sabato 2 agosto 2025

 L'estate tra grandi manovre di carta e razionale concretezza-

Ogni estate, salvo cataclismi naturali, guerre devastanti o morti illustri, c'è ben poco di cui parlare in politica, è adesso quindi che esplodono i complotti, che si riesumano cadaveri del passato e si costruiscono castelli destinati a crollare con il ritorno dell'autunno.
Leggo infatti le più fantasiose ipotesi di aggregazioni, crisi, liti, riavvicinamenti.
Un incontro, tutto sommato di scarso rilievo come quello tra Tajani e i due figli maggiori di Berlusconi, ha consentito ai "professionisti dell'informazione" di riempire una paginata di dietrologie.
A sinistra sperano che sia la spallata, che nè loro ne' le toghe rosse riescono a dare, al Governo in carica, salvo poi doversi risvegliare con il figlio di Berlusconi che considera lo ius scholae non di interesse.
Al centro sperano che sia l'avvio di una aggregazione che possa restituire quel potere che i cosiddetti centristi non hanno più e che, nella seconda repubblica, si manifestava essenzialmente con un ruolo determinante per far cadere i governi di cui facevano parte, non avendo la forza per trainare in proprio un governo.
E già si affacciano i vari candidati alla primazia del centro, da Renzi a Calenda, senza dimenticare tutta quella palude di "civici", alcuni dei quali riescono ad avere una pallida copertura mediatica nazionale quando occupano una poltrona da sindaco.
Nel Centro Destra, invece, sperano che un errore, come il lancio convinto dello ius scholae, convinca elettori a spostarsi su più affidabili partiti ai quali, ricordiamocelo, mancano un pugno di seggi per avere la maggioranza assoluta in parlamento, senza doversi compromettere con i centristi.
Ci sono poi quelli che vagheggiano l'ingresso in politica di Pier Silvio Berlusconi, senza considerare che il padre aveva un carisma, una empatia che il figlio non ha, visto che quando parla sembra Robby il robot della pubblicità Candy degli anni Sessanta ("or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?"), ma, soprattutto, Silvio Berlusconi ebbe fortuna perché entrò in politica da leader in un panorama in cui tutti i possibili leaders anticomunisti erano stati ingabbiati, fisicamente o moralmente, dai magistrati e chi poteva assumersi l'onere di rappresentare un polo che poi fu chiamato "della Libertà", Mario Segni, fece il clamoroso errore di preferire una coalizione centrista con i resti della dc, guidati da Martinazzoli, condannandosi alla irrilevanza ed alla fine politica.
Oggi i Leaders, nel Centro Destra, ci sono, e che sta lentamente riacquistano credibilità dopo gli errori del 2021 (partecipazione al governo Draghi con i comunisti) e di gennaio 2022 (sostegno e voti alla riconferma di Mattarella al Quirinale).
Quel vuoto dal quale Silvio Berlusconi emerse con facilità, oggi non c'è e questa è la più grande difficoltà di chi volesse provare a ripetere l'impresa del 1994. Impresa che io ero li e partecipavo-
E mentre i "professionisti dell'informazione" costruiscono castelli in aria, illudendo gli oppositori del Governo, Giorgia Meloni continua ad incamerare riconoscimenti e, forte della sua ancora giovane età, gira le capitali di quegli stati che possono aiutare l'Italia nella nostra riemersione dall'oblio come grande nazione, con uno specifico ruolo regionale, nell'area del Mediterraneo.

martedì 29 luglio 2025

 Ancora fiele per Macron-

È di ieri sera la comunicazione dell’avvenuto accordo tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti in materia di dazi.
La questione è talmente complessa — e riguarda la pressoché totalità della gamma merceologica, ognuna con le sue specificità — che, anche disponendo del testo completo con i termini esatti dell’accordo, sarebbe impossibile esprimere una valutazione che non sia di carattere generale.
E, come spesso accade, le valutazioni di carattere generale fanno prevalere l’aspetto politico su quello tecnico, il quale potrebbe vedere, ad esempio, i produttori di tondini lamentarsi e quelli di parmigiano brindare.
Sul piano politico, l’accordo è un fatto positivo: i 27 Paesi dell’Unione e gli Stati Uniti appartengono alla stessa famiglia occidentale, soprattutto in un contesto in cui il nemico, per entrambi, si chiama Cina.
Chiudere — peraltro in soli sei mesi, dal 20 gennaio, giorno in cui Donald Trump è entrato alla Casa Bianca — una vertenza di tale portata, mi sembra un buon auspicio per il futuro.
Nel merito, è vero che Trump appare come il "padrone" che ha fatto "saltare" la Von der Leyen a suo piacimento, ed è altrettanto vero che leader come Macron e Sánchez — capofila dei "talebani" del bazooka contro gli USA — si ritrovano ora a incassare l’ennesima sconfitta, ad abbozzare e a ingoiare il fiele dell’accordo.
Ma, se consideriamo il punto di partenza, come già ricordato in passato, non si tratta di un regalo agli Stati Uniti, bensì di un riequilibrio rispetto a un rapporto commerciale squilibrato da tempo, iniziato ben prima dei dazi: con imposizioni fiscali, regole restrittive, esclusioni di categorie merceologiche motivate con l’ambientalismo, frutto della bulimica produzione legislativa dell’Unione Europea.
Personalmente, sono favorevole a un Mercato libero da ogni imposizione e tassazione, in cui "vince" il prodotto che, per qualità e prezzo, viene premiato dai cittadini che lo acquistano.
Ovviamente, per i prodotti (che provengono essenzialmente dalla Cina e da altri mercati orientali) il cui costo è alterato da sfruttamento dei lavoratori, inosservanza delle norme sanitarie e di sicurezza sul lavoro, o da sussidi statali volti ad abbattere i prezzi, allora sì, devono essere applicati dazi per riequilibrare i costi.
Non ho ancora sentito le lamentele che mi aspetto dai produttori dei vari settori (a parte quelle dei cattocomunisti, che oltre a produrre solo chiacchiere e non beni o servizi, danno comunque la colpa alla Meloni — per un accordo definito dalla Von der Leyen — dopo averle intimato di non interferire nelle trattative europee).
Ma è quasi un “atto dovuto”: tentare di ottenere, dall’Unione o dall’Italia, un "aiutino", con la scusa del rimborso per maggiori costi o altre agevolazioni.
Mi aspetto quindi una lunga lista di richieste per ottenere benefici, rottamazioni, bonus e ogni altro vantaggio — tutto a debito della collettività. E spero che il Governo sappia dire qualche "no".
L’accordo potrebbe anche rivelarsi benefico in prospettiva: il riequilibrio imposto da Trump e le sue critiche alle manie ambientaliste sulle cosiddette rinnovabili e pale eoliche potrebbero dare impulso a chi sostiene la necessità di ridurre i costi e abbattere le barriere ideologiche del mercato interno.
Barriere finalizzate a imporre un cambiamento nel modello di sviluppo e nello stile di vita dei cittadini, che però non rispecchia il sentimento dei Popoli e delle Nazioni europee e si traduce solo in costi.
Intanto, nel momento in cui scrivo — oggi prima del solito, perché piove e ci sono 18 gradi — la Borsa guadagna l’1%, ha superato i 41mila punti e lo spread è sceso a 86.
Forse la pioggia è alimentata dalle lacrime della Schlein e dei suoi sette nani che le fanno la e da corte, perché la Meloni, lungi dall’affossare l’Italia come vaticinavano tre anni fa, la sta risanando.
E a essere isolati, oggi, nell’Unione Europea, non è il nostro Presidente, ma i loro amichetti.

