ammissione dell'illustre direttore di Fanpage, che si criminalizzano con i loro comportanti contrari al vivere civile e al rispetto per il prossimo.
Contemporaneamente la commissione europea non ha avuto nulla da eccepire sulla azione economica del Governo, le agenzie di rating hanno alzato la valutazione dell'Italia, Goldman Sachs ha elogiato la stabilità di Governo, la disoccupazione cala come cala l'inflazione.
Il Benessere degli Italiani va a braccetto con la Sicurezza.
Chi è contro la sicurezza e la "criminalizzazione dei delinquenti" che occupano case, aggrediscono le Forze dell'Ordine, bloccano la circolazione stradale, truffano gli anziani, è contro il Benessere.
Ed è contro il Benessere e contro la Sicurezza perché solo nel disagio può prosperare la protesta e la sinistra può avere qualche carta da giocare contro un Governo solido nelle Idee, nei progetti, nei numeri e nel consenso.

martedì 3 giugno 2025

 Polonia, Italia-

In Polonia, nonostante tutto, nonostante il bastone e la carota dell'unione europea, nonostante il voto postale, alla fine ha vinto il candidato Nazionalista.
Ha vinto di poco, come di poco aveva vinto il candidato europeista in Romania, ma ha vinto e ambedue i risultati assumono un significato di gran lunga più importante, non tanto perchè la Polonia e la Romania sono il quinto e sesto stato dell'unione, ma perchè ci può prefigurare uno scenario che potrebbe avverarsi anche in Italia.
Solo una dozzina di anni fa, i due candidati europeisti (Dan in Romania che ha vinto e Trzaskowski in Polonia che ha perso) sarebbero stati etichettati dalla sinistra come "fascisti", come lo era Berlusconi in Italia.
La loro colpa era di essere liberali o popolari e, come, sempre, una dozzina di anni fa, anche il Merz oggi incensato e persino il Macron, bulletto e burattino come si sta rivelando, sarebbero stati etichettati allo stesso modo.
Perchè allora i socialisti facevano i socialisti, avevano i loro candidati e, semmai, si presentavano come aggregazione di tutte le sinistra, richiamando alla unione antifascista, come fece Hollande, per prevalere.
Oggi i socialisti sono aggregati e più basso tengono il profilo meglio è per il candidato, liberale o popolare che sia.
I Popoli dell'Europa hanno così respinto il socialismo, che praticamente sopravvive a stento e sotto il ricatto degli autonomisti locali, solo in Spagna.
Altrove sono costretti a sostenere il candidato diciamo così "centrista", liberale o popolare che in altri tempi avrebbero schifato.
Lo stomaco dei socialisti è avvezzo a qualunque cosa e non a caso sono i primi sostenitori del cibo a base di insetti e altre porcherie del genere.
In Polonia come in Romania, si sono dovuti mettere assieme tutti, ma proprio tutti, i partiti differenti da quello Nazionalista.
Si sono radunati sotto un'unica bandiera, quella dell'unione europea, ma non hanno altro da offrire se non la totale sudditanza verso le decisioni di Bruxelles perchè per il resto ognuno va per la sua strada.
In Polonia e in Romania i due candidati europeisti, quello perdente in Polonia e quello vincente in Romania, sono stati sostenuti da una accozzaglia che, se riportata in Italia, comprenderebbe il pd, i verdi, la sinistra estrema di Fratoianni, + Europa del fantasmino Magi, il movimento cinque stelle, il finto terzo polo di Renzi e Calenda e, necessariamente, anche Forza Italia, magari dopo un ribaltone dirigenziale che porti alla guida il giovane virgulto che si è permesso di attaccare il Generale Vannacci.
E, come ha dimostrato la Polonia, senza avere la certezza di vincere, perchè ho molti dubbi che gran parte dell'elettorato di Forza Italia possa seguire i suoi leaders in una alleanza con i vecchi aguzzini della sinistra, come ha dimostrato la scomparsa della democrazia cristiana i cui elettori si sono ben guardati dal seguire i propri parlamentari, tutti accasati a sinistra e adesso formano l'elettorato del Centro Destra.
Infine un passaggio ulteriore.
Mettiamo pure che l'accozzaglia da Fratoianni a Forza Italia vinca le elezioni, la rappresentanza parlamentare sarebbe fortemente frazionata in una decina di gruppi parlamentari ognuno dei quali ha le sue clientele da soddisfare ma, a differenza della prima repubblica, non potendo stampare moneta ed essendosi legati ad una sudditanza senza speranza verso Bruxelles, non sarebbero in grado di farlo e così, alle elezioni successive, quel piccolo margine di vantaggio si capovolgerebbe a favore di una alleanza Nazionalista che vedrebbe solo due partiti, ma molto omogenei, come in Polonia o in Romania.
Tusk, il Berlusconi o, meglio, il Tajani di Varsavia, vinse le elezioni un anno fa in una competizione di tutti contro il PIS, il partito Nazionalista, ma le elezioni presidenziali, nonostante la stessa formazione in campo e l'alta affluenza, hanno dimostrato che quella maggioranza, inesistente nei contenuti, comincia già a sfarinarsi.
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