martedì 5 novembre 2013

Fuori i tecnici dai governi

Il caso che coinvolge la Cancellieri è solo l'ultimo tassello di una presenza tanto ingombrante, quanto inutile: quella dei "tecnici" al governo.
Gente priva di consenso popolare, chiamati alla guida di un ministero in base ad una percezione di competenza in materia, ma che non si sa bene a chi rispondano, visto che del Popolo non si interessano, snobbando ripetutamente il dovere di presentarsi con la propria faccia per ottenere voti.
E quando lo fanno, Monti docet, il flop è inesorabile e senza appello.
Anche la loro "competenza" appare sopravvalutata, come ha dimostrato sempre il Monti con un governo interamente di "tecnici" che ha saputo fare solo quel che riuscirebbe anche qualsiasi passante di limitato intelletto: aumentare le tasse.
Eppure questa aura del "tecnico" continua a mietere vittime e così vediamo che nel governo Letta tre ministeri di grande rilevanza invece di essere attribuiti a politici che si avvalgano dei tecnici per predisporre gli atti legislativi e gli studi sui quali decidere, sono affidati a personaggi che non si sa bene a chi rispondano.
Saccomanni all'Economia è il caso più eclatante, anche se un sospetto sul suo referente, anzi sulla sua referente, io l'avrei.
La Cancellieri ormai è stata rivoltata come un calzino dalla stampa e continua a ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia.
Infine abbiamo lo statistico, Giovannini nientepopodimeno che al Lavoro, cioè un contabile là dove si parla di vite, di persone.
Non sarebbe il caso di rimpiazzarli con un politico ?
E visto che si parla di governo delle larghe intese con tre soggetti primari, ecco che non sarebbe difficile sostituire i tre ministri con altrettanti parlamentari, che rispondano delle loro azioni al Popolo perchè sanno di doversi ripresentare al voto, uno per ciascuno dei partiti di governo.
E se Saccomanni, la Cancellieri e Giovannini vorranno rendersi utili, potranno farlo anche da direttori generali dei ministeri.
alessio.zanon@esercitodisilvio.it

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