domenica 27 luglio 2025

Riflessioni sotto l’ombrellone...
Uno Stato mai esistito-
Lo "Stato di Palestina" è una costruzione politica recente: non è mai esistito nella storia. Esiste, sì, una regione geografica, la Palestina, che nei secoli ha visto susseguirsi dominazioni diverse: popoli pre-romani, Romani (prima quelli veri, poi i Bizantini), Crociati, Ottomani, Inglesi. In quella terra vivevano principalmente popolazioni semite, fra cui gli ebrei erano storicamente prevalenti, ma mai fu creato uno Stato chiamato Palestina.
Il progetto del dopoguerra
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la comunità internazionale decise di costituire uno Stato ebraico, Israele, e parallelamente uno Stato arabo. Israele nacque, ma lo Stato arabo no, non per colpa degli ebrei (che ancora non avevano costituito Israele), bensì a causa dell’ostilità dei Paesi arabi confinanti, che rifiutarono il progetto e istigarono la popolazione araba locale a fuggire o a prendere le armi.
Nel frattempo, Gaza fu annessa all’Egitto e la Cisgiordania alla Giordania. Invece di creare uno Stato arabo, si preferì tentare di distruggere Israele. Le guerre che seguirono, dal 1948 in poi, consolidarono l’esistenza di Israele, che fu infine riconosciuto (obtorto collo) dagli Stati arabi vicini.
Palestinesi e manipolazione
La popolazione araba locale, che rifiutò la cittadinanza israeliana (anche se esistono oggi cittadini arabi israeliani, con partiti e rappresentanti alla Knesset), fu strumentalizzata dai leader arabi. Questo ha alimentato un bacino di instabilità da cui sono emersi terroristi responsabili di dirottamenti, attentati e stragi per oltre settant’anni.
Alla fine, la popolazione araba venne cacciata dalla Giordania, riversandosi in Cisgiordania e a Gaza. In Libano e Siria creò instabilità, esportando violenza e terrorismo. A Gaza, territorio egiziano poi occupato da Israele, la popolazione scelse Hamas attraverso regolari elezioni, staccandosi da Al-Fatah in Cisgiordania.
Al-Fatah, fondata da Arafat, è passata dal terrorismo al tentativo di presentarsi come una leadership nazionale. Ma la cosiddetta "Autorità Nazionale Palestinese" non controlla realmente un territorio in modo sovrano. Tuttavia, molti (in primis l’ONU) continuano a fingere che si tratti di uno Stato.
La finzione dello “Stato palestinese”
Parlare oggi di “Stato palestinese” è una finzione politica. Uno Stato, per esistere, deve avere:
un territorio definito;
controllo civile e amministrativo;
forze dell’ordine e difesa regolare.
Nessuna di queste condizioni si verifica né a Gaza né in Cisgiordania. Lo Stato arabo non nacque per colpa dell’ostilità araba originaria, e oggi sopravvive nella retorica anti-israeliana dell’Iran e dei suoi proxy: Hamas, Hezbollah, Houthi.
Macron e l’Occidente miope
In questo contesto, Emmanuel Macron, presidente francese rieletto solo per bloccare Marine Le Pen, cerca un rilievo internazionale che in patria gli è ormai negato. Di recente ha dichiarato che la Francia riconoscerà lo Stato palestinese a settembre: un gesto tanto inutile quanto dannoso.
Macron non aiuta la causa della popolazione civile palestinese, che ha già pagato un prezzo altissimo per le scelte dei propri leader e che, spesso sotto minaccia o violenza, ha dovuto obbedire a Hamas. Peggio ancora fanno certi politici italiani di sinistra, pronti a salire sul carro di un leader perdente e sempre più isolato anche tra i suoi alleati europei.
L’approccio italiano
Pur non condividendo pienamente l’approccio del Governo Meloni, che sostiene la soluzione dei due Stati, lo ritengo più realistico. L’idea presuppone il riconoscimento reciproco tra Israele e Palestina, ma solo dopo:
il riconoscimento del diritto di Israele a esistere;
la liberazione totale e incondizionata degli ostaggi israeliani, vivi e morti.
Conclusione
L’idea di ricollocare i palestinesi altrove appare irrealistica. Quale Paese accetterebbe oggi milioni di persone con una storia così complessa, segnata da guerre, tensioni e infiltrazioni terroristiche?
Piuttosto, forse l’unica strada possibile è l’integrazione graduale di quella popolazione nello Stato di Israele, come avvenuto per gli arabi israeliani, in una convivenza reale, protetta e regolata, se ancora possibile, se ancora accettabile da Gerusalemme.



mercoledì 23 luglio 2025

 Italia vota no alla proposta OMS -

L'Italia ha formalmente respinto gli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) – adottati dalla 77ª Assemblea Mondiale della Sanità – inviando una lettera al DG Tedros Ghebreyesus il 18 luglio 2025, esercitando il diritto di opposizione previsto all'articolo 61 del regolamento-
Perché l’Italia ha detto "no"
Difesa della sovranità nazionale: secondo il ministro Schillaci, gli emendamenti avrebbero potuto dare all’OMS poteri eccessivi nel gestire emergenze sanitarie (lockdown, obblighi vaccinali, misure informative) senza il consenso dei singoli Stati -
Allineamento con gli USA: la scelta italiana segue quella dell’amministrazione Trump negli USA, che ha respinto gli stessi emendamenti per ragioni simili: paura di limitazioni alle libertà civili e all’autonomia decisionale nazionale -
🔥 Le reazioni principali
👍 A favore del "no":
Alcuni partiti di Governo elogiano la decisione come “difesa della sovranità nazionale” -
👎 Critiche dall’opposizione:
PD, M5S, Azione, Più Europa attaccano la decisione come “appoggio a posizioni trumpiane”, isolazionismo, e rischio per la cooperazione sanitaria globale -
Francesco Boccia (PD) definisce la scelta “assurda e pericolosa”, per l’allontanamento dal sistema di risposta collettiva dell’OMS -
🧭 OMS reagisce:
Tedros Ghebreyesus ha risposto pubblicamente via X (ex Twitter), esprimendo disappunto e richiamando l’importanza degli accordi multilaterali -
Cosa succederà ora?
Gli emendamenti non entreranno in vigore in Italia il 19 settembre 2025, come previsto per i paesi che non si sono opposti formalmente -
L’Italia sarà quindi esclusa dalle nuove disposizioni che riguardano definizioni di “emergenza pandemica”, equità globale e meccanismi di risposta multilaterale.
🚩 In sintesi
Aspetto Dettagli
Cosa Rigetto in blocco degli emendamenti RSI-OMS 2024
Quando Lettera del 18 luglio 2025, efficacia al 19 settembre
Perché Salvaguardia della sovranità e timori di poteri OMS troppo centralizzati
Conseguenze Italia esclusa da nuovi provvedimenti, polemiche politiche intense

domenica 13 luglio 2025

 Immaturi e ignoranti-

Credo ci sia stato un film, una commedia all'italiana, qualche anno fa, che fosse titolato "Immaturi".
Raccontava la vicenda (di fantasia, poi in questi giorni leggiamo che quattro anni dopo la laurea all'Università di Modena e Reggio alcuni laureati si vedono annullare il loro titolo non per colpa loro) di un gruppo di diplomati che, anni dopo la maturità, vedono annullata la prova e la devono ripetere.
Nel caso di questi giorni, invece, nessuno osa qualificare come immaturi quegli studenti che si stanno rifiutando di rispondere all'esame orale e, ciononostante, vengono promossi.
La loro motivazione è una baggianata che solo una società debole e decadente può considerare degna di essere presa in considerazione: la scuola, i professori che mi interrogano non sono realmente interessati a quello che sono, che faccio, alle mie aspirazioni.
E' un gnè gnè che, ai miei tempi, neppure i più somari avrebbero avuto l'ardire di sollevare ed io ho dato la maturità in tempi diversi, quando già era stata resa molto facile e le percentuali di promossi veleggiavano oltre il 90%.
Quello a cui assistiamo è un altro passo verso la dissoluzione della nostra Civiltà, la perdita della forza propulsiva di una Gente che tanto ha dato all'Umanità ma sembra non essere più in grado di sollevarsi dalle miserie buoniste.
Quelli che rifiutano di sostenere l'esame orale, sono i ragazzi del covid, quelli della didattica a distanza e, a seguire, quelli del bonus psicologi.
Tenuti nella bambagia, cresciuti nel timore, nella paura, nel lavaggio del cervello dello "state a casa" di contiana memoria o del "non ti vaccini, ti ammali muori o fai morire" di Draghi.
Scopro che studenti ai quali la Commissione d'esame avrebbe dovuto, figurativamente, restituire immediatamente il libretto dicendo: torni il prossimo anno, vengono invece promossi grazie ad un complesso meccanismo fondato sulla paura dei commissari e della istituzione scolastica di cause, processi e ricorsi.
Il Ministro Valditara, che pure qualche provvedimento l'ha assunto come quello sui cellulari o sul ripristino del latino dalla seconda media, invece di dire che chi non risponde alle domande deve essere bocciato, se non altro perchè con il suo comportamento dimostra immaturità, proprio per evitare ricorsi e processi, minaccia che solo per il prossimo anno sarà esplicitata tale ovvietà.
Così stanno proliferando i casi di chi non risponde e sfanga una interrogazione di un'ora, applicando il principio per cui è meglio stare zitti lasciando il dubbio di non sapere, invece di aprire bocca dandone la certezza.
Questi qui che non rispondono, sono i futuri medici, magistrati, ingegneri ... poi non chiedeteci di fidarci degli esperti !
Temo che l'Umanità non abbia un futuro e che solo un evento profondamente traumatico, violento, che scuota le coscienze e obblighi tutti noi ad alzare il culo dalle nostre comode poltrone, potrebbe rimetterci in carreggiata.
Il famoso Asteroide, metafora di un'Apocalisse che sembra arrivi comunque senza tanti squilli di tromba, anzi nel silenzio di un candidato alla maturità che "a domanda non rispose".

mercoledì 9 luglio 2025

 A proposito di ius scholae-

Capisco Tajani che deve, in qualche modo, giustificare l'esistenza di Forza Italia senza Berlusconi e, ai figli di Berlusconi, giustificare la necessità di continuare a finanziarla.
Personaggi in cerca di autore non hanno quindi spazio alcuno per distinguersi dagli alleati che si sono impossessati dei temi più mediatici (tasse, criminalità, immigrazione, follia verde) non lasciando a questi neppure, appunto, la primazia nel settore di sua competenza, davanti alla debordante personalità del capo del Governo che, a sua volta, è aiutata dagli oppositori che vedono in lei e altri nel centro destra i nemici da battere e da abbattere e ignorano quello con 2 piedi in 2 staffe, dando quindi maggior spazio ad altri e anche a Vannacci.
Potenza dell'odio che pervade la sinistra ed il miglior veicolo pubblicitario per le buone idee e persone di Destra.
Tajani quindi non ha visto altra opportunità che cercare di distinguersi e accaparrarsi i titoli sui giornali rilanciando un qualcosa che è stata appena bocciata dagli Italiani: la cittadinanza facile.
Ecco quindi che propone lo ius scholae, cioè la concessione della cittadinanza a chi, dopo aver completato con successo un intero ciclo di studi (dieci anni) lo ha superato.
E' uno dei tanti "ius" sui quali si sono sbizzarrite le menti cattocomuniste per crearsi una nuova base elettorale e, i preti come Zuppi, per sperare di avere nuovi "fedeli" non essendo affatto convincenti nella loro proposta spirituale.
Non sto qui a ricordare che, proprio nei giorni scorsi, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha promosso l'iniziativa del Presidente Trump di bloccare la concessione della cittadinanza per ius soli agli immigrati nati sul suolo statunitense.
Una decisione epocale, prodromica all'abbandono dello ius soli nella patria di tale forma di acquisizione della cittadinanza e che si è formata ed è cresciuta con lo ius soli, ma adesso ne è satura.
Sottolineo che, nell'epoca in cui promuovono quasi tutti, essere bocciato alla maturità vuol dire che, proprio, non ne ha azzeccata una: perchè allora dire che sarebbe "ingiusto" ?
Si parla di ius scholae perchè uno dovrebbe integrarsi nella nostra società attraverso il percorso scolastico, acquisendo quelle nozioni e quei costumi che fanno di un residente in Italia un Italiano e, proprio sul primo e fondamentale aspetto, la conoscenza della Lingua Italiana, si chiede di chiudere un occhio ?
E se passasse lo ius scholae cosa potrebbe accadere ?
Che dopo la Lingua, si chiuderebbe anche l'altro occhio e magari tutti i sensi sulla geografia, la storia, la musica, l'arte ?
E che cavolo di integrazione sarebbe se la promozione, quindi il completamento del ciclo dei dieci anni, avvenisse per pietà ?
E chi ci garantirebbe che una cosa del genere non avvenga comunque, viste le percentuali più che bulgare, direi cinesi, dei promossi in ogni classe di qualsiasi ordine e grado ?
Forse i miei "amici" dovrebbero trovare un diverso cavallo di battaglia per distinguersi e, magari, riuscirebbe anche ad ottenere qualche applauso dal Centro Destra e non solo gli insulti che da qualche giorno gli sono (meritatamente) riservati dagli utenti di X.



martedì 8 luglio 2025

Quando una tassa non è una rapina-
Nei giorni scorsi, i latrati cattocomunisti sono stati indirizzati anche verso un emendamento che avrebbe aumentato di UN euro i pedaggi autostradali al superamento dei MILLE chilometri di percorrenza.
Una inezia e, soprattutto, una impostazione di tassa a fronte della prestazione di un servizio che è forse l'unica accettabile nel fantasioso e variegato mondo delle vessazioni fiscali.
Zitti quando si è trattato di pagare tasse generiche, zitti quando, negli anni Settanta, tutti gli Italiani hanno pagato la demagogia del sindaco comunista di Bologna che regalava (con i soldi altrui) la gratuità dei mezzi pubblici, zitti quando si tratta di pagare il superbonus per pochi eletti, zitti quando si sperperavano i soldi di tutti per pagare gente giovane e sana perchè continuasse a restare sul divano, zitti quando tutti paghiamo le utenze dei morosi o gli incentivi alla dannosa follia verde sulla quale qualcuno ci starà lucrando a mani basse alla faccia nostra, zitti quando si tratta di accollarsi i costi di trasporto, vitto, alloggio, cure, istruzione di clandestini, ma scatenati quando si tratta di far pagare, a chi la utilizza, l'autostrada.
Perchè di questo si tratta, di far pagare l'uso di un bene o di un servizio a chi lo usa e non all'intera comunità.
E' esattamente quello che dovrebbe essere una tassazione corretta: non colpire i risparmi, i redditi, i patrimoni come usando una rete a strascico dove restano impigliati sia quelli che usano sistematicamente i servizi che i cittadini che di quei servizi non sanno cosa farne, ma far pagare il consumo, il costo di un bene o servizio a chi quel bene o servizio utilizza.
Se porto in lavanderia un vestito, pago, io, il costo di quel lavaggio, dall'acqua al detersivo, dall'energia per il funzionamento dei macchinari alla mano d'opera.
Il lavaggio del mio vestito non viene pagato spalmandone il costo su tutti quelli che abitano in una determinata via o quartiere ed è giusto che il mio beneficio lo paghi io.
E' un principio che si è perso nel momento in cui, dal 1962 in poi, con l'ingresso dei socialisti prima nella maggioranza e poi, 1964, al governo e, peggio ancora, nel 1970 con l'istituzione delle regioni e ancora nel 1975 con la tragica vittoria dei socialcomunisti nei maggiori comuni d'Italia, lo stato, il pubblico, è stato chiamato a sopperire in regime di concorrenza sleale al Libero Mercato, intervenendo per produrre bene e servizi, facendoli pagare meno, molto meno, del loro costo reale, incrementando gli stipendi pubblici senza che corrispondessero ad una reale produttività, accollandosi, per garantire la pace sociale, aziende fallite, decotte, improduttive.
Cominciare a pensare di far pagare il costo effettivo di un bene o di un servizio a chi lo utilizza, è un primo passo verso una società più sana ed una cittadinanza più responsabile.
Ritirare l'emendamento che proponeva tale risibile aumento, ci dice che la canea socialisteggiante è ancora viva anche se il partito socialista non esiste praticamente più e adesso, quelli che ci hanno portato al disastro economico (l'arco costituzionale degli anni Settanta e Ottanta) oggi si fanno chiamare pd e, purtroppo, sono ancora vivi a vegeti.
E continuano a fare danni, come la campagna contro l'aumento di UN euro per le percorrenze autostradali superiori a MILLE chilometri, da far pagare a chi quelle autostrade percorre e non a chi usa altri mezzi o resta a casa che, quindi, senza quell'emendamento, pagherà con la sua tassazione generica, perchè quelle autostrade dovranno comunque essere mantenute in efficienza e perchè ciò accada occorreranno materiali e mano d'opera, da pagare.


giovedì 3 luglio 2025

 Dallo scioglimento dei ghiacci a quello dei metalli-

Anche oggi i titoli dei quotidiani e le "informazioni" dei giornali radio sono banali e prevedibili, spesso con una involontaria patina di comicità.
Le solite veline dalle cancellerie sulla "gloriosa lotta" del popolo ucraino contro l' "invasore" russo, ampio spazio alle pretese di Zelensky come fossero il Vangelo, biasimo su Natanyahu che sta facendo il lavoro sporco anche nel nostro interesse ma non bisogna dirlo, Trump, il Grande Vecchio "che move il Sole e l'altre Stelle", il tifo che si divide sulle invasioni di campo di una magistratura che ha evidentemente perso la sua ragion d'essere per annegare la propria credibilità nell'ideologia, tante altre quisquilie impostate per fare propaganda e paginoni sul caldo.
Signori, d'estate fa caldo, è questa la novità.
Se l'inverno è finito, l'estate imperversa già.
E allora, neanche fossimo in un film come Dante's Peak con la lava che scioglie il metallo, ecco che un cedimento strutturale di un'insegna è imputato al caldo di questi giorni e, sa va sans dire, al cambiamento climatico.
La notizia è che qualcuno ci crede !
Ed è una notizia ferale, perchè se qualcuno crede allo scioglimento dei supporti pubblicitari a causa del caldo, come a Milano alle Generali, senza nemmeno porsi il dubbio di come facciano nell'Oman o in Arabia Saudita e di quale temperatura occorrerebbe raggiungere, vuol dire che non si ragiona più valutando i fatti e filtrandoli con la nostra esperienza e il nostro buon senso, ma semplicemente si crede a ciò che la nostra ideologia vuole che sia.
"Se ci fossi io ...".
Già, ma perchè ci sono "loro" e non "noi" ?
Chi critica dovrebbe provare a farsi eleggere e, una volta eletto, provare ad influire, così come chi vorrebbe sottrarre ai Bezos le loro ricchezze, dovrebbe prima provare a crearne altrettante.
Ci si accorgerebbe che non è facile, nè creare ricchezze in proprio, nè fare le scelte che possano aumentare il Benessere e la Sicurezza dei propri Elettori.
E allora ci si rifugia nelle banalità, nella propria nicchia di lettori disposti a credere che il caldo possa sciogliere il metallo di una insegna e ai propri elettori che vogliono credere che in Ungheria ci sia una dittatura, mentre Zelensky sarebbe un novello Enrico Toti che scaglia le stampelle contro il bieco invasore russo e gli assassini di Hamas sono i nuovi partigiani del Medio Oriente.
Meglio guardarsi la centesima replica del Tenente Colombo, visto che sull'Ispettore Derrick è scattato l'oblio, tanto per cambiare, ideologico e, purtroppo, non viene più trasmesso.
Copritevi bene, e un bel capeo in testa....

mercoledì 2 luglio 2025

 Condivido pienamente la rimozione del Generale Comandante della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze.

Davanti ai parenti e ai neo-marescialli, il generale ha affermato:
“Batman, Robin, Rambo… non ce ne frega niente. Bisogna fare le nostre cose. Quando arriverete al reparto, la prima cosa da fare è vedere dove si trova la palestra, il centro estetico, il distributore con la benzina più economica, l’agenzia di viaggi. Poi faremo le nostre cose, le faremo bene, faremo quello che è possibile. Ma la vita e la famiglia sovrastano, a ogni costo, qualunque procedura o indicazione.”
FOLLIA.
Essere Carabiniere oggi significa far parte di una delle forze armate più antiche e rispettate al mondo, con un ruolo che unisce compiti militari in scenari ad alto rischio a funzioni di pubblica sicurezza.
I Carabinieri svolgono attività fondamentali per lo Stato:
polizia giudiziaria,
ordine pubblico,
controllo del territorio,
interventi in situazioni di emergenza.
Il Carabiniere si addestra e viene pagato dai cittadini per svolgere con serietà e disciplina le sue primarie funzioni di sicurezza e giustizia. Non per cercare il centro estetico o l’agenzia di viaggi.
Non è solo Robin: è anche Batman.
E, quando serve, è persino Rambo.
Ma mai una caricatura.

Sto SEMPRE con le Forze dell'ORDINE!!!!



lunedì 30 giugno 2025

 Cosa resterà del "gay pride" ?-

Una rumorosa e sguaiata trasferta a Budapest, probabilmente nella speranza di far scoccare la scintilla di uno scontro, che si conclude con una ritirata molto simile a quella delle truppe austroungariche nella Grande Guerra, descritta dal Generale Diaz nel Bollettino della Vittoria.
Cosa resterà di tale manifestazione ?
Resteranno solo le immagini più ributtanti o che offendono non noi eterosessuali, ma la Dignità e il Decoro di ogni Persona.
Resterà Orban a capo dell'Ungheria con una solida maggioranza ottenuta nel 2024 con il 45% dei voti.
Resterà la consapevolezza che una signorina che è anche il leader dell'opposizione cattocomunista in Italia, mentre la Meloni gestisce dossier internazionali in economia, sulla difesa, sulla pace nel mondo, si è preoccupata di far sapere che in Italia non esiste una legge contro l'omofobia.
Costei, cioè, vuole negare al prossimo che non la pensa come lei, di manifestare le proprie idee e opinioni come lei è andata con protervia a manifestare a Budapest, violando una legge di quella nazione, senza subirne conseguenze, a dimostrazione della forza di Orban e del suo Governo.
Non stupisce che chi si riempie la bocca di "diritti", poi sia chi li vuole sottrarre al prossimo, come già è accaduto quando, a differenza della Polizia ungherese agli ordini di Orban, quella italiana agli ordini di Conte e Draghi sguinzagliava cani poliziotto contro isolati bagnanti o usava gli idranti contro chi manifestava pacificamente e senza esibizioni di pessimo gusto contro il green pass.
Resterà l'attesa (infinita) di vedere la predetta signorina, con tutta la sua corte, partecipare alla medesima manifestazione, con gli stessi carri, "abiti" e slogan, anche a Teheran.



domenica 29 giugno 2025

 


E' ora di sostituire i magistrati con l'intelligenza artificiale
Ieri due notizie provenienti dagli ambienti giudiziari.
La brutta notizia, purtroppo, è made in Italy e dice che la cassazione, a mio parere esorbitando e tracimando dai suoi limiti, ha giudicato criticamente il Decreto Sicurezza appena approvato dal Parlamento e che già sta dando copiosi frutti benefici per tutti gli Italiani.
La cassazione non ha il compito di valutare la costituzionalità del provvedimento (spetta alla corte costituzionale, semmai) nè di valutarne la necessità e urgenza (semmai è il presidente della repubblica, ma in realtà è compito del Parlamento) e neppure di giudicarne i contenuti (cosa che spetta al Popolo Elettore quando si reca alle urne)
La cassazione, quando sarà chiamata a decidere su un caso che derivi da tale normativa, dovrà giudicare solo e soltanto in base alla legge e non alla ideologia che pervade i giudici che non sono stati eletti e il cui compito è applicare e non creare le leggi.
E purtroppo sappiamo già che, invece, giudicherà in base alla ideologia cattocomunista.
La bella notizia arriva da Washington dove la Corte Suprema, dando ragione a Trump, ha inferto una picconata dolorosissima a tutti coloro che sostengono lo ius soli (e i suoi derivati come lo ius scholae, culturae etc.) negando ai giudici inferiori, anche quelli federali, di interferire con la decisione del Presidente di negare la cittadinanza americana ai figli dei clandestini che nascano sul suolo statunitense.
La composizione della Corte Suprema risponde sicuramente più al sentimento popolare di quanto non sia la cassazione italiana composta da giudici che hanno fatto carriera automatica, solo dopo un semplice concorso pubblico, giudicati dai propri simili e che ottengono dai propri simili gli incarichi operativi.
Ciò non toglie che entrambi gli interventi esprimano l'opinione personale, ideologica, di chi li ha proposti, perchè non esiste legge al mondo cui rifarsi per dire che le osservazioni della cassazione italiana siano pertinenti e non una espressione delle personali ideologie dei giudici, come non esiste legge al mondo che dica che si debba applicare lo ius sanguinis e non lo ius soli, la cui scelta discende da un personale favore ideologico.
Fortunatamente abbiamo, oggi, la possibilità di riportare la Giustizia nel campo della applicazione, pura e semplice, della legge senza inquinamenti ideologici: l'Intelligenza Artificiale.
Sostituire i giudici, TUTTI i giudici con l'Intelligenza Artificiale, significherebbe liberarsi da ogni sospetto di inquinamento ideologico delle decisioni, perchè l'IA deciderebbe unicamente in base alle leggi (che conoscerebbe meglio e compulserebbe più velocemente di qualsiasi giudice) e, magari, anche valutando i precedenti, la dottrina e i lavori parlamentari che hanno preceduto l'emanazione delle leggi, per poi comunicare, in modo asettico, sulla base stretta della legge, la sentenza che non avrebbe neppure bisogno di un secondo grado, perchè l'IA sentenzierebbe sempre in base alla legge.
Non è più accettabile che la volontà del Popolo e la Sicurezza di tutti noi sia messa in pericolo per interpretazioni ideologiche da parte di soggetti che nessuno ha eletto e che vivono in una torre d'avorio con le scorte pagate da noi che li mettono anche al sicuro dalla delinquenza contro la quale il Decreto Sicurezza è stato emanato.

sabato 28 giugno 2025

 

Il prezzemolo popolare

Sono militante di Forza Italia da 33 anni, fedele fin dall'inizio al pensiero berlusconiano.

Leggo su X numerosi interventi che definire "critici" sarebbe un eufemismo, rivolti contro Tajani e Forza Italia.
Al netto delle esagerazioni e degli insulti, condivido in parte ciò che viene imputato al partito che fu di Silvio Berlusconi — e che oggi appartiene ai figli di Berlusconi (e la differenza si vede!). Dalle aperture sullo ius scholae all’adesione quasi fideistica all’Unione Europea: sono scelte che non mi convincono, e che — dopo 33 anni di militanza — sono pienamente titolato a criticare.

Purtroppo, Forza Italia è ancora imprescindibile. Qualcuno si illude che Fratelli d’Italia e Lega possano conquistare da sole la maggioranza assoluta. Io non lo credo. Anche ipotizzando un travaso di voti da Forza Italia, i numeri non basterebbero.

La conferma arriva proprio in questi giorni, nelle concitate trattative europee, dove a fare la differenza è il Partito Popolare Europeo — cioè Forza Italia e i suoi omologhi.

È vero: la sinistra è priva di visione e progettualità, appiattita com’è sulle ideologie ambientaliste dei Verdi, che arrecano danni concreti alle persone e alle economie. A destra, invece, c’è fermento: idee e proposte che trovano sempre più consensi, al punto che è Giorgia Meloni a tracciare la rotta. E a seguirla, oggi, c’è anche un peso massimo come Merz, leader dei cristiano-democratici tedeschi.

È la linea che rivede il regolamento sul green claims, facendo infuriare la Schlein e la Ribera.
È la linea che sostiene l’aumento della spesa per la difesa al 5%, mantenendo però eserciti nazionali, e rifiutando quella mostruosità che sarebbero delle Forze Armate europee.
È la linea che aggrega governi — anche socialisti, come quello danese — nella lotta all’immigrazione clandestina.
Che blocca, con l’appoggio di Merz e della Germania, le iniziative anti-israeliane di Sánchez.
Che spinge per un compromesso commerciale sui dazi al 10%, ancora una volta con il sostegno di Merz, mettendo a tacere Macron e la sua solita boria.

Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile — e non lo sarà in futuro — senza i voti del Partito Popolare, con tutte le sue ambiguità.

Per questo motivo, tra il turarsi il naso accettando compromessi per evitare il peggio e l’onorevole ma perdente battaglia di principio (che servirebbe solo a spalancare la strada a maggioranze woke, ambientaliste, LGBT, antiamericane e antioccidentali), io scelgo la via del compromesso.

Perché la politica, anche oggi, resta l’arte del possibile. E il possibile si costruisce con la maggioranza, anche a costo di fare qualche passo indietro.

Con buona pace di certi personaggi che si credono unti dal Signore…

venerdì 27 giugno 2025

 Non fatevi fregare...

E molto che non entrate in una concessionaria auto? avete visto che oramai sei un nessuno quando entri?. Un tempo ti srotolavano il tappetto rosso, e se pagavi subito eri un loro eroe...oggi sei solo un pollo da spennare, ti schifano se paghi subito, vogliono rifilarti le loro condizioni-
È vero, oggi molti concessionari insistono nel proporre un finanziamento piuttosto che una vendita "cash" (pagamento immediato). Questo comportamento ha motivazioni ben precise, legate al modo in cui funziona il business dell’auto. Ecco perché succede:
1. I finanziamenti sono una fonte di guadagno per il concessionario
Quando acquisti un’auto con finanziamento, il concessionario ottiene una commissione dalla società finanziaria con cui collabora. Questa commissione può essere anche di diverse centinaia o migliaia di euro. È un guadagno extra che non avrebbe se tu pagassi tutto subito.
2. Gli sconti “gonfiati” sono condizionati dal finanziamento
Spesso il prezzo "scontato" dell’auto che vedi nei volantini o pubblicità è valido solo se fai il finanziamento. Se invece vuoi pagarla subito, ti dicono che quel prezzo non è più applicabile, e ti chiedono di più. Questo è un modo per:
incentivare il finanziamento,
compensare il mancato guadagno della commissione.
3. Maggiore fidelizzazione e controllo
Con il finanziamento, il cliente resta “legato” al concessionario e alla casa madre (per esempio per assicurazione, tagliandi, estensioni di garanzia). Questo crea un rapporto commerciale più lungo e redditizio.
4. Target di vendita e incentivi interni
I venditori spesso hanno obiettivi di vendita legati non solo al numero di auto, ma anche al numero di finanziamenti attivati. Possono ricevere bonus o premi se riescono a far firmare il cliente per un finanziamento.
5. Margini bassi sull’auto
Sulle auto nuove, il margine di guadagno diretto per il concessionario è spesso molto basso (a volte meno del 5%). Quindi cercano di guadagnare su servizi accessori, come il finanziamento, le assicurazioni o i pacchetti di manutenzione.
💡 Come difendersi / negoziare meglio
Chiedi sempre due preventivi: con e senza finanziamento.
Calcola il costo totale dell’auto (inclusi interessi e spese) per confrontarli davvero.
Se hai la possibilità di pagare subito, prova a negoziare un prezzo inferiore facendo leva sul fatto che non ti servono servizi accessori.
In sintesi: non sei penalizzato per pagare subito, ma sei meno vantaggioso per loro rispetto a un cliente che finanzia. Quindi ti “spingono” a seguire la strada che conviene a loro, non necessariamente a te.
Cambiate Concessionaria....



mercoledì 25 giugno 2025

 Bezos, Venezia e un matrimonio (Foto per ridere)-

Un pugno di soggetti, a sprezzo del ridicolo di cui si coprono, hanno contestato il matrimonio che andrà, sfarzosamente, a celebrarsi a Venezia, di Bezos, il padrone di Amazon.
Di qui sono un acquisitore compulsivo...
Milioni di persone comprano su Amazon e Bezos è uno degli uomini più ricchi al mondo, con molteplici attività che danno da lavorare e una retribuzione a migliaia di persone e famiglie.
Chi contesta il suo matrimonio a Venezia manifesta solo miopia e invidia, scaricando sul prossimo le proprie frustrazione per non essere stato capace di fare quello che ha fatto Bezos (e Gates, e Musk, e Zuckerberg, e Trump) e non è neppure soddisfatto di quello che ha, che probabilmente è molto più di quel ha la media dell'Umanità.
La richiesta di "pagare le tasse" è, poi, la classica foglia di fico che copre ben altre motivazioni, perchè Bezos, come le altre aziende multinazionali, opera in base alle leggi esistenti che, se gli consentono di pagare di meno, non sono meno valide di altre leggi che lo obbligherebbero a pagare di più.
E il matrimonio che si celebrerà a Venezia darà lustro alla città, porterà denaro, fama e i riflettori mondiali e ne beneficerà non solo Venezia (che, peraltro, non ne ha bisogno) ma tutto l'indotto turistico, perchè se uno non riesce a risiedere a Venezia per qualche notte, potrà sempre trovare posto in una delle località vicine o in piccole perle sconosciute spesso anche agli Italiani, come Vicenza, Padova e Treviso.
In realtà io penso che Bezos venga contestato, non perchè ricco, perché paga le tasse nella misura imposta dalla legge e non scialando quattrini, non perchè si sposa a Venezia occupando locali e impegnando servizi, ma semplicemente perchè, sia pur in ultimo, ha abbandonato la barca dem che affondava con la Harris, per issarsi su quella MAGA di Trump.
E non a caso le figlie di Trump, con i mariti, saranno a Venezia al matrimonio.
Perchè simili contestazioni non le ho mai viste nei confronti di sceicchi con i loro matrimoni in Italia, di Sting con le sue cantine in Toscana, di Clooney e di tutti gli altri attori e cantanti, però funzionali alla sinistra, che hanno acquistato terreni e case in Italia.



domenica 22 giugno 2025

 Perché Condivido la Guerra di Israele e USA Contro l’Iran-

Nel panorama internazionale attuale, sostenere una guerra non è mai una posizione da prendere alla leggera. Tuttavia, quando si tratta del conflitto tra Israele, gli Stati Uniti e l’Iran, ritengo che ci siano motivazioni forti, concrete e morali per condividere l’intervento militare o le azioni di difesa attiva condotte da Israele e dagli USA contro il regime iraniano.
1. Il regime iraniano è una minaccia globale
Non si tratta di un semplice conflitto regionale. L’Iran è guidato da un regime teocratico autoritario che esporta instabilità, finanzia gruppi terroristici come Hezbollah, Hamas e le milizie sciite in Iraq, Siria e Yemen, e nega sistematicamente i diritti fondamentali ai propri cittadini. È un attore aggressivo che lavora per destabilizzare il Medio Oriente e oltre.
2. Il programma nucleare iraniano non è pacifico
Malgrado le dichiarazioni ufficiali, è chiaro che il programma nucleare iraniano ha obiettivi militari. Un Iran dotato di armi nucleari rappresenterebbe una minaccia esistenziale per Israele e un enorme rischio per l’equilibrio globale. Fermarlo non è solo una questione di sicurezza per Israele o per gli Stati Uniti: è una responsabilità verso tutta la comunità internazionale.
3. Difendere Israele è una questione di giustizia
Israele è una democrazia sotto assedio, circondata da regimi ostili che ne negano il diritto all’esistenza. L’Iran non ha mai nascosto il suo intento di "cancellare Israele dalla mappa". Di fronte a una minaccia esistenziale, Israele ha non solo il diritto, ma il dovere morale di difendersi. E gli Stati Uniti, come alleato storico, hanno il dovere di supportare questa difesa.
4. La deterrenza è necessaria
In politica estera, la debolezza alimenta l’aggressività. Le risposte deboli al comportamento iraniano negli ultimi decenni hanno solo incoraggiato Teheran a rafforzarsi. Una risposta militare decisa da parte di Israele e degli Stati Uniti è un messaggio chiaro: non tutto è permesso, e chi viola le regole internazionali paga un prezzo.
5. Il popolo iraniano non è il regime
Sostenere l’azione militare non significa essere contro il popolo iraniano. Anzi, molte voci dissidenti dentro l’Iran, soprattutto tra i giovani e le donne, chiedono da anni la fine del regime. Indebolire o rovesciare un governo oppressivo può essere, a lungo termine, anche un passo verso una futura liberazione interna.
Conclusione
Appoggiare la guerra non significa amare il conflitto. Significa riconoscere che, in certi casi, la forza è necessaria per fermare mali peggiori. Il regime iraniano è una delle principali minacce alla pace mondiale. Israele e gli Stati Uniti non combattono per conquista o per ideologia, ma per autodifesa, per stabilità e per proteggere valori condivisi: libertà, sicurezza, e rispetto per la vita umana.



giovedì 19 giugno 2025

 In prima linea per il nucleare: una battaglia che continua-

Più di vent’anni fa ero in prima linea contro l’abolizione dell’energia nucleare in Italia. Durante il referendum, mi sono incatenato davanti alla centrale nucleare di Caorso, subendo le conseguenze di quel gesto di protesta: botte da parte delle Forze dell’Ordine e insulti e sputi da parte di esponenti della sinistra.
Quella esperienza non mi ha fatto cambiare idea. Anzi, oggi più che mai sono convinto che l’unica svolta possibile – e auspicabile – per il nostro Paese sia il ritorno all’energia nucleare.
Tanto più che, in modo del tutto incoerente, compriamo energia prodotta dal nucleare da centrali situate nei Paesi confinanti con l’Italia.
Siamo bravissimi a predicare bene e razzolare male.
È ora di cambiare rotta.



mercoledì 11 giugno 2025

 Gli Italiani hanno votato con buon senso e per l'Identità Nazionale-

Oggi tutti a dire che "era prevedibile" il mancato raggiungimento del quorum per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza: allora perchè ci avete fatto spendere 400 milioni, inutilmente ?
A parte le voci di chi vuole rivedere la legge sul referendum (che ricordo fu la merce di scambio nel 1970 per l'approvazione senza barricate della legge sul divorzio, con tutti i paletti voluti principalmente dal pci !) e che mi trovano parzialmente d'accordo, il voto di domenica e lunedì ha dimostrato che gli Italiani sono più assennati e hanno un senso di appartenenza alla Nazione ben maggiore di quello dei dirigenti cattocomunisti, dei partiti di opposizione, della sinistra della cei, del maggior sindacato italiano e di tanti altri che sono intervenuti, anche a sproposito, a favore del voto.
Anch'io ho amici a sinistra con i quali, tra l'altro, al di fuori delle arene social, è anche piacevole discutere (il che dimostra che, volendo, si può discutere senza ridursi allo slogan e al sentito dire urlato sulla tastiera) i quali erano convinti di arrivare almeno al 40% e consideravano il 30% di partecipazione una sconfitta.
Ovviamente adesso sposano le surreali tesi della Schlein che vorrebbe trasformare la disfatta in successo, ma questo rientra nei compiti del segretario di un partito sconfitto che ha l'obbligo di rincuorare le truppe sennò la rotta sarebbe completa.
Anche la tesi dei 14 milioni di votanti, più dei voti della Meloni nel 2022 non ha pregio, perchè si confrontano mele con pere, i votanti con i voti ad una Coalizione, ma se si confrontassero i votanti di ieri con quelli del 25 settembre 2022, allora saremmo 14 milioni contro 28 milioni.
Se vogliamo poi vedere il dato politico espresso dalle singoli voci dei referendum bocciati dagli Elettori, vediamo che i "sì" a favore dei quesiti vanno dai 12milioni e 249mila del primo referendum sul reintegro dai licenziamenti illegittimi, ai 9 milioni di quello sulla cittadinanza: sempre inferiori ai 12milioni e 400mila voti ottenuti dalla Coalizione di Centro Destra nel 2022 e cifra esplicitamente indicata, in una delle sue cervellotiche fantasie, dal capogruppo al senato del pd, il cattocomunista Boccia.
Comunque la si giri, quindi, è la boccia ... tura dell'opposizione.
Bocciati i quesiti, bocciato il tentativo di appropriarsi del voto referendario che è, da sempre, diverso da quello politico (ho ricordato il referendum sul divorzio del 1974 quando il "sì" non raggiunse la percentuale sommata dei voti dei partiti - DC e MSI - che lo sostenevano e in relazione al quale ricordo un vicino di casa che mi spiegò perchè lui, combattente volontario in Spagna dalla parte della Falange, missino da sempre, avesse votato "no").
Il Governo oggi è più forte, la sua maggioranza più coesa soprattutto a livello di elettorato.
La Schlein ha dato appuntamento alle politiche (nel settembre 2027 ... una vita, politicamente parlando), ma prima ci sono svariati appuntamenti piccoli e grandi, ognuno dei quali sarà sfruttato dagli anti Italiani che volevano concedere la cittadinanza agli immigrati in appena cinque anni, per cercare di sabotare un Governo che funziona, ci rappresenta benissimo, ci ha dato stabilità e senso della Nazione.
La Meloni, Salvini e, presumo, anche Tajani e Lupi lo sanno e come hanno benissimo gestito (Lupi, meno) questa vicenda del referendum, guidando alla vittoria il proprio Elettorato, così ho fiducia che sapranno superare tutte le difficoltà e anche quelle tematiche che li vedono non sempre allineati con i desiderata dell'Elettorato di Centro Destra, come, ad esempio, il sostegno che viene ostinatamente concesso a Zelensky.

venerdì 6 giugno 2025

 Non c'è Benessere senza Sicurezza-

Ho letto che il direttore di una sconosciuta testata di sinistra nominata "Fanpage" avrebbe dichiarato in una delle tante trasmissioni televisive di propaganda cattocomunista che con il Decreto Sicurezza "si criminalizzano i delinquenti".
Se è vero (io non guardo da anni quelle trasmissioni) deve essersi espresso male o aver inconsciamente espresso il pensiero non tanto recondito della sinistra che odia a tal punto gli Italiani da preferire i delinquenti che si criminalizzano da soli, con le loro azioni.
La logica conseguenza di una simile stramba concezione di "criminalizzare i delinquenti" è la cagnara di ieri al senato, con questi personaggi latrare, sedendosi al centro dell'emiciclo, impedendo la prosecuzione del dibattito, come un gruppo di balordi che vogliono bloccare il traffico e, da oggi in poi, subiranno la giusta pena.
Come saranno puniti e non protetti, borseggiatori, occupanti abusivi di case altrui, truffatori che prendono di mira gli anziani, aggressori di Poliziotti e Carabinieri.
Delinquenti per stessa ammissione dell'illustre direttore di Fanpage, che si criminalizzano con i loro comportanti contrari al vivere civile e al rispetto per il prossimo.
Contemporaneamente la commissione europea non ha avuto nulla da eccepire sulla azione economica del Governo, le agenzie di rating hanno alzato la valutazione dell'Italia, Goldman Sachs ha elogiato la stabilità di Governo, la disoccupazione cala come cala l'inflazione.
Il Benessere degli Italiani va a braccetto con la Sicurezza.
Chi è contro la sicurezza e la "criminalizzazione dei delinquenti" che occupano case, aggrediscono le Forze dell'Ordine, bloccano la circolazione stradale, truffano gli anziani, è contro il Benessere.
Ed è contro il Benessere e contro la Sicurezza perché solo nel disagio può prosperare la protesta e la sinistra può avere qualche carta da giocare contro un Governo solido nelle Idee, nei progetti, nei numeri e nel consenso.

martedì 3 giugno 2025

 Polonia, Italia-

In Polonia, nonostante tutto, nonostante il bastone e la carota dell'unione europea, nonostante il voto postale, alla fine ha vinto il candidato Nazionalista.
Ha vinto di poco, come di poco aveva vinto il candidato europeista in Romania, ma ha vinto e ambedue i risultati assumono un significato di gran lunga più importante, non tanto perchè la Polonia e la Romania sono il quinto e sesto stato dell'unione, ma perchè ci può prefigurare uno scenario che potrebbe avverarsi anche in Italia.
Solo una dozzina di anni fa, i due candidati europeisti (Dan in Romania che ha vinto e Trzaskowski in Polonia che ha perso) sarebbero stati etichettati dalla sinistra come "fascisti", come lo era Berlusconi in Italia.
La loro colpa era di essere liberali o popolari e, come, sempre, una dozzina di anni fa, anche il Merz oggi incensato e persino il Macron, bulletto e burattino come si sta rivelando, sarebbero stati etichettati allo stesso modo.
Perchè allora i socialisti facevano i socialisti, avevano i loro candidati e, semmai, si presentavano come aggregazione di tutte le sinistra, richiamando alla unione antifascista, come fece Hollande, per prevalere.
Oggi i socialisti sono aggregati e più basso tengono il profilo meglio è per il candidato, liberale o popolare che sia.
I Popoli dell'Europa hanno così respinto il socialismo, che praticamente sopravvive a stento e sotto il ricatto degli autonomisti locali, solo in Spagna.
Altrove sono costretti a sostenere il candidato diciamo così "centrista", liberale o popolare che in altri tempi avrebbero schifato.
Lo stomaco dei socialisti è avvezzo a qualunque cosa e non a caso sono i primi sostenitori del cibo a base di insetti e altre porcherie del genere.
In Polonia come in Romania, si sono dovuti mettere assieme tutti, ma proprio tutti, i partiti differenti da quello Nazionalista.
Si sono radunati sotto un'unica bandiera, quella dell'unione europea, ma non hanno altro da offrire se non la totale sudditanza verso le decisioni di Bruxelles perchè per il resto ognuno va per la sua strada.
In Polonia e in Romania i due candidati europeisti, quello perdente in Polonia e quello vincente in Romania, sono stati sostenuti da una accozzaglia che, se riportata in Italia, comprenderebbe il pd, i verdi, la sinistra estrema di Fratoianni, + Europa del fantasmino Magi, il movimento cinque stelle, il finto terzo polo di Renzi e Calenda e, necessariamente, anche Forza Italia, magari dopo un ribaltone dirigenziale che porti alla guida il giovane virgulto che si è permesso di attaccare il Generale Vannacci.
E, come ha dimostrato la Polonia, senza avere la certezza di vincere, perchè ho molti dubbi che gran parte dell'elettorato di Forza Italia possa seguire i suoi leaders in una alleanza con i vecchi aguzzini della sinistra, come ha dimostrato la scomparsa della democrazia cristiana i cui elettori si sono ben guardati dal seguire i propri parlamentari, tutti accasati a sinistra e adesso formano l'elettorato del Centro Destra.
Infine un passaggio ulteriore.
Mettiamo pure che l'accozzaglia da Fratoianni a Forza Italia vinca le elezioni, la rappresentanza parlamentare sarebbe fortemente frazionata in una decina di gruppi parlamentari ognuno dei quali ha le sue clientele da soddisfare ma, a differenza della prima repubblica, non potendo stampare moneta ed essendosi legati ad una sudditanza senza speranza verso Bruxelles, non sarebbero in grado di farlo e così, alle elezioni successive, quel piccolo margine di vantaggio si capovolgerebbe a favore di una alleanza Nazionalista che vedrebbe solo due partiti, ma molto omogenei, come in Polonia o in Romania.
Tusk, il Berlusconi o, meglio, il Tajani di Varsavia, vinse le elezioni un anno fa in una competizione di tutti contro il PIS, il partito Nazionalista, ma le elezioni presidenziali, nonostante la stessa formazione in campo e l'alta affluenza, hanno dimostrato che quella maggioranza, inesistente nei contenuti, comincia già a sfarinarsi.
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